Sabato 8 e domenica 9 giugno gli italiani potranno votare per rinnovare i 76 seggi che spettano al nostro Paese nell’ambito del Parlamento europeo. L’Eurocamera è il principale organo legislativo dell’Unione Europea, mentre la Commissione ne è quello esecutivo. L’Italia ha diritto a una delegazione di 76 europarlamentari sui 720 totali. Ovviamente si vota anche nel resto dei 27 Stati membri dell’Unione. In Italia, inoltre, in alcune regioni e alcuni comuni, si svolgeranno contestualmente le elezioni amministrative.

L’8 giugno i seggi apriranno alle 15 e chiuderanno alle 23. Domenica 9 giugno apriranno alle 7 e chiuderanno alle 23. Bisogna portare con sé al seggio un documento d’identità, la tessera elettorale ed eventuali altri documenti necessari. Per esempio l’attestazione per gli studenti fuori sede o la documentazione medica per le persone con disabilità per il voto assistito. Una volta entrati nella cabina ci si trova davanti una scheda elettorale diversa a seconda della propria circoscrizione.

Cartelloni e manifesti elettorali a Torino, dove si vota anche per le regionali. Foto Ansa/Alessandro Di Marco

La scheda e le preferenze

Sulla scheda per votare alle elezioni appaiono dei simboli tondi che rappresentano le varie liste elettorali, singoli partiti o gruppi di partiti. Si vota mettendo una X sul simbolo della lista che si vuole votare, con la matita copiativa fornita dagli scrutatori al seggio.

Al fine di esprimere un voto valido si può limitare: 1) mettere una X sul simbolo della lista; 2) oltre a mettere la X sul simbolo, si possono esprimere anche preferenze sui candidati e le candidate di quella specifica lista. Si possono esprimere da 1 a un massimo di 3 preferenze. Per farlo basta scrivere il nome e il cognomeo anche solo il cognome – della persona o delle persone sulle righe di fianco al simbolo.

La preferenza di genere

Sul voto alle elezioni e le preferenze ci sono due regole. La prima è rispettare la rappresentanza di genere. Se alle elezioni si sceglie più di un candidato da votare non si possono scrivere i nomi di sole donne o di soli uomini. Ma almeno una deve essere di genere diverso dalle altre persone indicate. In caso contrario si considererà valida solo la prima preferenza (quella scritta sulla riga più in alto sulla scheda). La seconda e la terza saranno annullate. C’è poi il divieto di voto disgiunto. I candidati e le candidate per cui si esprime una preferenza devono far parte della stessa lista votata. Non si può, cioè, votare il simbolo di un partito e poi i candidati di un altro partito.

Un fac-simile di scheda elettorale per le Europee 2024. Foto ilpost.it

La soglia al 4%, i candidati che rinunciano

Dopo la chiusura dei seggi, alle 23 di domenica 9 giugno, comincerà lo scrutinio delle schede. Si calcoleranno i voti ottenuti da ciascuna lista, e poi le preferenze per i candidati e le candidate. Per poter ottenere dei seggi al Parlamento Europeo, le liste elettorali devono superare la soglia di sbarramento del 4% dei voti su tutto il territorio nazionale. I partiti che prenderanno di meno, quindi, non avranno diritto ad alcun seggio nel Parlamento Europeo.

Si sa già che alcune persone candidate alle elezioni europee – tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schleinnon andranno al Parlamento Europeo nel caso in cui risultino elette (cosa del tutto probabile per non dire certa). In casi come questi, a seguito della formale rinuncia del candidato, il seggio va a colui o a colei che ha preso più preferenze tra i non eletti della stessa lista.