Elezioni in Sardegna: test decisivo per Meloni e Schlein
Domenica 25 febbraio il voto alle regionali. È possibile che il Centrodestra perda e allora non si escludono rese dei conti con ripercussioni nazionali
In Sardegna è ormai conto alla rovescia per le elezioni di domenica 25 febbraio, con cui i sardi sceglieranno il nuovo governatore e rinnoveranno il Consiglio regionale. Si tratta della prima grande sfida elettorale dell’anno fra la maggioranza di Centrodestra e le opposizioni, in vista delle amministrative e delle europee, a giugno. La premier Meloni e la segretaria del PD Schlein si giocano molto. Chi conquisterà la Sardegna potrà guadagnare un sensibile vantaggio nelle prossime corse elettorali.
L’alleanza di Centrosinistra, a guida PD-M5S, che sostiene Alessandra Todde ha svolto gli ultimi giorni di campagna con il duo Giuseppe Conte–Elly Schlein. Ma con date e percorsi separati. Non si sono incrociati e nemmeno sono stati insieme per la chiusura dei comizi. A tagliare corto è stata proprio la Todde. “Ho avuto la disponibilità di Conte e Schlein e li ringrazio molto per la loro vicinanza e per il supporto. Ma ho preteso che la chiusura della campagna elettorale sia sarda, perché questa è la battaglia dei sardi“.
Sardegna, la situazione politica
È il segno della politica di questi tempi. A livello regionale o comunale partiti e coalizioni promuovono candidati che poi ci tengono a distaccarsi da Roma e dai suoi leader nazionali. Conte nei giorni scorsi in Sardegna si era detto “a disposizione” per un eventuale evento congiunto. Schlein ha risposto lo stesso: “Ho dato la mia disponibilità a Giuseppe Conte che chiedeva di spingere insieme“. Ma per Alessandra Todde la linea resta quella sarda. E non è escluso che possa essere quella vincente.
Intanto si accendono sempre i più i toni dello scontro con Renato Soru, l’ex governatore sostenuto dalla Coalizione sarda che contende a Todde l’alternativa alla maggioranza uscente di Centrodestra. I botta e risposta si sono concentrati sul voto utile: per Todde “votare Soru significa votare Truzzu“. Ma Soru respinge e contrattacca: “Todde è la vicerè inviata da Roma a mantenere asservita la Sardegna“. Nel Centrodestra, che ha puntato sul candidato di Fratelli d’Italia e sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, la strategia adottata è stata all’opposto di quella del Centrosinistra. A Cagliari è arrivato il tridente Meloni-Salvini-Tajani.
Lega e FdI, amici-nemici
Ma la Lega resta in realtà una spina nel fianco del Governo Meloni anche in campagna elettorale. Matteo Salvini ha completato quattro mini tour ed è rimasto in Sardegna fino all’ultimo momento utile. Il suo vice Andrea Crippa ha attraversato più volte il mare in queste settimane per incontri con i dirigenti locali del Carroccio. Non è mancata nemmeno la presenza del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che, tra Sassari e Nuoro, ha rimarcato: “Io sono qui per sostenere i nostri candidati che in questa regione hanno fatto bene. E sono sicuro che il Centrodestra avrà i risultati che merita“.
In questi giorni il quotidiano Il Foglio, vicino al Centrodestra moderato, ha paventato l’ipotesi di una sconfitta del candidato alla presidenza della Sardegna, Paolo Truzzu. E, comunque vadano le elezioni, di un redde rationem tutto interno alla coalizione che sostiene il Governo Meloni. “In via della Scrofa (sede di Fratelli d’Italia a Roma, ndr.) sanno che sarà impossibile o quasi ripetere la media delle politiche, cioè il 26%” ha scritto il Foglio. “C’è anche la forte convinzione che la Lega potrebbe veramente andare male, dimezzando i consensi nazionali“. Se invece sarà Truzzu il nuovo presidente della Sardegna “la resa dei conti al massimo sarà nel partito di Salvini“.