Kiev sta attaccando il territorio russo con i missili a lungo raggio occidentali
Nel mirino raffinerie e sistemi radar in Russia. Innalzando l'escalation NATO-Mosca
Gli attacchi sempre più in profondità dell’esercito ucraino in territorio russo, rischiano di accelerare l’escalation fra il Blocco Atlantico e Mosca. I droni lanciati da Kiev infatti stanno colpendo importantissime stazioni radar del Cremlino.
I piani di Kiev e degli alleati NATO ormai sono abbastanza chiari. Preso atto ormai dell’impossibilità di Zelensky di battere i russi sul campo di battaglia. Dinnanzi ad un’avanzata di Mosca che da settimane prosegue con una velocità mai vista prima. Si cerca con l’armamentario occidentale più sofisticato di colpire in profondità il territorio russo, danneggiandone le infrastrutture più strategiche. Prendendo di mira le raffinerie, per inceppare il flusso finanziario verso Mosca, e nelle ultime settimane anche le stazioni radar. Attacchi mirati e chirurgici, che dovrebbero servire a Washington per guadagnare tempo almeno fino alle elezioni di Novembre. Ma il rischio di una guerra nucleare non è mai stato cosi concreto.
I missili a lungo raggio inviati dai Paesi NATO: come Kiev sta attaccando il territorio russo
“La NATO è coinvolta direttamente nel conflitto con la Russia in Ucraina”. Sono state le recenti parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, in risposta alle allarmanti dichiarazioni del Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Che hanno esortato all’uso da parte di Kiev di armi occidentali contro obiettivi in territorio russo. Nei fatti in realtà è già così, Kiev riceve da tempo dai Paesi UE e gli USA missili a lungo raggio come gli ATACMS e gli Storm Shadows. I Paesi NATO dunque non si stanno “avvicinando” solo recentemente a questo conflitto, ma di fatto ci sono già dentro. Le strategie e le varie red lines sono solo state tarate in base all’andamento del conflitto e della risposta russa. Con le concessioni via via di aerei, artiglierie, mezzi corazzati, sistemi contraerei, munizioni ecc. ecc. Ed oggi che sul campo di battaglia Kiev non ha più scampo, la strategia è quella di indebolire Mosca sul suo territorio, attraverso l’uso massiccio di attacchi droni. Colpendo le infrastrutture in profondità più strategiche come raffinerie e recentemente anche le stazioni radar.
Come riferiscono fonti di intelligence militare ucraina infatti, un drone a lungo raggio nella notte fra il 26/27 Maggio avrebbe centrato un sistema di trasmissioni radar nella città russa di Orsk, nell’oblast di Orenburg, a 1.800 chilometri dal confine ucraino. E’ la prima volta che un drone di Kiev colpisce un obbiettivo così in profondità. Ma l’attacco più rilevante sarebbe avvenuto circa una settimana fa, dove droni kamikaze ucraini sono stati in grado di danneggiare la stazione radar over-the-horizon Voronezh-DM, che si trova nella regione russa di Krasnodar. Non si tratta infatti di un radar qualunque: questa infrastruttura faceva parte del sistema di allerta russo che dovrebbe contrastare un potenziale attacco missilistico strategico. Far saltare questa infrastruttura dunque significa di fatto “prepararsi la strada” e minacciare Mosca di un potenziale attacco missilistico da parte occidentale.
L’innalzamento dell’escalation con Mosca
Un altro attacco alle infrastrutture di Mosca sarebbe avvenuto nella notte del 24 maggio, dove missili americani ATACMS lanciati dagli ucraini hanno colpito il nodo di comunicazione satellitare vicino alla città di Alushta, occupata dai russi. Tutti gli obiettivi sono di fondamentale importanza per le forze armate russe e il sistema di sicurezza. E questo ulteriore innalzamento dell’escalation con Mosca non può che generare pesanti conseguenze. Le parole di Stoltenberg sono la prova tangibile di una situazione ormai fuori controllo. La sconfitta di Kiev sul campo infatti è inevitabile, e dinnanzi ad una debacle imminente l’Europa si divide oggi tra Paesi come la Svezia, la Polonia, la Lituania, che si dicono pronti ad inviare uomini al fronte.
Ed altri più cauti che desistono all’idea di uno scontro con Mosca. Ma non mancano gli analisti a sostegno della tesi, che queste divisioni interne in realtà facciano solo parte di un più ampio piano di Washington, che sta preparando pazientemente l’opinione pubblica del Vecchio Continente ad una guerra “inevitabile”.