Monica Sarnelli e la musica partenopea: “Il napoletano sicuramente ha una marcia in più”
Dalle sue origini ha tratto l'isprirazione per la sua carriera. Adesso è all'opera per un nuovo album
Oltre 40 anni di carriera, Monica Sarnelli ha subito un processo di maturazione raggiungendo nuove consapevolezze. La cantante che ha dato la voce alla sigla di Un posto al sole ha pubblicato solo qualche mese fa il suo ultimo album, ma già sta lavorando a nuovi progetti.
Monica Sarnelli ricorda con orgoglio e piacere quando ha inciso per la prima volta la sigla di Un posto al sole, che da oltre 27 anni “entra” nelle case degli italiani. Ed è proprio alla sua terra, Napoli, che deve il successo della sua carriera. La sua missione è proprio quella di rivisitare la canzone partenopea e renderla più vicina ai giovani. Ma non si tira indietro di fronte a nuove sfide.
Napoletana doc, Monica Sarnelli ha fatto delle sue origini l’ispirazione per la sua carriera. Dopo il suo esordio avvenuto solo a 15 anni, l’artista ha raggiunto parecchi traguardi importanti vicino ai grandi nomi della musica italiana, che ne hanno scritto la storia. Gino Paoli, Pino Daniele, sono solo alcuni degli artisti che la Sarnelli ha conosciuto e da cui ha tratto ispirazione per il suo futuro artistico. A fine novembre è uscito il suo ultimo album, ‘E n’ata maniera, che vede anche la partecipazione straordinaria un amico e collega, Gianni Fiorellino. A distanza di qualche mese, l’artista è però già all’opera con nuovi progetti. Noi di VelvetMAG abbiamo deciso di incontrarla per parlare del suo percorso musicale, tra passato e presente, con uno sguardo a quel che sarà.
Intervista di Monica Sarnelli su VelvetMAG
Il tuo esordio in musica è stato abbastanza precoce. Raccontaci qual è stato il tuo primo approccio a questa passione e un aneddoto che ha caratterizzato i primi periodi.
All’epoca tutte noi ragazze appassionate di musica, compravamo in edicola il giornale Boe Music. Proprio un giorno fui captata da questo concorso per voci nuove e decisi di partecipare. Era il 1980, avevo solo 15 anni, e in quel concorso riuscii a vincere il premio della critica. C’era anche Mario Luzzatto Fegiz, grande critico musicale. Da lì a poco firmai il mio primo contratto discografico con la “EMI” che era la stessa etichetta di Pino Daniele e Franco Battiato. Mi trovai improvvisamente tra questi mostri sacri. Addirittura, ho questo ricordo meraviglioso nel 1981 quando avevo appena firmato e fui invitata come artista al concerto di Pino Daniele che si tenne a Napoli.
Per cui, mi ritrovai come artista nascente tra mostri sacri come Pino Daniele, Tony Esposito, Tullio De Piscopo. Questo è l’episodio che ricordo con più affetto, perché è stato il mio primo esordio come artista in un evento. Lo ricordo con grande piacere, perché tutto partì da lì e io sono stata ispirata in quell’occasione dal grande Pino Daniele. Ho iniziato la mia carriera cantando in italiano, ma dal 2000 porto avanti un progetto sulla canzone napoletana rivisitata, quella di ieri e quella di oggi, omaggiando tutti gli artisti della mia terra, come Renato Carosone, Sergio Bruni, fino a Pino Daniele e Nino D’angelo.
La svolta arriva nel 1996, con l’incisione della colonna sonora di Un posto al sole. Da cosa è nata la collaborazione?
Quando ho inciso il primo 45 giri nel 1981 mi sono resa conto che avevo ancora tanto da fare, non avevo ancora esperienza. Ho proseguito il percorso di gavetta, anche con le numerose collaborazioni con grandi artisti come Little Tony e Gino Paoli. Nel 1996 fui contattata – all’epoca continuavo a cantare come vocalist e aprivo gli spettacoli – da Antonio Annona che è l’autore della canzone insieme a Bruno Lanza, che ha scritto il testo. Non immaginavo poi diventasse la sigle di una soap che tuttora è presente tutte le sere su Rai 3 e da più di 27 anni entra nelle case degli italiani. È stata una grande soddisfazione e lo è tutt’oggi, perché sono ancora la voce in sigla, da più di 27 anni. Un posto al sole è una soap nata a Napoli ed è un orgoglio della mia città. È un fiore all’occhiello.
Essendo ormai anche tu una delle protagoniste, seppur indirettamente, svelaci cosa ti è piaciuto di più di quella fiction e dell’esperienza in generale.
