Il presidente francese, Emmanuel Macron, spinge il paese a elezioni anticipate e presenta in conferenza stampa le sue ragioni. Dopo aver annunciato, la sera dei disastrosi risultati delle europee, domenica 9 giugno, la “dissoluzione” dell’Assemblea nazionale, mercoledì 12 giugno ha spiegato il perché e se n’è assunto l’intera responsabilità. Ha inoltre rilanciato una battaglia politica che sembrava perduta in partenza. Grazie all’azzardo di nuove elezioni legislative in Francia fra meno di 20 giorni, la scommessa del capo dello Stato potrebbe rivelarsi vincente.   

Macron ha detto che la sua maggioranza centrista deve “andare a dialogare con personalità e forze che oggi non ne fanno parte“. “Da domenica (cioè dai risultati del voto delle europee, ndr.) stanno cadendo le maschere. È una prova di verità“. “Si vede la differenza fra chi difende i propri interessi e chi difende quelli comuni“, ha aggiunto. Le alleanze a sinistra e a destra sono “delle costruzioni di apparati, in nessun caso delle maggioranze per governare” ha dichiarato il presidente, invitando a unirsi “al blocco centrale, progressista, democratico e repubblicano“.

Foto Ansa/Epa Teresa Suarez

Perché Macron ha sciolto il Parlamento

Un attacco, dunque, su tutta la linea. Che il capo dello Stato ha presentato con fermezza e determinazione. Non ha alcuna intenzione di dimettersi, quand’anche il Rassemblement national di estrema destra – che alle Europee ha raccolto oltre il 30% dei consensi doppiando Renaissance (i macroniani) – vincesse le legislative del 30 giugno e 7 luglio (turno di ballottaggio). Elezioni che saranno un momento di “chiarimento” per la Francia. In un contesto in cui “le forze dell’estrema destra sommate a quelle dell’estrema sinistra sono intorno al 50%“. Qualcosa che “non possiamo ignorare” ha proseguito. Per lui alle elezioni europee i francesi hanno manifestato “rabbia e risentimento“. E “noi non possiamo rimanere indifferenti o sordi. Dobbiamo portare una risposta democratica: solo lo scioglimento permetteva di chiarire le cose“.

Il caso Ciotti

Da domenica sera le maschere cadono” ha, come detto, sottolineato Macron. Che ha così evocato, tra l’altro, l’apertura improvvisa che il segretario dei Républicains – eredi dei gollisti conservatori moderati – Eric Ciotti ha fatto a un’alleanza con l’estrema destra di Marine Le Pen. Il presidente della Repubblica ha perciò affermato le differenze fra i Républicains e il Rassemblement national, in particolare sul programma economico. “Pensate che Ciotti, con i Républicains che lo seguono, lui che spiegava che la maggioranza è troppo lassista e bisognava consolidare più rapidamente la spesa pubblica, governerà con il Rassemblement national?“. Un partito il cui programmaorganismi indipendenti” hanno valutato “a un costo di 100 miliardi di euro all’anno per i contribuenti?

Da sin., Eric Ciotti presidente dei Républicains, e Jordan Bardella, del Rassemblement national, vincitore delle elezioni europee. Foto Ansa

Quanto alla sinistra, Macron ha affermato che “sulla socialdemocrazia, l’economia sociale di mercato, la gauche si è alleata con l’estrema sinistra. La quale, nella stessa campagna, si è resa colpevole di antisemitismo, di comunitarismo, di antiparlamentarismo e, di rottura di fatto con i valori della Repubblica“.

Il presidente ha dichiarato di avere ascoltato il messaggio di “collera” che i francesi hanno gli inviato tramite le elezioni europee. “Segnale ricevuto. Ho sentito la collera“, ha detto Macron, assicurando di voler portare ora una “risposta concreta“. “Ma l’espressione di una collera – ha chiesto retoricamente Macron – può essere una risposta ai problemi quotidiani? La risposta è no“. E ancora, “il progetto promosso dal Rassemblement National non permetterà di rispondere all’insicurezza. Del resto, qual è la risposta concreta che propongono? Sanno solo dire di no, ma poi? Niente, non danno nessuna risposta“, ha concluso Macron.