A seguito dell’attentato a Mosca, ora il blocco occidentale teme un invasione russa su larga scala in Ucraina. L’accusa di Putin riguardo il probabile zampino di Kiev dietro gli attentatori dell’ISIS-K, lascia ben intendere quale siano gli obiettivi del presidente russo.
Putin non vuole assolutamente distogliere l’attenzione, ne tantomeno le risorse, verso un altro fronte di guerra. Dove quello primario rimane ancora saldamente quello aperto con l’Ucraina. Il drammatico attentato avrebbe potuto infatti cambiare le priorità del Cremlino, e dell’opinione pubblica russa, ma al contrario apparentemente non ha che rafforzato la volontà di “concludere” la guerra. Ma non sarebbe solo l’attacco terroristico di Mosca a spingere Putin oggi verso un nuovo massiccio attacco a Kiev. Sono aumentate anche le azioni militari ucraine in territorio russo. Che stanno non solo causando danni economici a Mosca, ma anche all’UE.
La strategia difensiva dell’Ucraina: attacchi alle raffinerie in territorio russo
La guerra in Ucraina sta per entrare in una nuova e decisiva fase. Il blocco atlantico si aspetta a breve, un accelerazione da parte di Putin nella guerra. Questa “calma” prima della tempesta infatti spiega le ultime deliranti dichiarazioni dei governi europei, che per far desistere Putin, minacciano la possibilità che l’UE possa decidere di scendere in campo a fianco dell’Ucraina. Ovviamente rappresenta una possibilità molto remota, dato che questo significherebbe automaticamente lo scoppio della terza guerra mondiale. Kiev dal canto suo, ormai sfornita di munizioni e di uomini, è intenta a costruire una lunghissima linea difensiva lungo il fronte con la Russia, per tentare di conservare nell’assalto almeno le posizioni attuali. Ma non solo. Per impensierire Mosca, oggi Zelensky sta puntando sopratutto ad attacchi mirati oltre-confine.
Kiev nelle ultime settimane ha intensificato infatti il fuoco di droni, razzi e artiglieria sulla regione russa di Belgorod. Colpendo anche edifici residenziali e civili. Con i paramilitari filo-ucraini che hanno tentato più volte anche raid armati oltre il confine. Un atteggiamento che non piace molto a Washington, e che rappresenta uno dei motivi per la quale i leader europei ritardano l’invio di razzi a lunga gittata Taurus a Zelensky. Ma ciò che preoccupa fortemente l’Europa e gli USA sono soprattutto gli attacchi alle raffinerie russe portati avanti dall’esercito ucraino, che stanno contribuendo ad innalzare il prezzo del greggio al livello globale. Essendo la Russia uno dei maggiori esportatori. I droni di Kiev infatti, nelle ultime settimane, hanno danneggiato pesantemente la capacità di raffinazione di idrocarburi russa, portandola ad una riduzione di 900 mila barili al giorno, secondo una stima di Jp Morgan. Significa una diminuzione del 15%. Un problema per Mosca, ma anche per il resto del mondo, soprattutto l’Europa.
L’economia globale in allarme con il rallentamento delle raffinerie russe
L’Ucraina vedendosi in difficoltà sul campo, per ottenere risultati concreti sta puntando oggi a danneggiare la macchina bellica ed economica russa colpendo le sue fonti di approvvigionamento, come le raffinerie. Ma il prezzo da pagare è altissimo, sia per gli equilibri del mercato globale del greggio, che per la stabilità economica europea. Molto sensibile alle variazioni del prezzo dell’oro nero. Oggi ci sono circa 19 raffinerie russe danneggiate, e se gli attacchi da un raggio di 1200 km arrivassero a un raggio di 1500km, l’impatto sulla produzione toccherebbe 21 raffinerie. Ma gli effetti sull’economia europea e mondiale sono già evidenti e drammatici. Il gasolio oggi veleggia intorno agli 845 dollari a tonnellata, non lontano dal record storico toccato nel 2022. E se gli attacchi dovessero continuare è probabile che le tensioni sui prezzi saliranno ancora.
Gli ulteriori aumenti significano infiammare l’inflazione e quindi un maggiore ostacolo alla BCE per il futuro taglio dei tassi di interesse. Il rallentamento della macchina di raffinazione russa incide inoltre sulla disponibilità di carburante al livello globale. L’Europa ha ridotto fortemente la sua dipendenza dal carburante russo, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Ma il tema della disponibilità globale può diventare un problema. Soprattutto visti i ritardi delle consegne a causa di un importante sbocco commerciale come il Canale di Suez, oggi rallentato. La filiera d’approvvigionamento energetico è dunque pesantemente stressata, e anche negli USA le conseguenze degli attacchi ucraini si fanno sentire. I prezzi della benzina del “gigante americano”, infatti, stanno nuovamente salendo alle stelle. Dall’inizio degli attacchi alle raffinerie si è registrato un aumento del 40%. La strategia di Kiev quindi, non solo adira il presidente russo, ma rischia di far rompere i già fragili equilibri globali ed aumentare le tensioni.