Ovviamente, è una soap di riferimento non solo per la città di Napoli. Io, insieme agli altri attori, partecipiamo a molti eventi ed è proprio motivo di soddisfazione e motivo di orgoglio per me e per gli attori. Inoltre, la soap ha dato lavoro a molte persone. Si tratta di una bellissima realtà tutta napoletana. La cosa bella e che mi lascia quel brivido è quando d’estate ci sono tutte le finestre aperte, io magari sto tornando a casa, mi accorgo che sono le 20.40 perché sento la mia voce cantare e quindi mi accorgo che sta cominciando la soap.
Il dialetto napoletano ormai spopola, come ha dimostrato la partecipazione di Geolier a Sanremo. Secondo te ha una marcia in più?
Sicuramente, la lingua napoletana è molto musicale come l’inglese, a differenza dell’italiano, secondo il mio parere. Poi, il napoletano sarebbe meglio se cantato da un napoletano vero, ma c’è chi comunque lo fa egregiamente. Un esempio è la grande Mina, che ha cantato molte canzoni in napoletano. Tra l’altro, nel 1981 quando ho avuto il mio primo contratto discografico, il mio produttore Andrea Lo Vecchio era l’autore di Mina, per cui l’ho conosciuta.
Solo qualche mese fa è uscito il tuo ultimo album. Con quale aggettivo descriveresti questo nuovo progetto discografico?
Passionale. Si tratta di un album di 10 tracce, di cui 9 sono inedite e c’è un omaggio edito che è al “mio” grande Peppino Gagliardi, fatto con tutto il cuore. All’epoca provai anche a contattarlo, perché la scorsa estate era ancora in vita quando ero in studio. Purtroppo, mi dissero che non stava bene, e infatti poco dopo ci ha lasciati. Mi sarebbe piaciuto fargli ascoltare questa nuova versione di T’amo e t’amerò. Gianni Fiorellino, che ha prodotto l’album, ha arrangiato tutti i brani del mio album e su questo brano ha fatto questo arrangiamento molto rock Anni ’70.
Questo brano è un punto chiave dell’album, oltreché un omaggio triplo. Infatti, la canzone fu incisa nel 1963 da Peppino Gagliardi per cui l’estate scorsa compiva 60 anni mentre registravo. Inoltre, l’omaggio è stato anche nei confronti dell’etichetta discografica Zeus, che incise per lui. Infine, è un omaggio anche a Little Tony, perché negli Anni ’70 ha portato al successo questo brano.
Raccontaci meglio questo nuovo progetto musicale.
L’album si chiama ‘E N’atra manera, che in napoletano vuole dire “in un altro modo”, ed è anche la canzone che apre l’album ad essere un’esortazione ad amare in un altro modo, che non sia possessivo ma sia un modo libero. Questo è un album d’amore, dedicato alle donne. Infatti, quest’ultime oggi più di ieri vanno sostenute, tutelate e difese. Può sembrare scontato, amare, ma i fatti di cronaca invece ci insegnano che non è affatto vero, ma anzi c’è ancora tanto bisogno di parlarne. Chi mi conosce sa che ho sempre dedicato diverse canzoni alle donne, perché sono convinta abbiano un ruolo importantissimo nella nostra società. Quindi, nel mio piccolo voglio ricordare che le donne vanno trattate con rispetto.
Il titolo dell’album nasconde anche un altro significato. Io porto avanti un progetto di rivisitazione della canzone napoletana per portarla ai giovani. Proprio in quest’album, mi sono cimentata “in un altro modo”, in cui non mi ero mai cimentata. Ho provato tonalità più alte, diversamente dal solito, che mi adagio a melodie più blues.
Tra i brani, anche featuring d’eccezione, come quello con Gianni Fiorellino. Com’è stato collaborare insieme all’artista neomelodico?
Ci siamo scelti a vicenda. Io lo stimo moltissimo come cantante, ma ho scoperto anche che è un ottimo musicista, autore e arrangiatore. Addirittura, nel mio album ha diretto gli archi e i fiati. Infatti, il mio è un album tutto suonato, non elettronicamente, ma con veri musicisti.
Ci sarà l’occasione per vederti dal vivo?
Sicuramente! Io nel sud io sono molto conosciuta. Infatti, sono sempre molto attiva a Napoli, nella mia città, ma spero e mi auguro di varcare più spesso i confini partenopei.
Cosa programmi adesso per il futuro? Svelaci uno dei tuoi più grandi sogni, ancora non realizzato.
Mi piacerebbe ancora una volta incidere, e sicuramente questo accadrà perché l’estate del 2024 tornerò in studio per iniziare il mio prossimo album. Già sto scegliendo le canzoni, ma mi auguro anche di poter duettare con degli artisti. Se tornassi indietro, mi sarebbe piaciuto con Pino Daniele, ma non ho fatto in tempo. Mi piacerebbe in futuro collaborare con Fiorella Mannoia, una donna di grande spessore ed emozione e poi – non per ultimo – ama Napoli!