La crisi Ucraina sul campo accelera la corsa al riarmo dell’Europa
La linea difensiva ucraina è debole, i russi avanzano. I tentativi di intimorire Putin
La situazione in Ucraina è critica. L’esercito di Kiev ora sta accelerando la costruzione di una linea difensiva lunga circa 2000 km lungo il fronte, per attutire l’avanzata russa e mantenere le posizioni attuali. Ma ciò non bastasse, tra gli esperti c’è chi parla di un possibile crollo del fronte interno, dove Zelensky fatica a mantenere oggi unita la Resistenza ucraina.
Dinnanzi a questo scenario tanto grigio, secondo le stime, Kiev potrà resistere al massimo altri 2-3 mesi. La Russia potrebbe dunque sfondare nel frattempo le linee ucraine e andare ben aldilà dei territori che occupa attualmente. E date le difficoltà degli USA ad oggi di mantenersi impegnati su più fronti di guerra, e di inviare risorse finanziarie a Kiev, l’Europa cerca di impensierire Putin parlando di guerra e rinforzando il proprio arsenale militare. Con Macron che si lancia in prima linea per fare le veci degli USA in Europa nell’offensiva contro Mosca. Lo spettro di una guerra globale non era mai stato così tragicamente attuale.
La debolezza della linea difensiva ucraina: l’Europa ora cerca di intimorire Putin
La tenuta interna del fronte ucraino non è mai stata così a rischio. Con la ritirata da Avdiivka, già prevista dall’ex generale Zalushny licenziato da Zelensky, il morale delle truppe è a pezzi. E l’unità di intenti fra l’apparato militare e il governo è appesa ad un filo. Siamo arrivati ad un momento decisivo della guerra: dove adesso sono i russi ad avere l’iniziativa e avanzano inesorabilmente a causa della mancanza di una difesa strutturata, che Kiev sta accelerando a costruire. La cosiddetta linea Zelensky che ha il compito di replicare la linea Surovikin dei russi, contro cui si è schiantata la controffensiva ucraina senza successo. Ma nel frattempo l’esercito russo sta sfruttando il momento, procedendo spedito verso le campagne e tra i villaggi alle spalle di Avdiivka, non protetti ancora da linee di trincee, fortificazioni e campi minati.
Zelensky ora deve fare i conti con la carenza di munizioni, di uomini, e un avanzata russa imminente. Dinnanzi ad un quadro tanto grigio, l’Europa oggi cerca di intimorire Putin e di scoraggiare un’avanzata su larga scala in Ucraina, minacciando di intervenire con le proprie truppe. Come hanno suggerito le parole di Emmanuel Macron, riguardo l’invio di soldati francesi a Kiev. L’UE infatti, in vista di una sempre più inevitabile sconfitta Ucraina, sta implementando e riorganizzando il proprio arsenale militare. Discutendo in sede di Consiglio anche della possibilità di emettere degli Eurobond o altri strumenti finanziari in grado di raccogliere i fondi necessari all’acquisto comune di armamenti. Realizzando il più grande riarmo dell’Europa dalla fine della Guerra Fredda. Dove la Romania avrà nel prossimo futuro un ruolo determinante.
La NATO a Est: gli USA spostano il baricentro sul fianco orientale in Romania
In Romania infatti sono in corso i lavori per l’ampliamento della 57esima base aerea Mihail Kogalniceanu, che si appresta a diventare la più grande base NATO d’Europa, concepita in vista di una possibile guerra con Mosca. Confermando così il riposizionamento dell’Alleanza atlantica sempre più a est in risposta alla crisi ucraina. La base rumena supererà quella tedesca di Ramstein, che fin dai tempi della Guerra Fredda, ha rappresentato il cuore della Difesa NATO in Europa.
L’ampliamento segna una nuova fase del rapporto NATO-Russia tutt’altro che volta alla de-escalation. Dove un Europa sempre più passiva alle direttive di Washington e bellicosa, si “prepara” frettolosamente allo scontro diretto con Mosca. Ma siamo sicuri che il rafforzamento militare del blocco atlantico verso est sia l’unica via possibile? Che fine ha fatto la mano tesa di Macron verso Putin?