Gaza, più vicino un accordo sul rilascio di altri ostaggi
Nell'arco delle prossime 2 settimane potrebbe scattare un cessate il fuoco di 2 mesi e il ritorno in Israele di 100 persone rapite il 7 ottobre da Hamas
La sospensione dei bombardamenti e delle operazioni militari di terra da parte di Israele per circa 2 mesi in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi israeliani ancora nelle mani dei miliziani di Hamas. Sarebbero questi i termini di un’intesa che sembra adesso più vicina fra le parti in guerra in Palestina.
Secondo il New York Times, i negoziatori, guidati da diplomatici statunitensi, stanno approntando un accordo che potrebbe entrare in vigore nelle prossime 2 settimane. Esiste una bozza scritta dell’intesa che fonde le proposte di Israele e di Hamas. Le parti in guerra le hanno elaborate e avanzate negli ultimi 10 giorni. Ci sono ancora importanti disaccordi da superare. Ma i negoziatori sono cautamente ottimisti sul fatto che un accordo finale sia a portata di mano, secondo i funzionari americani che il New York Times ha contattato.
Gaza, l’Unrwa travolta dalle accuse
A fronte di una speranza di cessate il fuoco si registra a Gaza la questione dei gravissimi sospetti su alcuni dipendenti dell’agenzia dell’ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi: l’Unrwa (United nations relief and work agency). Il segretario generale delle nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto a tutti i paesi di “garantire la continuità” dell’Agenzia.
In questi giorni gli Usa, l’Italia, il Canada, la Germania, la Gran Bretagna, la Finlandia, l’Australia e l’Olanda hanno deciso di congelare i propri finanziamenti all’Unrwa. L’Agenzia ha infatti dovuto licenziare 9 suoi dipendenti sospettati di essere coinvolti nel pogrom di stampo nazista che i miliziani di Hamas hanno compiuto in Israele il 7 ottobre 2023. Israele ha dichiarato che mai più consentirà la presenza dell’organismo a Gaza, una volta terminata la guerra.
Over 2 million people in #Gaza depend on @UNRWA for survival as war and displacement continue.
Many are hungry as the clock is ticking towards a looming famine. @UNRWA runs shelters for over 1 million people & provides food & primary healthcare even at the height of hostilities. https://t.co/lPEdNQtq8H
— UNRWA (@UNRWA) January 27, 2024
“Pur comprendendo le loro preoccupazioni, e anch’io sono rimasto inorridito da queste accuse – ha detto Guterres in una nota -, faccio appello con forza ai governi che hanno sospeso i loro finanziamenti almeno a garantire la continuità delle operazioni dell’Unrwa“. “Qualsiasi dipendente delle Nazioni Unite coinvolto in atti terroristici sarà ritenuto responsabile, anche attraverso un’azione penale“, ha dichiarato inoltre Guterres, impegnandosi a collaborare con le autorità competenti. E ha confermato che 12 dipendenti dell’Unrwa a Gaza sono interessati da queste “accuse estremamente gravi“. Essi sono oggetto di un’indagine interna dell’ONU: l’Unrwa ha licenziato 9 di loro, di uno è “confermata la morte” e l’identità di altri due è “in via di chiarimento“, ha aggiunto.
“Tunnel di Hamas intatti”
Dall’America giungono altre rivelazioni su cosa stia accadendo realmente nella Striscia di Gaza, dove i giornalisti non possono se non limitatamente raccontare lo svolgimento e le conseguenze della guerra. Secondo il Wall Street Journal, dopo 114 giorni di combattimenti, ben l’80% del sistema di tunnel di Hamas nel sottosuolo di Gaza sarebbe intatto. Lo affermano funzionari israeliani e statunitensi, secondo cui è difficile valutare quanta parte del labirinto sotterraneo sia stata distrutta finora dalle truppe israeliane. Funzionari israeliani hanno affermato che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, e altri comandanti del gruppo terrorista si nascondono sottoterra. In particolare Sinwar si troverebbe in un centro di comando in un tunnel sotto Khan Younis, insieme ad alcuni degli ostaggi israeliani.