Torna lo storico festival dedicato alla fotografia contemporanea: Fotografia Europea 2024 a Reggio Emilia. Un’edizione quest’anno dedicata al rapporto tra uomo e natura, con uno sguardo particolare alle urgenze del presente.
Reggio Emilia ospita la XIX edizione del festival Fotografia Europea che, per quest’anno 2024, mette a confronto l’uomo e la natura invitando a ripensare questo rapporto. L’evento si articolerà in molti spazi della città dal 26 aprile al 9 giugno e all’interno dello storico festival protagonista anche per la mostra A Single Moment della fotografa Anna Caterina Masotti, curata da Alessia Locatelli in collaborazione con Laura Frasca art manager di Green Whale Space. La celebre manifestazione offrirà, oltre alle mostre di diversi altri artisti e fotografi, incontri e momenti di dibattito e approfondimento, valorizzando il punto di vista di grandi fotografi ma anche di giovani esordienti.
Le mostre di Fotografia Europea 2024
Il tema di Fotografia Europea 2024 è La natura ama nascondersi. Individuato dal team composto da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart. Una tematica che vuole porre l’accento sui punti di forza e le mancanze nel rapporto che esiste tra uomo e natura. Accento interessante soprattutto sulle azioni da intraprendere per invertire la rotta e salvare la natura che rischia di sgretolarsi sotto le mani di un uomo che tende solo a prevalere e prevaricare. Il titolo del tema scelto, in particolare, fa riferimento ad una massima di Eraclito. Ovvero al concetto di quella natura che si cela, spesso, agli occhi dell’uomo ma che ne rivela, altrettanto spesso, i modi distruttivi.
Le mostre di Fotografia Europea 2024 prenderanno vita in diversi spazi della città. A Palazzo Magnani ci sarà la prima retrospettiva in Italia della fotografa americana Susan Meiselas, nota per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale. La mostra, intitolata Mediations, ripercorre il lavoro della fotografa dagli Anni ’70 ad oggi. Presso i Chiostri di San Pietro saranno presentate, invece, dieci esposizioni che spaziano dalla collettiva sulla mutevolezza delle nuvole (Sky Album. 150 years of capturing clouds) alla personale del fotografo indiano Arko Datto sulla catastrofe delle migrazioni climatiche nel territorio del Delta del Bengala. In mostra anche la ricerca sulle conseguenze a lungo termine della tempesta Vaia curata di Matteo de Mayda e i paesaggi sudafricani di Jo Ractliffe.
Spazio anche alla lotta di chi si oppone alla distruzione di oltre 4mila metri quadri di orti a Parigi in occasione dei Giochi Olimpici 2024 con gli scatti di Bruno Serralongue. Palazzo Da Mosto ospiterà la committenza dell’edizione 2024, con Karim El Maktafi e la produzione Day by day. Spazio qui anche per i due progetti vincitori della open call – di Marta Bogdańska e Michele Sibiloni – e una mostra sui libri fotografici. In occasione di Fotografia Europea 2024 riaperta anche Villa Zironi che accoglierà la mostra Radici, di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci. Partecipano alla manifestazione anche le principali istituzioni culturali di Reggio Emilia con esposizioni a Palazzo dei Musei, la fototeca della Biblioteca Panizzi, lo Spazio Gerra e la Collezione Maramotti.
Uno sguardo su A Single Moment
In occasione di Fotografia Europea 2024, dal 27 aprile all’11 giugno la fotografa Anna Caterina Masotti presenta la mostra A Single Moment. Esposizione dedicata all’elemento naturale e curata da Alessia Locatelli in collaborazione con Laura Frasca ospitata presso lo spazio MIDA – Mancini Italian Design & Art. In questo contesto elegante, l’affascinante progetto fotografico dialogherà con elementi di design (tra stampe fineart, video mapping e drappi di chiffon e seta). Seguendo il tema proposto da Fotografia Europea 2024, A Single Moment indaga sulla difficile interazione tra uomo e natura.
In particolare il focus delle fotografie di Anna Caterina Masotti è l’istante, il ‘qui ed ora’ da immortalare e rendere eterno. Nella mostra si esplora la natura e le sue ‘contraddizioni‘ in giochi di luce e illusioni visive. Attraverso gli studi della dicotomia fra buio e luce emerge il tema del doppio e degli ossimori ed insieme coesistenze. La fotografa mette in risalto il modo in cui luce e buio si manifestano nella natura in diversi modi. Ad esempio, nella crescita delle piante, nei cicli di vita, nel clima o nei comportamenti animali.
Tuttavia, benché luce o buio possano apparire sempre in contraddizione, è necessario sottolineare che esistono zone d’ombra e grigi che mettono in discussione tale contrapposizione netta. Una riflessione sulle molteplici sfaccettature della complessità del mondo, dunque, è il concetto che abbraccia la mostra. La dicotomia tra luce e buio si trasforma nella complementarietà, nell’inclusione e nella necessità degli opposti. Come afferma Caterina Masotti: “Il buio non spaventa. La luce non abbaglia. Illumina, disegna metafore. L’immagine è come una stampa, un ricamo, un fiore cresciuto nella stoffa. Nella lentezza della penombra, la fotografia esce dall’evanescenza, si crea un’atmosfera, e si stupisce un bambino“.