La NATO sta preparando la guerra?
Uomini e mezzi militari sono già in territorio ucraino, senza la possibilità di essere celati
La Nato accelera sull’escalation in Ucraina. A seguito dell’esortazione del segretario generale, Stoltenberg, all’utilizzo di armi NATO in territorio russo. Che in realtà gia da mesi vengono utilizzate dall’Ucraina per colpire raffinerie e sistemi radar russi. Come i potentissimi missili americani ATACMS e gli Storm Shadow, inviati massiciamente da Londra e anche dall’Italia. Adesso si discute anche l’opzione di predisporre uno scudo aereo per Kiev e l’invio di truppe.
Ció che solo due anni fa sembrava impossibile, attraverso una sapiente gestione mediatica dell’escalation da parte di Washington, sembra diventare realistico. Ora l’Europa prende in seria considerazione la possibilità di intervenire direttamente contro Mosca. In realtà, grazie a varie indiscrezioni, come quella del marzo scorso, quando il ministro degli Esteri polacco aveva rivelato di essere a conoscenza della presenza di militari NATO sul suolo ucraino. Per non parlare della volta di alcuni ufficiali tedeschi intercettati che avevano rivelato la presenza di forze britanniche in loco con lo scopo di addestramento medico. Sappiamo che la presenza NATO in Ucraina è già da tempo una realtà. E che quindi il dibattito mediatico non corrisponde ai fatti sul campo.
I missili a lungo raggio e le possibili truppe NATO giá a Kiev
“Personale militare della Nato è già presente in Ucraina”, aveva dichiarato nel mese di marzo in conferenza stampa il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, senza precisare la loro nazionalità. Un’affermazione che non lascia molti dubbi circa la presenza da tempo di insediamenti militari NATO a Kiev. Gli 007 americani, e come riferito poc’anzi, alcuni insediamenti britannici. È molto probabile che anche la Francia si sia già mossa da tempo. E che le recenti affermazioni al riguardo del Presidente francese, Emmanuel Macron, servissero in realtà soltanto a preparare l’opinione pubblica. Come affermato infatti, poche settimane fa, dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, le truppe francesi già sarebbero presenti sul terreno. L’incongruenza fra la macchina mediatica occidentale e i fatti sul campo è sin dall’inizio della guerra, gigantesca. Dove anche la questione sulla possibilità dell’uso di armi NATO per colpire direttamente Mosca, non riflette ció che sta già accadendo da mesi.
È ben noto infatti come Kiev usi da tempo i missili a lungo raggio americani ATACMS e gli Storm Shadows forniti dall’Europa per attaccare il suolo russo. La linea rossa è stata di fatto già sorpassata. Kiev ha attaccato negli ultimi mesi raffinerie russe e sistemi radar, raggiungendo una profondità di 1400 Km oltre il confine. Senza le armi occidentali questo non sarebbe mai stato possibile. Le parole del segretario generale della NATO, Stoltenberg, hanno solo riportato la questione pubblicamente. Ma il cambio di passo è avvenuto già da questo febbraio 2024, quando l’Ucraina, sprovvista ormai di uomini e di munizioni, si è ritrovata dinnanzi ad un’avanzata da parte dell’esercito russo, senza precedenti. E Washington ha così dovuto “cedere”, nella speranza di rallentare Mosca, sull’utilizzo di missili a lungo raggio per colpire le infrastrutture strategiche del Cremlino.
La nuova strategia di Washington a seguito delle difficoltà di Zelensky
Adesso purtroppo tutto lascia pensare ad un’accelerazione dell’escalation da parte dell’Occidente imminente. Sprovvisto di soldati, affogato dalla corruzione interna e dalle lotte di potere intestine, Zelensky senza un ulteriore passo in avanti della NATO non potrà arrivare a settembre. L’attuale avanzata russa nella regione di Kharkiv, non è che l’ennesimo esempio della gigantesca difficoltà del presidente ucraino oggi di mantenere le fila della resistenza. Infatti , come afferma un’esperta anti-corruzione sulla testata ucraina Pravda, i soldi destinati alla costruzione delle trincee ucraine sarebbero stati rubati tramite schemi di società fittizie. La truffa avrebbe impedito la creazione di fortificazioni nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, proprio lì dove l’esercito russo oggi sta avanzando con maggiore determinazione.
Il destino dell’Ucraina è quindi totalmente legato alla possibilità dei Paesi NATO di abbattere gli ultimi tabù. Che comprenderebbero anche la possibilità di uno scudo aereo, simile a quello messo in campo per la difesa del cielo di Israele dall’attacco iraniano dello scorso aprile. Ma questa nuova fase interventistica del Patto Atlantico, innesca un ulteriore innalzamento della tensione con Mosca. “L’attuazione da parte degli americani dei piani di dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio non rimarrà senza la nostra reazione”, ha spiegato il ministro degli Esteri russo in un’intervista all’agenzia statale Ria Novosti. Avvertendo che “non escludiamo ulteriori passi nel campo della deterrenza nucleare”. Siamo sicuri di voler imbracciare uno scontro frontale con il Cremlino? Siamo ad un passo dal punto di non ritorno.