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Xi Jinping in Europa dopo 5 anni: da Macron a Orban, passando per la Serbia

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Una settimana importante sul piano geopolitico, quella che è cominciata: Xi Jinping, il presidente della Cina torna in Europa dopo 5 anni. La missione di Xi è cominciata domenica 5 maggio a Parigi ci son stati gli incontri col presidente francese, Emmanuel Macron e con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Xi Jinping ha quindi proseguito per per Belgrado, la capitale della Serbia, e per Budapest, la capitale dell’Ungheria. Ovvero per i due paesi meno lontani dalla Russia di Putin che ci siano fra i Balcani e l’Europa dell’Est. Si tratta del primo tour europeo di Xi Jinping dopo la pandemia di Covid-19. In quella fase tragica, col virus che dalla Cina fece il giro del mondo, il colosso asiatico rimase praticamente isolato politicamente e non solo per quasi 3 anni.

Xi e Macron. Foto Ansa/Epa/Ng Han Guan

Xi e Putin, un’alleanza reale

Adesso invece il nuovo giro di incontri nel Vecchio Continente servirà a Xi Jinping per rompere il ghiaccio con gli europei e restaurare quelle relazioni internazionali di reciproco vantaggio che esistevano abbondantemente prima della pandemia.

Alla quale però è seguita un’ondata di profondo scetticismo verso il Dragone da parte di tutti. Punto chiave dei colloqui per Xi Jinping sarà la guerra in Ucraina. Pechino conferma la solidità del suo rapporto con Mosca, afferma di essere ufficialmente neutrale nel conflitto e ricorda di non aver mai condannato l’invasione russa. A testimonianza del legame tra la Russia e la Cina il presidente russo Vladimir Putin si recherà in Cina a maggio.

Anche la Ue guarda a Pechino

Il faccia a faccia con Macron è stato certamente il momento più rilevante della visita europea del presidente della Cina. La Francia quest’anno festeggia sessant’anni di relazioni diplomatiche con Pechino e l’Eliseo ha fatto sapere che “essendo la Cina uno dei principali partner della Russia“, Macron vuole “esortarla a sfruttare l’influenza che ha su Mosca“. L’obiettivo è quello di “modificare i calcoli della Russia e contribuire a una soluzione del conflitto“.

Durante una visita in Cina l’anno scorso, Macron aveva invitato Xi a “riportare la Russia alla ragione“. I successi diplomatici francesi non sono stati clamorosi, ma, alcuni giorni dopo l’incontro con Macron, Xi Jinping aveva chiamato per la prima volta dall’inizio della guerra il 24 febbraio 2022 il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

I nodi che Xi vuole sciogliere

Il tour in Europa di Xi servirà anche per esprimere il malcontento di Pechino per le indagini che la Ue ha aperto contro le pratiche commerciali della Cina. Il dialogo tra Pechino e l’Europa è messo a dura prova. L’Unione è molto sospettosa per ciò che la Cina sta facendo nei settori automobilistico, ferroviario, dell’energia solare ed eolica o dei dispositivi medici.

Xi Jinping (a destra) stringe la mano al primo ministro ungherese Viktor Orban. Foto Ansa/Epa Zoltan Fischer

Pechino ha accusato l’Europa di “protezionismo” e Xi vuole cambiare le cose. La Cina considera Parigi responsabile delle indagini sui sussidi per i veicoli elettrici cinesi e ha minacciato ritorsioni commerciali che prenderebbero di mira soprattutto esportazioni francesi di alcolici, a cominciare dal Cognac.

Ungheria e Serbia

Xi ha trascorso 2 giorni in Francia: lunedì 6 e martedì 7. Il resto della sua visita di Stato in Europa si preannuncia più agevole. Da mercoledì 8 a venerdì 10 maggio Xi sarà in Ungheria e in Serbia, due paesi che hanno buoni rapporti con Pechino e Mosca. Agli osservatori non sfugge che la visita nella capitale serba arriva nel 25° anniversario dell’attacco all’ambasciata cinese di Belgrado nel 1999, durante la campagna della NATO per il Kosovo.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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