Alessandro Borghi da Oscar per “Le otto montagne”: l’elogio del New York Times
La performance dell'interprete romano nei panni di Bruno non è passata inosservata oltreoceano
Tra le interpretazioni maschili da tenere d’occhio secondo il New York Times anche Alessandro Borghi ha ottenuto una menzione. L’interprete romano è stato citato per la sua performance ne Le otto montagne, diretto dai belgi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch.
La award season potrebbe regalare diverse sorprese anche sul fronte italiano. Oltre alla possibile candidatura di Io capitano di Matteo Garrone, rientrato recentemente nella shortlist come Miglior Film Internazionale ai prossimi Premi Oscar, anche Le otto montagne ha attirato l’attenzione estera. In particolare, la performance di Alessandro Borghi nei panni del co-protagonista Bruno, ha ricevuto una menzione speciale da parte del New York Times.
In vista dell’annuncio delle cinquine definitive, infatti, la giornalista americana Manhola Dargis ha inserito l’interpretazione dell’attore romano tra le possibili candidature per la categoria del Miglior Attore Non Protagonista. Una menzione speciale arrivata in concomitanza dell’annuncio delle longlist dei BAFTA 2024, in cui Le otto montagne è rientrato come Miglior Film in Lingua non Inglese.
La pellicola, basata sull’omonimo romanzo di Paolo Cognetti ha fatto il suo debutto in concorso al Festival di Cannes 2022. In seguito, è approdata nelle sale cinematografiche a partire dal 22 dicembre dello stesso anno e ha ottenuto 4 David di Donatello a fronte di 14 candidature, tra cui la statuetta per il Miglior Film.
Alessandro Borghi acclamato dal New York Times per Le otto montagne
Presentato in concorso il 18 maggio 2022 al 75° Festival di Cannes, Le otto montagne ha ricevuto il Premio della giuria (ex aequo con EO). La pellicola, che ha riunito Alessandro Borghi e Luca Marinelli sul grande schermo – dopo il precedente Non essere cattivo – ruota attorno all’amicizia tra Bruno e Pietro, nata per caso in un’estate tra le montagne della Val d’Ayas. Il tempo e le circostanze li divideranno per poi riunirli in maniera inaspettata, a seguito della morte del padre di Pietro, Giovanni (Filippo Timi), su quelle stesse montagne dove si sono conosciuti anni prima. Se Bruno ha scelto di rimanere lì, Pietro ha deciso di ritornare per fare pace con se stesso e con il complicato rapporto vissuto con il padre.
In un film, che fa della sottrazione e dei silenzi contemplativi la sua poetica, non è passata inosservata l’interpretazione di Alessandro Borghi. Della sua performance, Manhola Dargis ha affermato: “Dona eloquenza ai silenzi di Bruno“, al punto tale da inserirlo nella sua personale cinquina dei Premi Oscar. La prova attoriale di Borghi è stata inserita nella categoria del Miglior Attore Non Protagonista insieme a quelle di Charles Merton in May December, Robert De Niro in Killers of the Flower Moon, Colman Domingo ne Il colore viola e Soya Kurokava in Monster.
In attesa di Supersex, la serie su Rocco Siffredi
Vincitore di un David di Donatello per la sua performance in Sulla mia pelle, Alessandro Borghi si appresta a tornare con la serie Supersex. Targato Netflix, lo show sarà incentrato su Rocco Siffredi, a cui Borghi presterà il volto. Nel cast ci saranno anche Jasmine Trinca, Adriano Giannini e Saul Nanni, che rivestiranno rispettivamente i panni di Lucia, Tommaso e Rocco da giovane. Ideata da Francesca Manieri, la serie si avvale della regia di Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni.