Ucraina, la NATO e le armi da usare contro obiettivi in territorio russo
Francia e Germania favorevoli. Da Polonia e Finlandia esplicito via libera a Kiev. E gli Usa valutano di eliminare il divieto sulle armi americane
Per contrastare l’avanzata della Russia in Ucraina, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, starebbe prendendo in considerazione contromisure senza precedenti. In primo luogo punire la Cina per aver fornito tecnologia chiave a Mosca; in secondo luogo revocare i limiti all’uso da parte dell’Ucraina delle armi “a corto raggio” statunitensi per attaccare la Russia sul suo stesso territorio. Lo sostiene il Washington Post.
Il fatto che l’Amministrazione americana consideri praticabili queste opzioni dimostra la crescente preoccupazione degli Stati Uniti per la vulnerabilità dell’Ucraina sul campo di battaglia. Come è noto, infatti, nel 2024, ormai quasi a metà del suo cammino, Kiev sta perdendo parte del territorio che era riuscita a riconquistare dopo l’invasione russa. Anzi, le truppe di Zelensky sono sempre più a corto di munizioni e di uomini in armi e rischiano di perdere la guerra. Può succedere di tutto. Anche che i russi travolgano le difese della resistenza ucraina e raggiungano la capitale come non erano riusciti a fare due anni fa.
La guerra può dilagare in Europa
Nell’Unione europea sale l’allarme per i toni da terza guerra mondiale. Un incubo planetario. Ma sono, in parte, gli stessi leader europei, come il presidente francese Macron e il capo del Governo tedesco, Scholz, a contribuire a un nuovo innesco della miccia. Per altro già ampiamente accesa dal russo Putin. Il 28 maggio in Germania, dopo un incontro con i vertici tedeschi, Macron – il più acceso fautore dell’invio di soldati occidentali a Kiev – ha detto che per lui l’Ucraina può ricevere il via libera dell’Occidente ad attaccare la Russia sul suo territorio con armi NATO. Anche se soltanto per colpire le postazioni da dove partono gli attacchi russi.
Da un lato, poi, ci sono le dichiarazioni del segretario della NATO, Jens Stoltenberg. Il quale ha parlato nei giorni scorsi della necessità di consentire all’Ucraina di colpire il territorio russo con le armi occidentali, suscitando sconcerto in vari paesi, a cominciare dall’Italia. E dall’altro c’è stata la risposta del Cremlino. “I paesi NATO stiano attenti, non è un gioco. L’invio di soldati occidentali al fronte in Ucraina sarebbe un passo per un conflitto globale” ha detto Putin.
Ucraina, le mosse di Polonia e Svezia
Come se non bastasse, i governi di Finlandia e Polonia fanno sapere di non limitare l’uso delle armi fornite all’Ucraina. Kiev potrà utilizzarle per attaccare strutture sul territorio russo. Lo ha dichiarato il vice ministro della Difesa Cezary Tomczyk alla trasmissione Radio Zet, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. “Non ci sono restrizioni sulle armi polacche fornite all’Ucraina“, ha detto.
Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha invece annunciato il ripristino di una zona cuscinetto al confine con la Bielorussia. Dal canto suo la Svezia, ormai abbandonata la neutralità storica e fatto ingresso nella NATO, ha annunciato aiuti militari per 1,16 miliardi di euro all’Ucraina.
Gli Usa al vertice di pace in Svizzera
In questo contesto si parla ancora di fare la pace. Ma non si capisce se esista una reale volontà da parte russa, ucraina, occidentale e cinese di arrivarci presto. Cioè prima che scoppi la guerra nucleare in Europa. “Come sapete, abbiamo partecipato attivamente a ciascuno dei precedenti vertici di pace ucraini. Il Governo degli Stati Uniti vi partecipa. E saremo rappresentati al prossimo vertice” che si terrà in Svizzera il 15 e 16 giugno.
Lo ha dichiarato l’addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean Pierre, la quale però ha spiegato di non avere informazioni specifiche sulla partecipazione del presidente Joe Biden. Intanto 50 Paesi hanno confermato la partecipazione al vertice. La speranza è che la pressione internazionale induca i padroni del mondo e signori della guerra – Russia, Usa e Cina per primi – a cominciare a far tacere le armi.