È ormai esplosa oltreoceano la tragedia delle morti per overdose di fentanyl, farmaco oppiaceo impiegato nella terapia del dolore. L’Italia prova a prevenire quella che sta diventando una piaga a livello internazionale. La circolazione del fentanyl è andata fuori controllo in America e il farmaco si è trasformato in una droga molto potente e molto ricercata. Il suo livello di letalità supera quello di droghe come l’eroina.
Nei giorni scorsi un comunicato del ministero della Salute, firmato dal direttore generale Francesco Vaia, ha messo nero su bianco che è scattata “l’allerta di grado 3 (massimo livello)”. Si tratta di un’allerta che attiva il “potenziamento delle misure di protezione dei preparati farmaceutici a base di fentanyl e suoi derivati“. In altri termini: occorre ridurre al minimo il rischio che quei farmaci escano dal circuito sanitario per essere invece smerciati nello sterminato sottobosco della droga. Il fentanyl è divenuto da anni una delle sostanze stupefacenti più richieste sul mercato nero del dark web, in Rete.
Fentanyl, allerta generale
Il documento del nostro ministero prende spunto da una nota riservata di inizio febbraio dell’Istituto superiore di sanità, secondo quanto riportano le agenzie di stampa. Il documento sulle “misure di protezione” dei preparati a base di fentanyl è stato diramato alle Regioni, al Dipartimento delle Politiche antidroga e al Comando dei Carabinieri per la tutela della salute.
Quel che accade negli Stati Uniti fa paura. Il direttore Francesco Vaia lo scrive chiaramente nella nota ufficiale del ministero ricordando che “il Fentanyl è recentemente diventato la principale causa di overdose negli Stati Uniti“. Sarebbero finora 200mila i morti per overdose di fentanyl negli Usa. Quel dato, per fortuna, è ancora lontano in Italia ma è meglio agire prima che accada qualcosa di peggio. Nell’Unione europea al momento la portata del fenomeno resta limitata.
Nel 2021, stando ai dati citati nella nota del ministero della Salute, sono emersi 137 decessi associati al fentanyl, di cui 88 nella sola Germania. “Una parte significativa di questi decessi – rileva il ministero – si pensa sia associata al fentanyl sottratto dai canali leciti di distribuzione per l’uso medico. È essenziale tenere presente che i dati europei attuali probabilmente sono una sottostima della realtà. Anche se attualmente la diffusione del fentanyl in Europa è relativamente limitata, tale sostanza rappresenta comunque una minaccia potenziale. Capace di influire in modo significativo la salute e la sicurezza europea in un prossimo futuro“.
Il Fentanyl in Italia
Come documentato da Federica Angeli su Repubblica, lo scorso novembre, in Italia l’uso del fentanyl come droga è limitato. Le droghe di cui si fa più uso e abuso sono la cannabis e la cocaina, per ultima l’eroina sta sotto l’1%. Il fenomeno dunque è attenzionato ma resta di nicchia. Ora però è scattata la massima allerta, come detto, da parte del ministero della Salute, in funzione di prevenzione.
Gli effetti della sostanza
Il fentanyl è una delle droghe più acquistate sul mercato clandestino, prevalentemente in Cina, dove esiste il maggior numero di fornitori di oppioidi sintetici. Si stima che circa il 70% delle morti per overdose negli Stati Uniti nel 2021 (107.622) siano dovute al fentanyl. Ma perché questa sostanza è così pericolosa? “È un oppioide sintetico 100 volte più potente della morfina e 50 volte più dell’eroina come analgesico“, spiega Massimo Clerici, docente di Psichiatria all’Università Milano Bicocca e vice presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) in un’intervista al Messaggero.
“Lo si usa come trattamento per il dolore, solo con prescrizione medica” aggiunge. “Solitamente in pazienti oncologici allo stadio terminale. Tutt’oggi è un anestetico per l’esecuzione di alcune procedure chirurgiche. Ma come per molti oppiacei, una volta conosciuto, ha cominciato a diffondersi sul mercato nero per i suoi effetti psicoattivi, che causano una forte sensazione di euforia, oltre che di ansiolisi“. “Il problema è che più la sostanza viene consumata e più il nostro corpo sviluppa tolleranza. In questo modo – risponde Clerici – i recettori degli oppiacei, per mantenere gli stessi effetti delle prime volte, richiedono dosi sempre più massicce“.