E’ intitolata Im-Perfection (12) e segna un percorso riconoscibile, ma al contempo pieno di glamour e raffinatezza la Spring/Summer 2024 di Morfosis, il brand della talentuosa stilista Alessandra Cappiello.
Le creazioni, indossate persino dai Måneskin, sono concepite per una donna originale che fa delle proprie peculiarità i suoi punti di forza. Negli abiti si celebra una femminilità orgogliosamente imperfetta perciò unica nel calcare le strade metropolitane in qualsiasi ora con disinvoltura, audacia, ma garbo al contempo. Su VelvetMAG Alessandra Cappiello racconta in esclusiva la sua ultima collezione che sarà presentata attraverso un elegante trunk show, in un gioco di video e luci, nella settecentesca Coffee House di Palazzo Colonna venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 aprile 2024.
Alessandra Cappiello, Morfosis, intervista esclusiva
Attraverso la sua ultima collezione Morfosis Im-Perfection volume 12 torna a narrare una donna che fa delle peculiarità il proprio punto di forza. Da cosa scaturisce questa scelta?
La mia donna crede nella propria individualità come valore e pensa che sia importante avere una sua unicità, non vuole appiattire questa sua dote, ma esaltarla. Invece che avere uniformità dobbiamo cercare di tirare fuori qualcosa che ci distingua dal resto, ciò è il nostro plus. L’unicità è il vero valore nel quale credere.
Ci sono delle donne particolari alle quali si è ispirata nell’ideazione di questa nuova collezione?
Sono affascinata da alcuni nomi che sono stati giudicati dalla maggior parte delle persone poiché non rientravano nei canoni ufficiali di bellezza. Diane Vreeland, la storica redattrice di Harper’s Baazar e Vogue, famosa per il suo rossetto rosso, ma soprattutto per la sua personalità istrionica e travolgente, unica. Mi seduce questo tipo di femminilità, una bellezza non omologata, una donna dinamica dalla forte personalità che sa il fatto suo. Peggy Guggenheim anche è una donna che mi ha sempre affascinato, così come Alda Merini, entrambe possedevano una personalità forte e coraggiosa.
Attualmente chi potrebbe essere la musa di Morfosis?
Kasia Smutniak, una donna moderna, impegnata, elegante, coraggiosa nelle scelte e progettuale. Una personalità e bellezza avvincenti anche in versione acqua e sapone, anzi devo dire che mi piace molto di più al naturale che sui red carpet, potrebbe interpretare egregiamente le creazioni Morfosis.
Capi che sono stati indossati persino dai Måneskin.
Già, è un vanto per il nostro brand essere stati scelti da loro. Tra le icone femminili punterei anche su Michelle Obama, una figura impegnata socialmente e particolarmente attenta all’estetica che potrebbe incarnare al meglio la filosofia della nostra maison.
Quali sono i pattern ed il mood di Morfosis Im-Perfection 12?
Mi sono lasciata suggestionare nella tipologia di lavorazione dei tessuti, delle organze preziose con cotoni fil coupé. Sono andata personalmente a Parigi nella fiera dei tessuti locali, la Première Vision a sceglierli, una prassi che faccio ormai da sempre. Ho concordato in loco con le maestranze delle personalizzazioni ad hoc per le mie clienti.
Ogni capo infatti è limited edition.
Per una questione di esclusività e sostenibilità preferiamo produrre meno capi, ma di qualità. “By less, choose well, make it last”. Ho fatto mio questo motto di Vivienne Westwood. Pur essendo una piccola realtà controlliamo personalmente il ciclo produttivo dei capi, non abbiamo subappalti nell’iter produttivo. Il prezzo finale delle nostre creazioni riflette l’alta qualità delle materie prime e la virtuosità del ciclo produttivo.
Quali sono i capi cult della collezione Morfosis Primavera/Estate 2024?
