Un'immagine dell'attacco iraniano su Israele. Foto X @EddieFisher_id
Per 5 ore nella notte fra il 13 e il 14 aprile, l’Iran ha lanciato l’attacco a Israele in 3 ondate. Sono stati centinaia i droni e i missili da crociera che Teheran ha sparato. L’esercito israeliano, aiutato dai caccia di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, ha neutralizzato la maggior parte degli attacchi limitando i danni.
Alle 14 ora italiana di domenica 14 aprile si terrà la riunione del consiglio di guerra del Governo a Tel Aviv. Il premier Benjamin Netanyahu ha affermato: “Abbiamo intercettato l’attacco, insieme vinceremo“. In un colloquio telefonico il presidente Usa, Joe Biden, ha ammonito Netanyahu: Washington è contraria, e non parteciperà, a un’eventuale risposta offensiva nei confronti dell’Iran. Da parte sua il regime degli ayatollah ha affermato: “La nostra è stata una risposta obbligata al raid israeliano contro il nostro consolato a Damasco. Ma per noi la questione è chiusa così“.
Anzi, l’attacco a Israele “ha raggiunto tutti i suoi obiettivi“. Lo ha detto il capo delle forze armate iraniane. L’Iran ha dunque fatto appello a Israele perché non reagisca al suo attacco diretto di droni e missili. “Ma se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura” ha dichiarato l’ambasciatore iraniano all’ONU, Saed Iravani.
La presidenza italiana del G7 ha convocato per il primo pomeriggio del 14 aprile una videoconferenza a livello dei leader dei sette maggiori paesi industrializzati del mondo per discutere dell’attacco. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “la ritorsione partita ieri notte potrebbe mettere in moto una spirale pericolosissima. Le prossime ore saranno cruciali“.
Tajani, che è anche vicepremier del Governo Meloni, annuncia che “come prima cosa mobiliteremo i paesi del G7 di cui abbiamo la presidenza di turno. Non possiamo rinunciare all’azione politica che deve viaggiare in parallelo con la valutazione della intensità dell’azione militare iraniana e dei danni prodotti. Il primo obiettivo è gettare acqua sul fuoco“.
Intanto “nessuna decisione” c’è al momento su una riposta israeliana all’attacco dell’Iran. Lo ha detto una fonte ufficiale al Times of Israel. Una eventuale riposta – ha aggiunto – “sarà discussa nel Gabinetto di guerra previsto per le 15” (le 14 in Italia). Sul fronte della guerra a Gaza la situazione è sempre più drammatica e non si intravedono spiragli di una tregua.
Per conto dei servizi segreti israeliani, il Mossad, l’ufficio del premier Netanyahu ha fatto sapere che Hamas ha rifiutato l’offerta che Tel Aviv ha avanzato la settimana scorsa al Cairo. “Il rifiuto della proposta dei tre mediatori che prevedeva un margine di flessibilità significativamente maggiore da parte israeliana” afferma l’ufficio del premier. “E dimostra che Sinwar (uno dei capi di Hamas, ndr.) non è interessato a un accordo umanitario e al ritorno dei ostaggi. Continua ad approfittare delle tensioni con l’Iran per cercare di unire i teatri e di realizzare un’escalation generale nella regione“.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, “ha condannato fermamente la grave escalation rappresentata dall’attacco su larga scala che l’Iran ha lanciato contro Israele. Chiedo l’immediata cessazione di queste ostilità“. In una nota, Guterres si è detto “profondamente allarmato per il pericolo molto reale di una devastante escalation a livello regionale. Esorto tutte le parti a esercitare la massima moderazione per evitare qualsiasi azione che possa portare a grandi scontri militari su più fronti in Medio Oriente. Ho ripetutamente sottolineato che né la regione né il mondo possono permettersi un’altra guerra“.
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