Adam Driver, dopo la polemica sui troppi personaggi italiani: “A chi frega”
Dopo "House of Gucci" e "Ferrari", il divo hollywoodiano ha risposto alle critiche ricevute
A distanza di mesi, Adam Driver ha deciso di replicare una volta per tutte alle critiche ricevute in seguito a House of Gucci e Ferrari. L’interprete statunitense ha infuocato il dibattito pubblico per la sua discussa “italofilia” nella scelta dei suoi ultimi ruoli. Ecco infatti cosa ha dichiarato l’attore.
Alcuni mesi fa, il Lido di Venezia è stato teatro di una nuova polemica che ha riguardato Adam Driver, durante lo svolgimento della Mostra del Cinema. L’interprete statunitense era giunto per promuovere Ferrari di Michael Mann, presentato in concorso, per il quale era stato chiamato a interpretate Enzo Ferrari, imprenditore e fondatore della nota casa automobilistica di Maranello.
La scelta di casting non sembra essere andata a genio a Pierfrancesco Favino. L’interprete nostrano, che ha parlato di “appropriazione culturale“, ha usato termini tutt’altro che lusinghieri verso il progetto, dichiarando: “Se si parla di appropriazione culturale se un messicano fa un cubano non vedo perché non si debba parlare di appropriazione culturale se una storia del genere non si fa con attori italiani del calibro di quelli che vedete qui, non io“, indicando Toni Servillo, Valerio Mastandrea e Adriano Giannini, che con lui hanno condiviso l’esperienza in Adagio di Stefano Sollima.
Il riferimento va anche a House of Gucci di Ridley Scott, che ha visto Adam Driver nei panni di Maurizio Gucci e Lady Gaga in quelli di Patrizia Reggiani. A tal proposito, sempre in occasione della 80^ Mostra del Cinema di Venezia, Favino aveva chiosato: “I Gucci avevano l’accento del New Jersey non lo sapevate?“. Evidentemente, le voci sono arrivate anche alle orecchie del divo hollywoodiano, che di recente ha scelto di replicare.
Adam Driver, arriva la replica dopo le polemiche sui personaggi italiani
A distanza di mesi dalle parole al vetriolo di Pierfrancesco Favino, anche Adam Driver ha finalmente scelto di dire la sua. La replica sarebbe giunta in occasione di un’ospitata al podcast SmartLess condotto da Jason Bateman, Sean Hayes e Will Arnett, durante la quale l’attore ha espresso la sua posizione in merito alla tendenza “italofila” che lo ha guidato nella scelta dei ruoli da intepretare.
“Tante persone mi hanno chiesto quanti italiani abbia interpretato, – ha tuonato Adam Driver, che ha poi proseguito – ho risposto che le cose sono andate così e basta. Ma voglio dire, parliamo di Ridley e di Michael e nella mia testa sono alcuni dei più grandi registi. A chi frega un ca**o che abbia fatto due italiani uno dopo l’altro?“. Il celebre volto di Hollywood ha tuttavia precisato che ricoprire due ruoli così culturalmente connotati si sia però rivelata una scelta controproducente, dal momento che è “un buon esempio di come non essere strategico in un modo in cui probabilmente dovrei invece essere“.
Infine, Driver ha aggiunto che la scelta non fosse dovuta tanto dal suo interesse per l’Italia, bensì dal lavoro di Ridley Scott, per House of Gucci, e Michael Mann, per Ferrari. “Perché l’Italia, mi chiedono. – ha affermato Driver, proseguendo – Ha poco a che fare con l’Italia, anche se mi piace molto. Ha più a che fare con Ridley Scott e Michael Mann e i loro progetti, l’Italia non è la prima cosa che mi viene in mente.”