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Medicina estetica, un mercato esploso: cresce la domanda di giovani e giovanissimi

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La chirurgia e, più in generale, la medicina estetica è ormai in Italia una significativa dimensione della cura dei corpi. Fino all’ossessione e, in alcuni casi, a forme psicopatologiche. Il fenomeno registra un trend in aumento in tutte le fasce d’età: giovani e giovanissimi compresi. In un campo ancora largamente dominato dalla richiesta delle donne (che sono oltre l’80%), cresce la domanda al maschile. È aumentata del 25% dal 2008.

A trainare la crescita di questa pratica – tutt’altro che esente da rischi per la salute fisica e psichica – sono la ‘normalizzazione’ e l’accettazione sociale di queste procedure. In gran parte guidate dai social media. Soprattutto i giovani, infatti, seguono i social network e gli influencer, che impongono modelli di bellezza ‘migliorata’ da ritocchi e rifacimenti. Uno ‘scolpire’ il proprio corpo credendo di poterlo modellare a piacimento senza conseguenze.

Foto X @Beautybylauraj

Gli interventi più richiesti

Un quadro che emerge da un report di mercato presentato al Congresso della Società italiana di medicina estetica (Sime), a Roma, delinea scenari in parte inquietanti. Una consistente fetta di mercato della medicina estetica è occupata dalla fascia d’età 19-34 anni, che effettua il 40-45% delle procedure. Sono i ragazzi e i giovani adulti i più influenzati dalle mode e dai trend legati ai social. Il 35-40% delle procedure di medicina estetica è appannaggio della fascia d’età tra i 35 e i 50 anni. La richiesta di trattamenti preventivi è in netto aumento prima di approssimarsi alla soglia della mezza età.

A dominare il mercato della medicina estetica sono ancora i prodotti iniettabili: acido ialuronico e tossina botulinica. Rappresentano quasi l’80% di tutte le procedure di medicina estetica. Nel campo dei trattamenti di ringiovanimento facciale, al primo posto ci sono i peeling chimici e i trattamenti di skin tightening, mentre degli evergreen sono la depilazione permanente, i trattamenti anti-cellulite e la rimozione non chirurgica del grasso. Negli ultimi anni si sono affermate procedure quali il rinofiller (per correggere il naso senza chirurgia) e il coolsculpting, per ridurre il grasso grazie al ‘congelamento’ delle cellule adipose.

Turismo sanitario dall’estero

La reputazione dei medici estetici italiani, infine, sta facendo del nostro Paese anche una meta di turismo sanitario. Ben il 15% dei trattamenti estetici nel 2021 sono stati effettuati su pazienti stranieri. Sebbene il mercato internazionale sia saldamente dominato dagli Usa (5,3 milioni di procedure di medicina estetica effettuate nel 2021), l’Italia è il Paese con il maggior numero di procedure in rapporto al numero di abitanti. Il mercato internazionale della medicina e chirurgia estetica vale intorno a 13,9 miliardi di dollari nel 2022. Ma entro il 2027 si stima che potrebbe arrivare a 23,4 miliardi di dollari.

Melania Trump da giovane e dopo interventi di chirurgia estetica. Foto X @DoctorOcto

I giovani e la chirurgia estetica

Per quanto riguarda le alte percentuali di giovani che ricorrono alla chirurgia estetica, una ulteriore survey della Sime ridimensiona il fenomeno, spiega il presidente della società Emanuele Bartoletti. “Solo il 5% rientra nella fascia d’età al di sotto dei 24 anni e la maggior parte di questi giovani presenta problemi di acne“.

Ma in ogni caso, “l’aumento del ricorso dei giovani alla medicina estetica rappresenta un problema serio. Molto spesso sono spinti dai social media in maniera diretta o subliminale, e ciò comporta il rischio di incontrare medici, o peggio ancora, non medici, che accondiscendono a richieste spesso prive di senso. È importante prestare attenzione, poiché la dipendenza dei giovani da questo tipo di terapie sta diventando sempre più preoccupante. Questo porta al rischio di sottoporsi a trasformazioni di cui potrebbero pentirsi in seguito“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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