Le prossime elezioni europee – l’8 e il 9 giugno 2024 – saranno ricordate come fra le più politicamente strumentalizzate in Italia. La iper personalizzazione ormai dilagante della politica nostrana fa sì che gli elettori italiani abbiano la possibilità di votare per molti leader dei partiti (non tutti, però), a cominciare dallo stesso capo del Governo in carica. Ma solo come una sorta di ‘referendum’ nazionale a uso e consumo della politica italiana. Sapendo già, cioè, che nessuno dei big in lizza lascerà la propria carica in Parlamento, o il proprio ruolo di ministro, per assumere quello di parlamentare europeo. 

Si potrà ad esempio votare per ‘Meloni Giorgia detta Giorgia‘ -“basta scrivere Giorgia sulla scheda” ha infatti annunciato la premier nei giorni scorsi. Ma anche per Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, che si è fatto fare un manifesto elettorale con accanto l’immagine di Silvio Berlusconi, morto il 12 giugno 2023. Ancora oggi, del resto, sul simbolo di Forza Italia è bene impresso, a caratteri cubitali, il nome del defunto fondatore del primo partito-azienda personale della storia d’Italia.

Foto Ansa/Ciro Fusco

Meloni capolista ovunque

I nomi di Giorgia Meloni e Carlo Calenda, leader di Azione, compariranno sia sui simboli che sulle liste in tutte le 5 circoscrizioni elettorali per le elezioni europee. Ma Meloni in un certo senso batte Calenda. Per un particolare: la premier sarà capolista in tutte le circoscrizioni. È ovvio che una volta eletta non andrà mai né a Strasburgo né a Bruxelles, lasciando il suo posto ad altri. Si candida per drenare sul suo nome il maggior numero di consensi per sé e per il suo partito.

Stesso discorso per tutti gli altri big candidati a queste elezioni europee. Carlo Calenda ha ceduto la testa di lista all’ex ministra Elena Bonetti nel Nord-Ovest, tenendo per sé il vertice nelle altre 4 circoscrizioni. Anche Cateno De Luca e l’ex viceministra pentastellata Laura Castelli saranno la testa di lista di Libertà-Sud chiama Nord in tutte le circoscrizioni. Il nome di De Luca compare anche nel simbolo.

In mezzo alla classifica della personalizzazione ci sono anche Antonio Tajani e Matteo Renzi (candidati in 4 circoscrizioni su 5), Elly Schlein ed Emma Bonino (candidate in 2 circoscrizioni su 5). Forza Italia ha la scritta ‘BERLUSCONI presidente’ sul simbolo; il nome ‘Bonino‘ è scritto in piccolo sul contrassegno della lista Stati Uniti d’Europa.

I primi manifesti affissi a Napoli condividono gli impianti con messaggi pubblicitari. Foto Ansa/Ciro Fusco

I big che non si candidano

Scelta opposta per i leader di Lega, Movimento Cinque Stelle e Alleanza verdi sinistra (Avs). Ovvero Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. I quali non si candidano per un posto dove poi sanno che non andranno. Ma per Salvini, ad esempio, il suo volto è bene presente sui manifesti della Lega. Non ci sono soltanto motivazioni di etica pubblica dietro alla scelta di non candidarsi personalmente, che è anche tattica e strategica. Evidentemente alcuni leader hanno ritenuto che il proprio nome in lizza non avrebbe attratto voti, creando piuttosto dissapori fra gli elettori e all’interno dei propri partiti.

Alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno l’Italia eleggerà complessivamente 76 eurodeputati su 720. Saranno 20 nel Nord-Ovest; 18 nel Sud; 15 nel Nord-Est e nel Centro; 8 nelle Isole. L’attuale Commissione Ue di Ursula Von der Leyen si regge su una maggioranza che fa perno su Ppe, Pse e liberali. La presidente in carica del parlamento europeo è la maltese Roberta Metsola. La legislatura europea durerà 5 anni fino al 2029.

Michele Santoro a Sassari il 13 aprile. La sua lista “Pace, Terra, Dignità” è stata la prima a completare la raccolta firme le elezioni europee. Foto Ansa/Vincenzo Garofalo

Elezioni, chi sono gli esclusi

I 42 simboli affissi il 22 aprile sulla bacheca del Viminale si stanno via via riducendo. La Corte d’Appello di Roma ha già escluso I Pirati e Alternativa popolare, che non hanno raccolto le 15mila firme necessarie in ognuna delle 5 circoscrizioni. Solo Pace, Terra, Dignità del giornalista Michele Santoro ha finora presentato gli scatoloni con le firme in tutta Italia. Le Corti d’Appello stanno verificando tutti i certificati elettorali. L’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Roma, presidente Tommaso Picazio, ha escluso dalla circoscrizione Centro i neofascisti di Forza Nuova e il Partito animalista-Italexit per l’Italia. Entrambi i partiti non hanno raccolto le firme. E non hanno un collegamento con un parlamentare o un europarlamentare eletto in Italia.