Dal 7 marzo nelle sale cinematografiche italiane arriva Neve, un film di e con Simone Riccioni e la giovanissima Azzurra Lo Pipero. VelvetMAG ha raggiunto la co-protagonista Margherita Tiesi. Volto noto anche di diverse fiction di successo, l’attrice ha condiviso alcuni degli aspetti legati al ruolo interpretato nella pellicola di prossima uscita e della sua carriera più in generale.
Dal 7 marzo arriva nei cinema italiani Neve, un film che affronta una tematica forte e delicata allo stesso tempo e che utilizza, tra i tanti linguaggi, anche quello dell’amore. Neve, il film di e con Simone Riccioni, si avvicina al bullismo e al cyberbullismo. La protagonista Neve, interpretata dalla giovanissima Azzurra Lo Pipero, deve far fronte a questa piaga sociale in prima persona e a sostenerla in questo cammino di rivalsa e coraggio la madre Marta, interpretata da Margherita Tiesi. Il film affronta diversi temi che si intersecano con quello principale e restituisce un’immagine della società più attuale di quella che, talvolta, si possa immaginare.
Sinossi del film
Marta è una ragazza madre, mamma di Neve. E, attraverso il linguaggio dell’amore, insegnerà alla figlia ad affrontare i pericoli e le sopraffazioni che a volte la vita riserva. Marta farà per Neve tutto ciò che potrà per rendere migliore la vita della figlia. Una madre, giovane e sola, ma anche estremamente responsabile e piena d’amore. Il film vede alla regia e tra gli interpreti Simone Riccioni, tra gli altri attori presenti anche Simone Montedoro e Alessandro Sanguigni.
Margherita Tiesi
Margherita Tiesi, classe 1993, giovane e già con una carriera interessante da vantare. Diversi gli spettacoli teatrali, così come i cortometraggi, i film e le serie TV di grande successo che l’hanno vista protagonista. Capace di interpretare ruoli diversi e ‘personalità’ adattate, di volta in volta, ai vari ‘palcoscenici’. Margherita Tiesi è stata, tra le altre, Ines Rossetti, una ‘Venere’ del Paradiso delle Signore e Beatrice Corsi tra le protagoniste di Pezzi Unici con la regia di Cinzia th Torrini. In televisione l’abbiamo vista anche ad Un passo dal cielo e tra gli ultimi lavori a teatro La Stanza di Veronica. In vista del prossimo ruolo da co-protagonista nel film Neve, l’attrice ha condiviso con VelvetMAG alcuni degli aspetti legati al ruolo di Marta e alla sua carriera in generale.
Intervista esclusiva a VelvetMAG
Margherita, volto noto di tante fiction, film e spettacoli teatrali. Tra le sue esperienze professionali ne esiste una che l’ha segnata in modo particolare?
Penso che ogni esperienza sia a sé ed ogni lavoro attoriale abbia la possibilità di arricchire sia la persona che l’attore. Premesso questo, credo che l’esperienza con la serie Pezzi Unici, diretta da Cinzia Th Torrini con Sergio Castellitto e Giorgio Panariello, sia stata una delle più ‘segnanti’ per me. Soprattutto, perché si era creata una bellissima intensa, sia con gli attori che con la regista stessa. Un bel team che era sia una famiglia ma anche una ‘macchina da guerra’. Perché credo che Cinzia Th Torrini, come regista, sia proprio una ‘macchina da guerra’. Del resto, Pezzi Unici è durata tanto, abbiamo girato per 7 mesi e questo sicuramente ha contribuito a rendere l’esperienza davvero unica e molto bella.
Anche rispetto a quanto detto, c’è un personaggio al quale si sente particolarmente legata, che ha ‘amato’ o magari anche ‘odiato’?
Dal mio punto di vista penso che odiare un personaggio sia difficile, soprattutto perché un attore è chiamato a non giudicare mai. Quindi, dovendo entrare anche in empatia con lui cercando di comprenderlo fino in fondo e comprendere le sue ragioni, è inevitabile ad un certo punto anche affezionarsi ed ‘innamorarsene’. Penso che, anche per fare un buon lavoro, sia una cosa necessaria, e non solo fisiologica, quasi un dovere. Direi comunque, che a parte il personaggio di Pezzi Unici, che ho già citato, anche proprio il personaggio di Marta in Neve mi ha lasciato tanto.
I rapporti umani sui set
Margherita Tiesi, tanti ruoli, diversi registi e tanti nomi altrettanto noti con cui ha lavorato, oltre a quelli già citati. Persone con cui confrontarsi, magari anche scontrarsi, prendere spunto o viceversa. Cosa porta dei vari rapporti umani costruiti sui vari set?
