Bari nel caos: Emiliano, la sorella del boss, Decaro che lo smentisce
Il governatore pugliese, mentore del sindaco, lo mette nei guai svelando le visite. L'Antimafia: "Approfondire con audizioni"
Il Comune di Bari non è mai stato così al centro di una bufera politica nazionale dalle conseguenze al momento imprevedibili. Dopo le parole del presidente della Puglia, Michele Emiliano, sul sindaco di Bari Antonio Decaro, il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, avverte: “Il Comune va sciolto. Il Viminale proceda quanto prima. Dopo l’autodenuncia di Emiliano è impossibile continuare ad avere in carica un presidente di Regione e un sindaco che si affidano alla sorella di un boss”.
Decaro, però, smentisce clamorosamente il suo ex mentore: “Emiliano non ricorda bene. Mai stato a casa della sorella del boss“. Il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Mauro D’Attis replica: “Ci sarà un approfondimento della Commissione“. Intanto, interviene anche la sorella del boss di mafia Antonio Capriati, la quale smentisce anch’essa Emiliano, corroborando la versione del sindaco di Bari: “Decaro a casa mia? Mai visto“.
Bari a fianco di Decaro
Ma cosa è successo? Come è noto è in ballo un’ispezione del Viminale per acclarare eventuali infiltrazioni mafiose nel municipio guidato dalla giunta di Centrosinistra del sindaco Decaro, che è anche presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale comuni d’Italia. Sabato 23 marzo migliaia di persone si sono radunate nella centralissima Piazza Ferrarese per la manifestazione Giù le mani da Bari.
Un’iniziativa nata spontaneamente a sostegno di Decaro, su cui pende la spada di Damocle dell’ispezione ministeriale e relative polemiche politiche. È stata la risposta della città alla decisione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di nominare la Commissione di accesso per valutare lo scioglimento del Comune per mafia dopo i 130 arresti seguiti all’inchiesta della Dda denominata “Codice interno“.
Parole sconcertanti di Emiliano. Se i boss minacciano si va in Procura non a casa loro. pic.twitter.com/bVbjLFlOtG
— Maurizio Gasparri (@gasparripdl) March 23, 2024
Cosa ha detto Emiliano
Dal palco della manifestazione antimafia il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha raccontato un aneddoto nella convinzione di aiutare Decaro. “Un giorno – ha detto – quando ero sindaco, sento bussare alla porta. Decaro (all’epoca suo assessore, ndr) entra bianco come un cencio, e mi dice che era stato in piazza San Pietro e uno gli aveva messo una pistola dietro la schiena, perché stava facendo i sopralluoghi per la ztl di Bari vecchia. In due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere. E andai a dirle che questo ingegnere era assessore mio e doveva lavorare, perché c’era il pericolo che i bambini potessero essere investiti dalle macchine. Quindi, le dissi, ‘Se ha bisogno di assistenza, te lo affido’“.
Il sindaco smentisce il governatore
Inutile dire come queste parole abbiano in un attimo fatto il giro dei social media destando le polemiche dell’opposizione. Non si è fatta attendere neppure la replica del sindaco. “Per quanto attiene a quell’episodio in particolare, di quasi venti anni fa, Emiliano non ricorda bene. È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella“. Così Antonio Decaro.
Bari, la commissione antimafia
Ovviamente si tratta di una smentita che non può bastare alla Commissione parlamentare antimafia. “Sul caso di Bari – ha detto il vicepresidente Mauro D’Attis (Forza Italia) – oltre all’acquisizione degli atti occorre programmare una serie di audizioni. Tra queste quella di Antonio Di Matteo, ex presidente dell’Amtab, la municipalizzata di Bari che su un quotidiano locale parla di concorsi truccati, denunce e, soprattutto omertà. Parole che disegnano un quadro gravissimo, patologico, che merita un attento approfondimento in tutte le sedi“.