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L’Albero della Vita esiste veramente?

Non si tratta dell'arbusto più longevo al mondo ma la sua storia "temeraria" lo rende unico

Presente in diverse culture e con nomi diversi, l’Albero della Vita ha un significato che può essere generalizzato in tutto il mondo, ovvero la rinascita. Ma ciò che ci chiediamo, oltre al suo valore simbolico, è se esiste un arbusto in natura che rappresenti questo simbolo? La risposta è “Sì”.

L’Albero della Vita nella sua simbologia più antica è considerato sorgente di vita e di rinascita. In particolare si ritiene che la vita sia rappresentata dai quattro elementi che compongono l’albero. Nel dettaglio le radici: salde e che vanno in profondità; il tronco: solido e resistente, in grado di sostenere i numerosi rami; le foglie: rigogliose e numerose; i frutti: abbandonati e preziosi, perché si trovano solo in un periodo dell’anno. Come accennato, la simbologia dell’Albero della Vita si può considerare simile in ogni cultura nella quale è presente, ma la domanda a cui vogliamo trovare risposta in questo momento è: scoprire se tale importante arbusto esista in natura.

Albero della Vita
Ciondolo raffigurante l’Albero della Vita – VelvetMag

L’esistenza “mistica” dell’Albero della Vita

Secondo quanto sostengono diverse credenze l’Albero della Vita esiste e si trova nel deserto del Bahrain. Il suo nome è Shajarat-al-Hayat e, ogni anno, riceve migliaia di visitatori. Presente anche nelle Sacre Scritture, dalla Genesi all’Apocalisse, questo simbolo di vita per antonomasia ha un posto d’onore in diverse culture del mondo ed è per questo che una sua corrispondenza ‘realistica’ assume particolare significato. Il Shajarat-al-Hayat si trova tra la Montagna del Fumo e Manama e si erge verso il cielo. Non si tratta dell’albero più longevo, ma le sue origini sono comunque particolarmente antiche. Sebbene i suoi 400 anni di vita non ne fanno l’albero più vecchio al mondo, è la sua storia a renderlo unico.

L’Albero della Vita nel deserto del Bahrain, infatti, è cresciuto in una terra arida, desertica e priva di vegetazione. Conduce un’esistenza, dunque, che potrebbe apparire impossibile e quindi ‘miracolosa’. Nel deserto appare quasi alla stregua di un miraggio, situato praticamente nel nulla. Secondo le credenze popolari sarebbe stato piantato nel 1583 per indicare il luogo in cui in origine sorgeva il Paradiso Terrestre. Ed è proprio da questa terra che sarebbe prosperato fino a nostri giorni, portando con sé tutto l’immenso significato che gli viene attribuito.

Prosopis Cineraria
Esemplare secolare di Prosopis Cineraria – VelvetMag

Come sopravvive veramente questo arbusto

Shajarat-al-Hayat è diventato col tempo una vera e propria attrazione turistica. Ogni anno arrivano più di 50.000 turisti, alcuni dei quali responsabili di danni quali graffiti o intagli. Infatti, per questo motivo oggi è stato posto attorno all’albero un recinto di ferro. Pur non volendo sfatare la meraviglia della storia ‘magica’, la reale spiegazione dietro alla sopravvivenza dello Shajarat-al-Hayat è meno enigmatica di quanto si possa pensare. Si tratta, infatti, di un esemplare di Prosopis Cineraria e il terreno in cui cresce si trova solo a 10 metri dal livello del mare. Questo rende l’aria molto umida e permette all’albero di rifornirsi dell’acqua che necessita.

Questa specie, inoltre, è nota per la sua capacità di adattarsi nei deserti. Riesce a sopravvivere grazie alle sue radici che possono superare i 50 metri di lunghezza per raggiungere le fonti d’acqua nel sottosuolo. Ma nonostante questa spiegazione scientifica, nulla vieta all’Albero della Vita in Bahrein di continuare ad essere riconosciuto come un elemento suggestivo e ‘misticamente’ simbolico.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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