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Freddo, aprile come l’inverno. Riscaldamenti accesi: orari e regole

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Dopo weekend del 13 e 14 aprile che in molte zone d’Italia ha portato temperature fino a 30 gradi, sul nostro Paese è tornato il freddo. Ciò a causa di una circolazione depressionaria rilevata tra Europa e Mediterraneo, con aria fredda di matrice artica. Un cambiamento che ha spinto diversi Comuni a prorogare l’accensione degli impianti di riscaldamento.

Brusco ritorno del freddo con vento, pioggia e qualche nevicata, nelle province di Cuneo, Alessandria e Asti. I comuni, con ordinanze del 22 aprile, ricordano che “in caso di abbassamento delle temperature è possibile attivare, per un massimo di 7 ore al giorno, gli impianti termici. Pertanto anche al di fuori del periodo previsto di accensione, gli impianti termici possono essere comunque attivati in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l’esercizio”.

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Foto Ansa/Folco Lancia

Crollo delle temperature

Una nota di Palazzo Civico a Torino ricorda che è possibile l’accensione in deroga degli impianti di riscaldamento fino a un massimo di 7 ore al giorno, tra le 5 e le 23. Anche nel capoluogo del Piemonte è sceso di nuovo prepotentemente il freddo. “L’accensione è discrezionale con l’obbligo di non superare i 19 gradi per gli edifici privati e i 18 per gli edifici industriali e assimilabili“. Torino ha inoltre disposto la riaccensione degli impianti di riscaldamento per tutti gli istituti scolastici di proprietà comunale sul territorio cittadino. Riaccesi inoltre gli impianti di riscaldamento nelle case popolari.

A Sondrio la proroga del riscaldamento, causa freddo, è stabilita fino al 28 aprile. L’accensione degli impianti è possibile per 6 ore e mezza al giorno nella fascia oraria compresa dalle ore 5 alle ore 23. Occorre rispettare comunque l’obbligo di non superare i 17 gradi per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili. E i 19 gradi per tutti gli altri edifici.

Freddo a Milano e Genova

Nel capoluogo lombardo, il Comune ha riattivato gli impianti di riscaldamento nelle scuole e nelle case di edilizia residenziale pubblica. Per l’edilizia scolastica, gli impianti sono accesi in tutti i nidi, nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Per l’edilizia residenziale pubblica, il Comune ha dato mandato al gestore, MM spa, di riattivare i riscaldamenti. Il freddo batte anche qui e non ci sono previsioni di calore fino a maggio.

Neve sull’Appennino modenese. Foto Ansa

Il sindaco di Genova ha stabilito la riaccensione facoltativa degli impianti di riscaldamento fino al 30 aprile per un un massimo di 6 ore giornaliere a regime normale oltre a 6 ore a regime attenuato. Per regime normale si intende una temperatura di 17 gradi + 2 gradi di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigiani e assimilabili, mentre per tutti gli altri edifici la temperatura prevista è di 19 gradi +2 gradi di tolleranza. Per regime attenuato, invece, si intende una temperatura dell’ambiente di 16 gradi con un +2 gradi di tolleranza.

Il Comune di Bologna, tenuto conto delle attuali condizioni climatiche e delle possibili ripercussioni negative sulla salute delle fasce più deboli della cittadinanza, ha autorizzato la proroga dell’accensione degli impianti di riscaldamento a causa del freddo. Fino al 26 aprile compreso. I cittadini sono invitati a limitare l’accensione nelle ore più fredde, fino a un massimo di 6 ore giornaliere, e a non superare la temperatura di 19 gradi negli ambienti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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