La cosa che più amo e che ho avuto la fortuna di vivere, quasi sempre e fino ad oggi, è la collaborazione che si instaura tra tutte le persone presenti sul set. La collaborazione con la troupe e con il regista in modo particolare, poiché difatti è proprio il regista che va a dirigere il suo lavoro. E a fronte di questo, la cosa per me più bella è quando si crea quell’intesa tra attore e regista che permette di lavorare insieme e in sintonia per creare qualcosa di bello. Uno spazio in cui il regista propone, ma anche l’attore stesso si sente predisposto a proporre percependo nel regista la propensione ad ascoltare.
Uno spazio in cui c’è ascolto e fiducia reciproci, nonostante sia poi sempre il regista ad avere la visione completa del tutto. Io ho avuto la fortuna di incontrare delle persone molto aperte, molto collaborative e creative, perché non si deve dimenticare quanto questo sia un lavoro creativo e di artigianato umano. E quando c’è una collaborazione da tutte le parti è proprio un’orchestra che suona in armonia.
Margherita Tiesi nei panni di Marta
E a proposito di set, a breve uscirà nelle sale cinematografiche italiane Neve, un film che si preannuncia già molto intenso anche per via delle tematiche trattate. Quando Simone Riccioni le ha proposto di prendere parte a questa pellicola quale è stata al sua reazione?
Lui mi mandò la sceneggiatura per farmela leggere e mi ricordo che la lessi subito e in poco tempo lo chiamai per accettare il ruolo. Questo perché mi ha immediatamente commosso il percorso che ciascun personaggio intraprende verso una nuova vita. Un percorso verso una rinascita, verso dei valori nei quali il personaggio stesso crede e ai quali ambisce. E quindi questo cammino in salita, di ciascuna figura del film, mi ha emozionata soprattutto perché non era scritto in maniera scontata.
Era scritto in maniera semplice, ma molto sincera. Poi tra l’altro il tema centrale è il bullismo e il cyberbullismo, ma ci sono davvero altri temi all’interno del film. C’è il tema della famiglia, della genitorialità e di quanto sia difficile, e allo stesso tempo meraviglioso, diventare genitori anche nelle difficoltà che la vita offre. Difficoltà come, per esempio, quelle affrontate da questa bambina in questa fase di crescita e che possono indurre a scoprire quanto, alla fine, ci sia sempre una via bella che si può scegliere, che si può percorrere per uscirne fuori.
Margherita, il film affronta un tema delicatissimo: il bullismo. Il suo ruolo è quello di una madre di una figlia costretta ad affrontare le sopraffazioni. Quale è stato il registro personale che ha adoperato per interpretare un ruolo così intenso e possiamo dire non facile?
Inizialmente mi sono documentata molto su storie di ragazze madri, perché in fondo parliamo anche di questo. Marta, il mio personaggio, è infatti una ragazza madre e questo si accentua anche attraverso la poca differenza d’età che c’è tra il mio personaggio e l’attrice che interpreta la protagonista. La bambina, infatti, viene al mondo figlia di una relazione non occasionale, ma neanche delle più stabili. Marta scopre di essere incinta e decide di portare a termine la gravidanza, nonostante la sua famiglia non approvi e nonostante non ci sia una figura paterna. Marta, quindi, cresce Neve da sola. Con tutte le difficoltà che può avere, a quel punto, una ragazza madre senza alcun tipo di appoggio, ma con tutto il coraggio e la volontà di credere e di volere questa piccola vita che sta nascendo.
Dopo essermi documentata molto su questa condizioni in cui si trovano tante giovani donne, ho chiesto al regista di poter incontrare Azzurra Lo Pipero. E così è stato. Io e Azzurra abbiamo passato diversi giorni insieme, cercando di creare un rapporto che non fosse solo professionale. Un modo per ritrovarci anche del lavoro importante per le scene sul set, creando sia un’amicizia che un’intesa lavorativa. Leggendo insieme le scene e capire anche come poterci ‘giocare’ insieme.
Quale è stata invece, o qual è, la relazione tra Margherita Tiesi e Marta (ndr.)?
Senza dubbio profonda perché, non essendo ancora madre, ne ho approfittato per ‘affacciarmi’ a questa realtà. Già un anno fa avevo interpretato una madre per Un passo dal Cielo e con Neve mi sono rituffata in questo universo di maternità. Mi sono fatta anche un po’ ‘insegnare’ da Marta quello che può voler dire essere una madre giovane. E quindi l’importanza di essere un punto di riferimento per una bambina, ma anche la voglia di lasciarsi entusiasmare da lei, la voglia di crescerla in maniera sana e con un spirito di gioco, tenerezza e dolcezza.
