Quanto inquinano le navi crociera? Forse di più di quanto si immagini
Scelte da diversi tipi di viaggiatori, le "città galleggianti" possono potenzialmente essere cause di rischi ambientali
Se le navi da crociera sono il sogno di molti viaggiatori, è bene sapere che esistono diversi aspetti da rivedere in merito alle splendide e costosissime ‘città galleggianti’. Infatti, ai confort e ai vantaggi di un viaggio in nave è necessario aggiungere i potenziali rischi ambientali.
Demonizzare le navi crociera? Non è questo lo scopo dell’articolo che segue. Piuttosto, l’idea è quella di voler analizzare in che modo questi mega hotel con piscine, ristoranti, centri benessere e boutique ‘sospesi’ in acqua possano contribuire, potenzialmente, a danneggiare l’ambiente. La risposta più immediata è che, sì, le navi da crociera purtroppo inquinano. Ma la risposta che segue è che esistono delle misure e delle strategie che possano permettere alle ‘città galleggianti’ di ridurre il loro impatto.
In linea generale è importante evidenziare che le navi da crociera peggiorano in maniera significativa la qualità dell’aria, specialmente delle città portuali nelle quali attraccano. Infatti, rilasciano nell’atmosfera una grande quantità di gas climalteranti. Tale impatto, contribuisce ad aggravare il fenomeno del riscaldamento globale. E se dopo le restrizioni conseguite al Covid-19 nel 2022 il settore crociere ha segnato una ricrescita, è bene evidenziare che questo dato si combina anche con un’impennata del fattore inquinamento.
Quanta CO2 emettono le navi da crociera
Rispetto alle navi-merci, le navi da crociera hanno, innanzitutto, un fabbisogno di energia più elevato. Basti, in questo caso, pensare alle luci e alla miriade di servizi presenti su ogni gigante del mare. A questo si aggiunge l’alimentazione del motore che, nella maggior parte delle imbarcazioni, deriva da petrolio (olio combustibile pesante o gasolio marino). In merito a questo aspetto, nel 2022, Bryan Comer, direttore del Marine Program presso il think tank International Council on Clean Transportation, ha esaminato l’impronta di carbonio delle navi da crociera paragonata a un viaggio in aereo più un soggiorno in un hotel a quattro stelle. Dall’analisi è emerso che per ogni persona imbarcata, per 2.000 km, si emettono 500 kg di CO2. Ovvero, più del doppio di un viaggio andata e ritorno in aereo e un soggiorno in albergo.
Oltre alla CO2, poi, le navi da crociera emettono anche altre sostanze tossiche come gli ossidi di azoto (NOx), gli ossidi di zolfo (SOx) e il ‘black carbon‘ (PM 2.5). Come rivela il report The return of the cruise pubblicato nel 2023 dall’Ong Transport&Environment, nel 2022 le 218 navi da crociera presenti in Europa hanno emesso più ossidi di zolfo di 1 miliardo di automobili. E l’Italia risulta, in quanto meta più gettonata dai crocieristi, anche tra le più inquinate e nel 2022, persino, la più inquinata, in termini di emissioni di ossidi zolfo. Fattore probabilmente determinato dal fatto che qui le ‘città galleggianti’ si fermano per più tempo con i motori accesi e navigano più vicine alle coste.
Inquinamento marittimo e come arginarlo
Come accennato all’inizio, però, una soluzione a questo enorme impatto ambientale può esistere. E a tal proposito, tutte le più importanti società di navigazione hanno promesso di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050. E sebbene tanti sono protratti verso il gas naturale liquefatto (che rimane comunque un combustile fossile), pare che l’unica strada percorribile, per rendere le navi da crociera davvero green, sia quella di optare per lo sviluppo di carburanti prodotti a partire da idrogeno verde rinnovabile. Da non sottovalutare, poi, sono gli investimenti sulle infrastrutture elettriche dei porti.
Si parla, in particolare, di cold ironing. Ovvero un processo che permette alle navi attraccate nei porti di spegnere i motori e connettersi alle fonti di energia elettriche dalle banchine. Aspetto quest’ultimo che andrebbe a ridurre di molto le emissioni inquinanti. E ‘Unione Europea come si è mossa in merito? Dal 1° gennaio 2024 è entrata in vigore l’estensione al settore marittimo del sistema per lo scambio delle quote di emissione di gas serra dell’Ue (EU ETS). Dunque, gli operatori delle navi da crociera dovranno pagare per ogni tonnellata di CO2 emessa in più. Questo dissuaderà dall’inquinamento? E quello che si augura l’ambiente.