Zelensky in difficoltà: mancano uomini e dilaga la corruzione
Approvata la proroga della legge marziale e una nuova mobilitazione, ma il fronte interno scricchiola
La guerra in Ucraina è entrata da tempo in una fase di stallo. I due eserciti si stanno affrontando da mesi in una drammatica guerra di logoramento, dove le perdite sono ingenti sia da un lato, che dall’altro. La stabilità però del fronte interno ucraino scricchiola, con il Presidente Zelensky che ha scaricato il comandante dell’esercito Valerij Zalužnyj.
Il generale Zalužnyj, che ha guidato le truppe ucraine sin dall’attacco russo del 24 febbraio 2022, era molto amato dall’esercito e dal popolo. Alcuni esperti sostengono, forse troppo. Tanto che Zelensky, per riaccentrare il potere nelle sue mani in una fase della guerra tanto complicata lo ha scaricato. Ma l’Ucraina non è più quella di due anni fa. I problemi di corruzione dilagano, le armi inviate dall’Occidente secondo fonti occidentali finiscono molto spesso nelle mani di milizie e di organizzazioni criminali. E la mobilitazione di nuove reclute da mandare al fronte si fa sempre più complicata. I giovani ucraini cercano di scappare dalla guerra, per sfuggire al tritacarne del fronte.
Il fronte interno scricchiola: Zelensky caccia il generale Zalužnyj amato dalle truppe
Fonti ucraine fanno sapere che questo 6 Febbraio il presidente ucraino Zelensky ha firmato la proroga per ulteriori 90 giorni della legge marziale e la mobilitazione. Il parlamento ucraino aveva precedentemente esteso la legge marziale e la mobilitazione dal novembre 2023 al 14 febbraio 2024. Ma Zelensky ha presentato al parlamento il 5 febbraio, una proposta per estendere le due misure per altri 90 giorni. Secondo la legge marziale, gli uomini ucraini di età compresa tra i 18 e i 60 anni, con alcune eccezioni, non possono lasciare il Paese, poiché potrebbero essere chiamati a prestare il servizio militare. Le perdite dopo 2 anni di guerra sono massicce, ma Zelensky non può permettersi di abbassare il livello dello scontro con i russi. Perché le armi ed i fondi in arrivo dall’Occidente contano sulla possibilità delle truppe ucraine di logorare l’esercito russo. Ma l’Ucraina non è più quella di due anni fa.
Il fronte interno dopo due anni di guerra scricchiola, e c’è chi giudica la mossa di accentramento del potere di Zelensky contro il generale Zalužnyj, un azzardo politico. Il generale infatti era molto amato dalle truppe, ma la sua personalità carismatica e di opposizione a volte alle decisioni del presidente ucraino. Hanno creato col tempo una rivalità “politica” interna che Zelensky in questo momento ha deciso definitivamente di risolvere. Ma la sua popolarità è data in netto calo. La mobilitazione infatti rischia di non dare i frutti sperati. Il pessimo andamento del conflitto ha influito sull’umore di tanti uomini – giovani e meno giovani – che cercano in ogni modo di evitare l’arruolamento per non venire inviati nella ruota della morte della controffensiva ucraina.
La corruzione dilaga: una buona quota delle armi non arriva in Ucraina
Anche sui social si moltiplicano le immagini di giovani inseguiti e bloccati per strada, con la forza, dalle squadre di arruolatori. Solo che stavolta la gente ha iniziato a reagire, perché non vuole consegnare i propri figli alla morte. Si stima che sono circa 800mila gli uomini ucraini che dall’inizio della guerra sono scappati in Europa. E Kiev ora sta operando, come confermano le parole del ministro della difesa Umjerov, una stretta sui disertori che potrebbe chiedere ai Paesi europei di consegnare chi è scappato illegalmente. Ma come ben sappiamo offrire rifugio a chi scappa dalla guerra è sancito – sacrosantamente – dal diritto internazionale. Che si spera i governi europei rispettino nonostante le pressioni di Kiev. Ma a minare la tenuta della difesa ucraina non vi sarebbe solo la carenza di uomini. Ma anche il fenomeno della corruzione.
L’esercito ucraino sta finendo le munizioni, e gli USA hanno delegato all’Europa il loro rifornimento, l’UE però non riesce a mantenere i ritmi necessari. Ma ciò che c’è di peggio è che una buona quota di armi inviate dall’Occidente finisce ormai molto spesso per fenomeni di corruzione nelle mani sbagliate. Come milizie, gruppi terroristici e la criminalità organizzata. Malaffare e malfunzionamenti dell’apparato statale non sono certo una novità in Ucraina, in testa da molto prima della guerra a tutte le classifiche negative di malgoverno e corruzione, ma il pessimo andamento del conflitto ha ingigantito il problema. E ora c’è chi si interroga sulla tenuta di Zelensky e il futuro ruolo di Zalužnyj.