L’Ucraina spedisce al fronte i detenuti. Borrell: “La guerra in Europa non è più una fantasia”
Kiev allo stremo delle forze contro i russi. Multe salatissime a chi non osserva l'obbligo di mobilitazione, ma la popolazione è stanca e provata
La guerra in Ucraina prosegue senza un minuto di tregua. Nell’anno in corso la Russia prevede di reclutare circa 400mila militari a contratto. A fornire questa stima è il ministero della Difesa britannico, mentre Kiev afferma che “dall’inizio del conflitto sono oltre 450mila i soldati russi morti o feriti”. Un numero mostruoso, che non è facile riscontrare oggettivamente. Ma che non sembra incrinare minimamente la volontà di Putin di mandarne a combattere – e a morire – al fronte altrettanti, se necessario.
L’Ucraina è ormai in difficoltà conclamata. Rischia di perdere la guerra. Si moltiplicano, al momento inutilmente, gli appelli perché l’Occidente – e in particolare gli Stati Uniti, dove sono bloccati dal Congresso aiuti in armi per 60 miliardi di dollari – fornisca sostegno immediato e massiccio. “La guerra è intorno a noi, all’orizzonte” ha ammonito il 9 aprile lʼAlto rappresentante della Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell. “Una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa non è più una fantasia“. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è andato a Kharkiv, da settimane sotto il fuoco russo, per verificare la costruzione di fortificazioni difensive nel timore di una nuova offensiva di Mosca.
Non tutti i carcerati potranno ‘riscattarsi’
Per Zelensky la Russia è riuscita a esercitare un’influenza sulla politica e sui media statunitensi. E a Kiev temono la possibile vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 5 novembre 2024. Se il tycoon dovesse tornare alla Casa Bianca si profilerebbe una ‘ritirata strategica‘ degli americani dalle geopolitica europea e dall’appoggio alla guerra di resistenza ucraina ai russi.
Il Parlamento ucraino, intanto, prende contromisure cupe, da ultima spiaggia. Ha approvato in prima lettura un provvedimento che permetterà ai detenuti di servire nell’esercito. Come già avvenuto fra gli invasori russi fin dai primi tempi della guerra. È stata approvata in prima lettura una legge sulla rotazione delle truppe. A riportare la notizia è il quotidiano britannico The Guardian. Dal reclutamento dei carcerati restano però esclusi i condannati per crimini contro l’umanità, violenza sessuale, omicidio o reati contro la sicurezza nazionale. Un ulteriore provvedimento consente l’applicazione di ingenti sanzioni pecuniarie contro i cittadini che non rispettano le regole sulla mobilitazione.
Latest Defence Intelligence update on the situation in Ukraine – 10 April 2024.
Find out more about Defence Intelligence’s use of language: https://t.co/0WoT8TTVOI #StandWithUkraine 🇺🇦 pic.twitter.com/xn3vd5Pvvp
— Ministry of Defence 🇬🇧 (@DefenceHQ) April 10, 2024
“La Russia avrà 1,5 milioni di militari”
Per ciò che riguarda la Russia, secondo il ministero della Difesa britannico Mosca ha necessità di una mobilitazione massiva per portare avanti l’invasione dell’Ucraina. Ciò perché “i russi hanno subito enormi perdite“. Ma anche per tener fede agli annunciati piani di “aumentare le dimensioni delle forze armate a 1,32 milioni di uomini quest’anno. E a 1,5 milioni in futuro“.
In un contesto come questo, estremamente pesante per l’Ucraina, Volodymyr Zelensky si rifiuta di negoziare con Vladimir Putin. “Non possiamo fidarci di lui“, sostiene, perché ha sempre agito “diversamente” dalle sue dichiarazioni. Intervistato dal popolare quotidiano tedesco Bild, il capo dello Stato di Kiev ha sottolineato di non essere disposto a cedere alcun territorio dell’Ucraina alla Russia.
Cina e Usa a ferri corti sull’Ucraina
Le forze russe però avanzano. Nelle ultime ore avrebbero conquistato il villaggio di Pervomaiske, nella regione di Donetsk, nel Donbass, dove i combattimenti duravano da un anno e mezzo. Lo ha annunciato su Telegram la ong DeepState, come riporta Ukrainska Pravda.
A livello internazionale, la situazione per l’Ucraina non è facile. La Cina ha sottolineato che non accetterà “critiche o pressioni” sui suoi legami con la Russia, dopo che Washington ha avvertito che riterrà Pechino responsabile se Mosca dovesse ottenere guadagni territoriali in Ucraina. “Cina e Russia hanno il diritto di impegnarsi in una normale cooperazione economica e commerciale” ha replicato sul punto la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning. La diplomatica ha aggiunto che questo tipo di cooperazione non dovrebbe essere ostacolato e che “la Cina non accetta critiche“. Sembrano davvero lontani i tempi del disgelo che sembrava essere arrivato fra Washington e Pechino alla fine dell’anno scorso.