BRICS accumulano oro: lo strappo con l’Occidente ormai in crisi
L'Occidente non è più percepito come porto sicuro dove detenere i propri asset
India, Cina e Russia, le tre principali potenze del blocco BRICS, stanno accumulando ingenti quantità d’oro. Un segnale inequivocabile della ferma volontà politica oggi di questi Paesi, non solo di accelerare il disaccoppiamento finanziario con il blocco occidentale. Ma di creare una nuova moneta in opposizione al dollaro e agganciata all’oro stesso, da sempre bene rifugio.
Blocco occidentale e BRICS infatti oggi sono sempre più lontani. E nei prossimi anni assisteremo ad una vera e propria rottura all’interno del sistema finanziario senza precedenti. L’Occidente infatti non è più percepito al livello globale come un porto sicuro dove detenere le proprie riserve auree. Dove a seconda del clima politico c’è il rischio di vedere congelati e/o deteriorati i propri asset. Come sta accadendo per i 300 miliardi russi detenuti in Belgio, attorno ai quali l’UE, sotto pressioni USA, sta ragionando di poter mettere mano per acquistare altri armi per l’Ucraina. E questo cambio di passo sta gettando le basi per un clima da Guerra Fredda molto pericoloso.
La corsa all’oro dei BRICS: la dipendenza dal dollaro e dalle banche occidentali
La corsa all’oro da parte dei Paesi BRICS, è inarrestabile. La Cina ne sta acquistando, da 18 mesi consecutivi ormai, ingenti quantità sul mercato. E recentemente anche l’India ha rimpatriato nella sua Banca Centrale circa 100 tonnellate d’oro, detenuti nei caveau del Regno Unito. Tutti questi segnali non lasciano scampo circa la crescente volontà oggi di molte potenze mondiali di ridurre la propria dipendenza da depositi esteri occidentali. Accelerando il disaccoppiamento del sistema finanziario globale. Secondo recenti sondaggi infatti, circa il 68% delle banche centrali oggi preferisce mantenere le proprie riserve d’oro all’interno dei confini nazionali, rispetto al 50% del 2020. A causa del malcontento per la gestione dell’UE nei confronti degli asset russi infatti, le potenze non si fidano più di mantenere ingenti riserve nelle banche centrali occidentali. Causando delle gravi perdite ai bilanci delle banche del Vecchio Continente.
L’attuale massiccio acquisto di oro però nasconde anche un altro obbiettivo cruciale dei BRICS, che intendono nel medio termine fare a meno del dollaro nei loro traffici commerciali. Tra i loro piani infatti c’è la costruzione di una nuova moneta digitale, ancorata all’oro, che possa definitivamente spodestare il dollaro come moneta di riserva globale. E dunque dietro l’accumulo da parte di Cina, India e Russia si nasconde anche la volontà di possedere quante più riserve auree possibili, così da poter garantire la stabilità della loro nuova moneta. Non c’è alcun dubbio dunque circa la crisi del sistema dollaro-centrico, e del rischio per l’Europa di perdere la propria centralità all’interno del sistema finanziario. I segni del disaccoppiamento e del declino sono ormai evidenti e innegabili.
Banche USA e UK in forte crisi: situazione peggiore del 2008
Negli USA la salute del settore bancario scricchiola gravemente. Recentemente è emerso un rapporto che sta agitando parecchio le acque, dove si evidenzia che più di 50 banche americane stanno affrontando perdite non realizzate per un totale di 517 miliardi di dollari. Questo vuol dire che molte delle delle azioni detenute da queste banche hanno perso precipitosamente valore. Il numero di banche americane a rischio fallimento oggi sarebbero circa 63, secondo i dati della FDIC degli USA, un’agenzia governativa che fornisce assicurazione sui depositi bancari. Anche la borsa di Londra si trova in grave difficoltà. Un rapporto della società di revisione EY, stima che circa il 18% delle società quotate nella City ha profitti in caduta. Fotografando una situazione pefino peggiore della crisi finanziaria del 2008, dove le società in crisi erano il 17%.
Cavalcando questo clima geopolitico da Guerra Fredda dunque l’Occidente sta rischiando grosso. Innescare uno scontro con Mosca e Pechino è infatti controproducente per tutti. E gli ultimi provvedimenti USA in ambito economico, che aumentano i dazi contro la Cina, non fanno che peggiorare la situazione. Questa dicotomia fra blocco BRICS e Paesi G7 sta generando un vero e proprio terremoto. L’aumento dei tassi di interesse e l’impennata dei costi, stanno deteriorando imprese e la fiducia dei consumatori. Quest’inflazione non è sostenibile ancora a lungo, sicché la possibilità di un atterraggio morbido dell’economia dei G7 è sempre più improbabile.