Gli abiti con fantasie e i pizzi con le stampe di glitter e velluto. Tra i capi best seller ci sono gli abiti continuativi del mio brand. Sono abiti lunghi dalle linee scivolate che vestono donne dalla differente silhouette e possono essere indossati con facilità nelle differenti ore del giorno cambiando l’accessorio a seconda dell’occasione. Compaiono anche camicie preziose over e slim con incursioni rock e barocche nelle linee e proporzioni. Le ispirazioni barocche si ritrovano infatti nelle maniche degli abiti e nelle spalle delle camicie.
In questa edizione ha dato enfasi anche alle tute, perché questa scelta?
E’ un capo che ho rivisitato e riportato in auge perché è perfetto per una donna dinamica. Ci sono tute bianche e nere con frange sulle spalle che, grazie ai grandi oblò laterali, fanno del vedo e non vedo un gioco molto sensuale, creazioni dalla linea minimal e chic. La palette black and white è molto sofisticata.
Oltre a queste iconiche nuances quali altre sono presenti?
Ci sono i colori della terra; si va dal bordeaux al mattone. I bagliori e i luccichii delle applicazioni in lurex e delle paillettes illuminano le fibre leggere dei tulle. Il gioco delle trasparenze ed i contrasti tra lucido e opaco si ritrovano nei colori più accesi del candy pink, viola, limelight e jasmine green delle sete e delle viscose.
Tra i suoi pezzi cult c’è l’abito nodo Morfosis. Ci svela come nasce questa iconica creazione così amata dalle sue clienti?
E’ un capo che ha segnato la storia di Morfosis. Mi lusingava l’idea di essere coperta, ma al contempo di dare suggestione, o di essere scoperta, a seconda dell’occasione. In realtà con questo abito si è rigorosamente coperte. Mi piace l’idea di una donna rigorosa, ma sensuale, Coperta, ma scoperta. L’abito nodo è un capo che davanti ha un gioco di vedo e non vedo che si può modulare attraverso gli spacchi e le aperture e gli scolli scegliendo di abbottonare o sbottonare a seconda del proprio mood della giornata. Sul retro c’è comunque un profondo spacco. Per ingentilire la linea severa dell’abito lungo ho pensato al movimento del drappeggio realizzato con la tecnica del nodo e per questo la silhouette si può rendere più aderente a seconda di come si stringe il nodo.
Prosegue l’impegno del brand verso la sostenibilità. In che modo si la maison è resa virtuosa in tal senso?
I pantaloni up-cycled sono stati recuperati dai magazzini degli stock militari. Continuiamo anche in questa stagione il nostro viaggio nel mondo del vintage, siamo ormai alla terza stagione in cui abbracciamo questa filosofia. Abbiamo recuperato delle cravatte invendute dando loro nuova vita. In questa maniera abbiamo avuto un’attenzione verso il pianeta recuperando dei capi invenduti che invece di finire il loro ciclo hanno riavuto una nuova vita. Sono diventati dei pezzi unici, capi pre-loved, in limited edition, uno diverso dall’altro che ci consentono di continuare il nostro progetto sostenibile “Upcycled Im-Perfection Project”.
Torna nuovamente nella Coffee House attraverso la formula del trunk show per svelare la sua collezione, cosa l’affascina di questo luogo?
Volevo offrire un’experience alle nostre clienti regalando loro un momento di bellezza e di esclusività dove si sentissero protagoniste della mia moda in un luogo storico e riservato e dal fascino intramontabile, mai accessibile al grande pubblico se non in occasione di eventi speciali.
C’è un desiderio che vorrebbe realizzare?
Mi piacerebbe che l’ambizione di bellezza e sostenibilità del mio prodotto, che naturalmente ha un costo elevato, venisse condivisa da qualche produttore che supportasse il mio progetto creativo così da ampliarlo mantenendo la caratteristica di prodotto di nicchia. Un’azienda che possa esportare la mia produzione rispettando però il bene del pianeta.