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Signorelli si dimette dopo lo scandalo delle chat antisemite con ‘Diabolik’

Il portavoce del ministro dell'Agricoltura, Lollobrigida, annuncia di aver lasciato l'incarico

Paolo Signorelli, che dapprima si era autosospeso, adesso non è più il portavoce e il capo ufficio stampa del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “Ho deciso di dimettermi da portavoce del ministro” ha annunciato in un’intervista al Foglio. “L’ho fatto per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il Governo. Non voglio fare assolutamente la vittima, ma è giusto per tutti che ora mi faccia da parte”. Signorelli è finito sotto accusa per le chat con Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, il capo degli ultras della Lazio ucciso nel 2019, dal contenuto antisemita.

Quella era “un’altra fase della mia vita” ha detto ancora Signorelli. “Quello era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo“. “Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato“. Quali motivi? “Sono un ex calciatore, vengo da una storia familiare che non rinnego (suo nonno Paolo Signorelli, considerato un ideologo dei neofascisti di Ordine Nuovo è stato condannato per associazione sovversiva e banda armata, ndr.) e pur rimanendo un tifoso della Lazio da anni non vado in curva”.

Paolo Signorelli ministro Lollobrigida
Alle spalle del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, alla sua sinistra, Paolo Signorelli. Foto Ansa/Matteo Bazzi

Il 10 giugno Signorelli ha incontrato Lollobrigida e gli ha comunicato la sua decisione, dopo che nei giorni scorsi si era autosospeso: “Questa bufera mi impedisce di continuare a fare il mio lavoro, così ho rassegnato le dimissioni che il ministro ha accettato. Lo ringrazio per la vicinanza alla mia famiglia e la conferma della stima nei miei confronti. Ringrazio Giorgia Meloni, Arianna e tutti coloro i quali ho avuto il piacere di lavorare”.

Perché si è dimesso Signorelli

All’origine di tutta la vicenda che ha portato alle dimissioni di Paolo Signorelli c’è uno scoop di Repubblica. Il quotidiano ha pubblicato il contenuto di alcune conversazioni in chat risalenti al 2019 fra Signorelli e Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultras della Lazio, estremista di destra condannato per traffico di droga assassinato a Roma il 7 agosto del 2019. Dai messaggi che i due si scambiavano su Whatsapp emergono commenti antisemiti, elogi ai terroristi neri come Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti. E anche compiacimento per l’assoluzione di esponenti del crimine romano. La conversazione è tratta dalla copia forense del telefonino di Piscitelli.

Fabrizio Piscitelli manifesti Roma
‘Diablo vive’ – Manifesti a Roma in onore di Fabrizio Piscitelli nel 2020. Foto X @tomkington

“Con riferimento a quanto pubblicato su alcuni organi di stampa – aveva scritto in un primo momento Paolo Signorelli, portavoce del ministro – tengo a precisare di non ricordare la conversazione in oggetto, che sarebbe avvenuta molti anni anni fa, e che oggi mi ha colto del tutto di sorpresa. Ritengo altresì doveroso sottolineare quanto mai distanti da me, dal mio pensiero e dal mio sentire, siano i gravi contenuti di quella conversazione. In attesa di chiarire la vicenda, ho comunicato la mia autosospensione, con effetto immediato, dall’incarico di capo ufficio stampa del ministro Lollobrigida”. Poi la decisione definitiva di dimettersi: la posizione politica del portavoce di Lollobrigida era diventata oggettivamente insostenibile. In ogni caso Paolo Signorelli ha cercato di prendere le distanze dai contenuti delle conversazioni con Diabolik di 5 anni fa.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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