L’identikit del Vermocane: perché “spaventa” il Mediterraneo?
Si parla di una specie aliena che sta invadendo nuovi acque e che provocherebbe danni anche agli esseri umani
Secondo le ultime news una specie acquatica sta facendo preoccupare tutto il Mediterraneo. L’animale in questione è il Vermocane e pare spaventare la fauna locale ma anche le persone.
Le notizie sull’invasione del Vermocane (Hermodice Carunculata) nei mari Tirreno e Adriatico stanno destando non poche preoccupazioni. Questa specie, infatti, è considerata una specie aliena nelle acque citate, poiché residente fino ad ora nelle zone ioniche. Il motivo della sua espansione sarebbe da attribuire alla crisi climatica e la sua presenza è descritta come un pericolo per gli animali autoctoni, oltre che un potenziale rischio per le persone. Ma al di là degli allarmismi, proviamo a capire quanto questa creatura sia davvero ‘spaventosa’.
Chi è il Vermocane
Conosciuto anche come ‘verme di fuoco‘, nome che di certo non gli garantisce benevolenza, l’Hermodice carunculata è un piccolo anellide marino la cui presenza si può paragonare a quelle delle meduse. Ovvero, il contatto con un Vermocane potrebbe generare le stesse conseguenze spiacevoli di un contatto con una medusa, ma non è letale. Inoltre, questa specie non è aliena (come stata erroneamente definita), ma si tratta di un invasore nativo. Ovvero, non proviene da un habitat diverso rispetto a quello dove si è attualmente espanso, piuttosto proviene da aree dello stesso habitat. Tuttavia, sono le variazioni ambientali e climatiche che hanno portato il proliferare in aree adiacenti, divenendo invasive sì, ma a ‘casa propria’. In Italia il Vermocane è segnalato dal 1832, ma si trovava in particolare nelle coste ioniche. Negli ultimi anni, invece, ne è stata registrata la presenza anche nel Mar Tirreno, e lungo le coste pugliesi dell’Adriatico.
Il ‘verme di fuoco‘ si trova soprattutto in prossimità di scogli e rocce, dunque, in prossimità della battigia o comunque nuotando lontano dagli scogli, sembrerebbe alquanto difficile poter incappare in un esemplare. Tuttavia, nel caso in cui l’incontro fortuito dovesse verificarsi, è bene sapere che il contatto potrebbe causare una forte scarica urticante provocata dalle setole bianche che ricoprono il dorso dell’animale. I filamenti inoculano una tossina potenzialmente in grado di causare eritemi, pruriti, intorpidimento e bruciori. Effetti che, se per l’uomo non sono letali, per specie marine più piccole possono essere causa di paralisi totale con successiva morte. Motivo per il quale il Vermocane è considerato pericoloso per le specie autoctone, di cui si ciba.
Allarme reale o falso allarmismo?
Il motivo per il quale questo anellide sta emigrando più Nord è sostanzialmente il cambiamento climatico. Infatti, l’innalzamento delle temperatura porta le specie termofile (nel caso del Vermocane particolarmente amanti del caldo) a spostarsi. Motivo per il quale gli avvistamenti del Vermocane tra Tirreno e Adriatico sembrano aumentare in estate e diminuire in inverno. Per placare, comunque, una certa dose d’allarmismo diversi gli scienziati che hanno spiegato i reali effetti di un Vermocane.
“Sull’allarme Vermocane non bisogna fare allarmismi“, ha precisato il biologo Carmelo Isgrò, come riporta anche la Gazzetta del Sud. “Molti pensano che sia una specie aliena, proveniente da altri mari ma non è così – continua l’esperto – è sempre stato presente nel Mediterraneo ma quello che sta succedendo è che è sempre più facile incontrarlo a causa della sua velocissima espansione. Proprio perché sta colonizzando in maniera massiccia le coste del Mediterraneo, ha importanti ripercussioni sulle dinamiche delle comunità marine. In altre parole, il Vermocane è da tempo presente nei nostri mari, ma il numero di individui è cambiato molto nel corso del tempo“.