Sandra Milo, se ne va a 90 anni la musa di Federico Fellini
L'annuncio arriva dalla famiglia della celebre attrice, che si è spenta nella sua abitazione
Lutto nel mondo del cinema: si è spenta all’età di 90 anni Sandra Milo, nella mattina di lunedì 29 gennaio. A darne la notizia è stata la famiglia, la quale ha rivelato che l’attrice e musa di Federico Fellini si sia spenta nella propria abitazione.
Sandrocchia: così Federico Fellini aveva soprannominato bonariamente Sandra Milo, al secolo Salvatrice Elena Greco. Classe 1933, è stata uno dei volti più celebri del cinema degli Anni Sessanta, proprio grazie al regista riminese che l’ha diretta in capolavori quali Giulietta degli spiriti (1965) e 8½, Premio Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1964.
Dotata di una personalità ironica che le ha permesso di affermarsi sul grande schermo nell’archetipo della “bella svampita“, si è affermata anche in televisione, dove ha consolidato il suo successo, rimasto saldo anche nel corso degli ultimi anni.
Sul fronte privato, la vita di Sandra Milo è stata un susseguirsi di avventure, tra i numerosi flirt – tra cui quello con lo stesso Federico Fellini – a episodi molto dolorosi che l’hanno profondamente segnata, senza mai farle perdere il sorriso. Nata a Tunisi l’11 marzo 1933 da padre siciliano e madre toscana, ha trascorso l’infanzia a Vicopisano, borgo poco distante da Pisa e nel corso dell’adolescenza si è trasferita a Viareggio con la famiglia. All’età di 13 anni ha subito un tentativo di violenza, mentre a 15 anni è convolata a nozze col marchese Cesare Rodighiero. Dall’unione nacque una bambino, morto prematuramente, e il matrimonio ha avuto durata di soli 21 giorni, prima di essere annullato dal Tribunale della Rota Romana.
Addio Sandra Milo, icona del cinema italiano
“Oggi alle 8:25 del mattino nostra madre è venuta a mancare. Ci ha lasciato serenamente, addormentandosi nel suo letto, nel modo in cui ci aveva espressamente richiesto, circondata dal nostro amore e da quello dei suoi amati cani Jim e Lady.” Con queste parole, condivise sul profilo Instagram di Sandra Milo, i figli dell’attrice hanno annunciato la morte dell’indimenticata icona del cinema italiano.
Dalla vita spesso travagliata, per via di questioni amorose – “mi sono fatta male con l’amore“, aveva raccontato – è convolata in seconde nozze con il produttore greco Moris Ergas. Grazie a quest’ultimo, è arrivato il primo ruolo importante sul grande schermo, ovvero quello ne Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini, nel 1959. Anche questa seconda unione, dalla quale nacque la figlia Deborah, si è rivelata particolarmente turbolenta, come testimoniavano le furibonde liti pubbliche.
Il suo esordio sul grande schermo, arrivato dopo una breve carriera come fotomodella, grazie alle sue forme prorompenti da maggiorata, è arrivato accanto ad Alberto Sordi in Lo scapolo (1955) di Antonio Pietrangeli. Fin subito, si è fatta notare grazie alla sua caratteristica voce squillante e ingenua, che le ha permesso di ritagliarsi uno spazio tutto suo nelle produzioni dell’epoca, come la “bella svampita“.
Anche sul fronte cinematografico, tuttavia, non sono mancate le delusioni. Dopo aver recitato nuovamente per Antonio Pietrangeli in Adua e le compagne, nel 1961 torna a farsi dirigere da Roberto Rossellini in Vanina Vanini. Basato sull’omonimo romanzo di Stendhal, il film ha ottenuto una clamorosa stroncatura al Festival di Venezia, al punto tale da farle guadagnare il nomignolo di Canina Canini e di costringerla a una brusca interruzione nella sua carriera.
L’incontro con Federico Fellini, la carriera televisiva e il presente
Insomma, all’inizio degli Anni Sessanta la carriera cinematografica di Sandra Milo sembrava essere stata interrotta sul nascere. Nel 1962, però, ha fatto ritorno sul grande schermo con Il giorno più corto di Sergio Corbucci, al fianco di Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Jean-Paul Belmondo, Ugo Tognazzi e Aldo Fabrizi, tra gli altri.
Ma è l’incontro con Federico Fellini, con il quale avrebbe condotto una relazione clandestina durata ben 17 anni, a rinvigorire la sua carriera di nuova linfa vitale. Il genio riminese vuole la sua “Sandrocchia”, come l’aveva soprannominata bonariamente, in 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965), nei panni di una femme fatale ironica e disinibita, che incarna l’immaginario erotico del regista. Gli Anni Sessanta hanno rappresentato il periodo di maggior attività per Sandra Milo, che però dovette rallentare i ritmi, soprattutto dopo aver intessuto una relazione con Ottavio De Lollis, da cui nacquero gli altri due figli, Ciro e Azzurra.
Al contempo, Sandra Milo iniziò parallelamente una carriera sul piccolo schermo. Dopo l’esperienza come conduttrice di un ciclo di cinque puntate di Studio Uno nel 1966, fece ritorno negli Anni Ottanta su Rai Due – all’epoca sotto il controllo del PSI – grazie alla sua vicinanza con Bettino Craxi. Pur concentrando la sua attività sul piccolo schermo, Sandra Milo non ha mai abbandonato il cinema. Solo nel 2023 è difatti apparsa nel film Il più bel secolo della mia vita, di Alessandro Bardani, al fianco di Sergio Castellitto e Valerio Lundini, nel documentario Roma, santa e dannata di Daniele Cipri e in Che bella storia la vita, di Alessandro Sarti. Nel 2021 è stata inoltre insignita del Premio alla Carriera ai David di Donatello, per via del suo contributo al mondo del cinema. Un mondo che oggi piange la sua scomparsa.