Marta è uno dei personaggi a cui mi ritengo particolarmente legata, come detto anche all’inizio, perché penso che l’universo materno, che ancora non conosco, sia veramente un mondo affascinante. Una storia antica quanto il mondo, tuttavia io ho sentito necessario riscoprire l’importanza di questo periodo di vita a cui alcuni di noi sono portati o chiamati. Quanto può essere meravigliosa la maternità, così come la paternità, e quanto allo stesso tempo è spesso data per scontata e pertanto merita di essere riscoperta e valorizzata.
Il bullismo e le tematiche sociali
Il bullismo è un tema sempre caldo che non riguarda solo la scuola, ma riguarda la società contemplata in maniera più ampia e assoluta. Quanto, secondo lei, affrontare questi temi sul grande schermo è importante per formare e informare le nuove generazioni?
Secondo me è fondamentale, perché oggi i giovani guardano moltissima televisione, moltissime serie tv e moltissimi film. E per questo credo che gli ‘schermi’ possano diventare uno dei mezzi da sfruttare, soprattutto in questo periodo storico. Anche perché un film o una serie si vedono, spesso, a casa magari con la famiglia, che secondo me è proprio il pubblico ideale per il tema affrontato in questo film. Il bullismo non lo si può trattare solamente fra i giovani, i bambini o i ragazzi, ma è necessario parlarne anche alle famiglie e ai genitori. Infatti, spesso capita che chi lo riceve, tornando a casa, non ha gli strumenti per spiegarlo alla famiglia, non sa come aprirsi e quindi potrebbe tendere a chiudersi, come ad esempio fa Neve che smette di parlare. Ma non solo, anche chi lo fa magari cerca una giustificazione, un tacito accordo dai propri genitori.
Talvolta le nuove generazioni non sono abituate ai “no“, a comprendere dove finisca il proprio spazio ed inizi quello dell’altro. Personalmente, mi capita anche di vedere tante famiglie preoccupate di non far soffrire i propri figli. Ed invece credo che il dolore, la sconfitta, la perdita, in qualsiasi forma si vivano, siano importanti per crescere a livello intellettivo e relazionale. Si tratta di temi delicati, ma tutto parte secondo me dall’educazione che si riceve in famiglia. Così come dall’amore e dalle attenzioni che si ricevono. È importate saper ascoltare e imparare a farlo nel modo giusto. Che siano parole o che sia il linguaggio del corpo, che sia lo sviluppo del carattere o gli atteggiamenti che i ragazzi assumono nelle varie relazioni. Ed è anche questo il messaggio che vogliamo cercare di trasmettere con questo film: “Fate attenzione e date attenzione a questi piccoli esseri umani che cresciamo“.
Margherita Tiesi e il ‘rapporto’ con la recitazione
Margherita, tra i suoi meriti anche un importante riconoscimento quale il Premio come giovane promessa del cinema “Gianni Di Venanzo” del 2020. Una dimostrazione che anche i giovani possono e sanno fare bene. Quanto la passione per la recitazione è stata per lei importante nella vita anche fuori dai set?
Di un’importanza fondamentale per me. Perché, sebbene credo sia importante scindere lavoro e vita, ritengo che qualsiasi cosa della mia vita possa arricchire il mio lavoro e, allo stesso modo, qualsiasi cosa scoperta all’interno del mio lavoro e dei miei personaggi possa arricchire la mia persona. L’attore è chiamato a conoscere sé stesso in profondità: dal punto di vista fisico, emotivo e psicologico. E questo è importante per poter affrontare meglio il personaggio, che è una ‘persona’ diversa da te e che ti trovi davanti e con la quale devi confrontarti per entrare nei suoi panni. E per farlo è necessario conoscersi benissimo e conoscere in maniera profonda quello che è l’essere umano. Mi piace ripetere spesso, pensando anche supereroi, l’attore sia una sorta di ‘super-essere umano’, perché deve essere più esseri umani possibili in più occasioni possibili.
Prima di salutarla e ringraziarla per il suo prezioso tempo, le chiedo: c’è un sogno nel cassetto che vuole condividere con noi?
Di sogni ce ne sono sempre tanti. Secondo me sono importanti per scappare un po’ da questo ‘grigiume’ che c’è in giro. Più sognamo è meglio è. Più persone sognano e più abbiamo la possibilità di aggiustare questo mondo che abbiamo tanto rovinato. A livello lavorativo, io mi tengo sempre aperta a tutto ciò che viene. Perché ritengo che le cose che avvengono lo facciano per un motivo e avvengono a me perché devono accadere a me. Sono sempre incurabilmente positiva sul futuro e mi aspetto qualsiasi cosa, perché mi aspetto di poterla vivere a pieno e con gusto.