Come era probabile, Paul Pogba è stato condannato a 4 anni di squalifica per doping. Il Tribunale nazionale antidoping ha dunque accolto in pieno le richieste della procura. Il centrocampista della Juventus era stato trovato positivo a un metabolita del testosterone in base a un controllo a seguito di Udinese-Juventus dello scorso 20 agosto. Successivamente aveva subito una sospensione in via cautelare. Ma adesso è arrivato il verdetto. I legali del giocatore francese potranno impugnare la sentenza davanti al Tas, il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna, in Svizzera.
I giudici hanno dunque deciso di non accogliere le istanze della difesa, che aveva deciso di non patteggiare. Il pool dei legali di Pogba puntava a dimostrare l’assenza di dolo e dunque a dimezzare la pena. Ha fatto fiasco completo, con grave danno per il calciatore che fra 4 anni, quando potrà tornare a calcare i campi di calcio, potrebbe ormai essere troppo vecchio e dover terminare la carriera anzitempo. Il 15 marzo prossimo, del resto, Pogba compirà 31 anni, che sono già un’età non indifferente per un atleta.
La Juventus può risparmiare sull’ingaggio
Già lo scorso 12 settembre era arrivata la sospensione a carico di Pogba: aveva collezionato una manciata di minuti in due presenze in Serie A. Le controanalisi avevano poi confermato la positività al doping. A quasi 31 anni la sua carriera è da considerare, come detto, a serio rischio. Il contratto con la Juventus, al momento ancora in essere, scadrà formalmente nel 2026, fra ben 2 anni.
Resta da capire ora come intenderà procedere la società bianconera, che non naviga in buone acqua economiche e di bilancio. E che pertanto potrebbe decidere di cambiare i patti. Ovvero: invece di retribuire regolarmente Pogba – da qui alla fine del contratto ballano 9 milioni di euro di compensi netti all’anno che spetterebbero al transalpino – ridurre al minimo di legge lo stipendio, coma già ha fatto nei mesi scorsi. Vale a dire: 2mila euro al mese.
La difesa del giocatore francese puntava a dimostrare la non intenzionalità nell’assunzione della sostanza dopante. In tal caso, la squalifica sarebbe scese a un massimo di 2 anni. E ci sarebbero state diverse possibili attenuanti. In questo modo, se ciò fosse accaduto, Pogba avrebbe avuto ancora una possibilità teorica di rientrare in pista senza lo spettro dl fine carriera. Mentre adesso è tutto più difficile.
“Pogba poteva leggere il bugiardino…”
Stando alle ricostruzioni dei quotidiani sportivi, Pogba avrebbe assunto un integratore su consiglio di un medico statunitense. Ma al centrocampista sarebbe bastato leggere il foglio illustrativo del medicinale per sapere che conteneva sostanze a rischio doping. Il controllo era avvenuto in occasione della prima giornata di campionato, la trasferita del 20 agosto a Udine: Pogba era risultato positivo ai metaboliti del testosterone. Esito confermato anche dalle controanalisi di inizio ottobre.
La Juventus già dopo la positività aveva sospeso in via cautelare il pagamento del ricco stipendio (fino a 10 milioni di euro netti, bonus compresi). E Pogba da mesi percepisce il minimo previsto in questi casi, 2mila euro al mese. Ora che è stata comminata la squalifica, il club ha la facoltà di rescindere il contratto.