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Crepe nell’impero Ferragni da 100 milioni. Possibile un passo indietro dell’influencer

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A quasi un mese dal caso del Pandoro Pink Christmas della Balocco, per il quale l’influencer 36enne Chiara Ferragni è finita in questi giorni sotto inchiesta a Milano con l’ipotesi di reato di truffa aggravata, emergono dati significativi sul business e sui follower della celebre imprenditrice digitale. Sebbene la solidità dell’impero economico di Ferragni non appaia in discussione, di certo la sua reputazione personale e imprenditoriale è intaccata. Così come sta scendendo, seppure al momento di poco, il numero di chi la segue sui social media. E ora Chiara Ferragni potrebbe decidere di avere un ruolo meno operativo nelle sue aziende, facendosi sostituire da manager più esperti, al riparo da problemi d’immagine.    

Sono 216mila i follower che dal 14 dicembre, giorno dell’esplosione dello scandalo Pandoro, hanno abbandonato il profilo di Chiara Ferragni, sottolinea Il Mattino. Come si ricorderà l’Antitrust in quell’occasione aveva multato per oltre 1 milione di euro le aziende di Ferragni e per oltre 400mila euro la Balocco, con l’accusa di pubblicità ingannevole. L’imprenditrice, secondo l’Autorità garante del mercato, avrebbe cioè ingannato, d’intesa con Balocco, i consumatori, facendo credere loro che acquistando il pandoro griffato col suo nome a un prezzo 3 volte quello di mercato avrebbero contribuito a una cospicua beneficenza da devolvere all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Chiara Ferragni Foto Ansa

Ferragni, i numeri sui social

Il video di scuse di Chiara Ferragni nell’immediatezza dello scandalo – con l’affermazione: “Ho agito in buona fede, ho commesso un errore di comunicazione” – e la conseguente donazione ‘riparatoria’ di 1,5 milioni di euro all’ospedale Regina Margherita di Torino, non sono bastati. Anche e soprattutto perché l’8 gennaio si è appreso che Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, ad dell’azienda dolciaria piemontese, sono iscritte sul registro degli indagati della procura di Milano. Alla luce di tutto questo, in realtà, per quanto il numero in cifra assoluta di 216mila follower persi sia impressionante, stiamo parlando di appena lo 0,7% della fanbase di Ferragni che ha fino a 30 milioni di seguaci su Instagram. Ma il punto è un altro: bisognerà capire se questo trend al ribasso continuerà. O se la struttura manageriale delle aziende che fanno capo all’influencer riuscirà quantomeno ad arrestarlo.

Secondo i dati dell’Osservatorio Arcadiacom.it, inoltre, il parziale crollo dei follower di Ferragni sui social ha riguardato anche altri membri della famiglia. A cominciare dal rapper Fedez, al secolo Federico Leonardo Lucia, 34 anni, marito dell’imprenditrice digitale. Non è potuta sfuggire alla piccola ‘valanga’ neppure la sorella Valentina Ferragni, anche lei influencer. Fedez, stando ai dati di Arcadiacom.it, ha perso dal 12 dicembre a oggi 108mila follower su 14 milioni complessivi. Divenuta stella social anche grazie al traino di sua sorella maggiore, Valentina Ferragni, 31 anni, ha perso 22mila follower sui social.

Chiara Ferragni con Fedez. Foto Ansa/Matteo Corner

Il business: società e aziende

L’erosione del numero di seguaci online può in prospettiva indebolire seriamente il business milionario dei Ferragnez, la coppia e la famiglia più glamour nel mondo dell’imprenditoria digitale italiana. Si calcola un valore di 100 milioni di euro complessivi per le società riconducibili a Chiara Ferragni. E, riporta il Corriere della Sera, questa era inoltre la cifra-obiettivo per il 2024 in termini di fatturato da raggiungere.

Adesso, con i follower in fuga e un’inchiesta penale forse destinata a durare anni, è tutto più difficile. Chiara Ferragni possiede e controlla almeno 4 società: Sisterhood – la holding tesoreria, la ‘cassaforte’ – Fenice, licenziataria dei marchi col nome Chiara Ferragni, Tbs Crew, che sovraintende a blog, e-commerce ed è talent agency, e, infine, Ferragni Enterprise, proprietaria del superattico da 27 vani, acquistato dai Ferragnez per 10 milioni di euro a Citylife Milano.

Negli ultimi due anni, dal 2021, le aziende di Ferragni hanno fatto il botto: Tbs Crew ha raddoppiato i ricavi a quota 14,5 milioni, e ha quadruplicato gli utili a quota 5,1 milioni. Fenice vale 75 milioni e, gestendo il business legato alle licenze del marchio – dall’abbigliamento ai profumi e ai gioielli – è una società fondamentale per il futuro imprenditoriale della famiglia di Chiara Ferragni. Che però adesso ha un grosso problema reputazionale da risolvere, prima che sia troppo tardi.

Da sinistra: Marina di Guardo (madre delle sorelle Ferragni), Chiara, Valentina e Francesca Ferragni alla prima di “The Ferragnez” al cinema Odeon di Milano il 2 dicembre 2021. Foto Ansa/Matteo Corner

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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