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Premierato e Autonomia al voto in Parlamento

Il Centrodestra punta alla nuova forma di Governo che prevede l'elezione diretta del premier. Il voto non dovrebbe riservare sorprese

Dopo settimane di polemiche e risse, torna in Aula al Senato, martedì 18 giugno, il ddl Casellati sul premierato, per l’ultimo atto prima del passaggio alla Camera. Al vaglio di Montecitorio invece il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Le opposizioni si radunano In Piazza Santi Apostoli, a Roma, per protestare. Si tratta di due delle riforme ‘cavallo di battaglia’ del Centrodestra al Governo dell’Italia dalla fine del 2022.

Il disegno di legge costituzionale per il passaggio al modello di Governo del premierato, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio, andrà al voto dei senatori nel pomeriggio. Alle 15.30 le dichiarazioni di voto finali, poi l’Assemblea si esprimerà. Il tutto con termine entro le 17.30. Un verdetto scontato che arriva al culmine di settimane di tensione, prima in Commissione e poi in Aula. Tanto che lo scorso 13 giugno PD, M5S e Avs hanno lasciato i banchi del Senato per protesta, mentre si votavano gli ultimi articoli del testo.

Meloni premierato dimissioni riforme
Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Scambio fra premierato e autonomia

Punta dritto all’obiettivo del premierato la maggioranza (FdI, Forza Italia e Lega), come sottolinea il relatore del testo, il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni. “Oggi – dice all’AdnKronos – festeggerò il via libera a questa legge del Senato e anche il mio compleanno…“. Nessuna nota lieta invece da parte delle opposizioni. “In Senato, con il nostro voto – dice all’AdnKronos, Francesco Boccia capogruppo del Partito Democratico – diremo no a una riforma della Costituzione che sfascia gli equilibri su cui si basano le nostre istituzioni. E denunceremo lo scambio politico inaccettabile che si sta realizzando nella maggioranza tra premierato e autonomia differenziata“.

Dopo quanto successo lo scorso 29 maggio, con la rissa sfiorata in Aula, tra il senatore di Fdi, Roberto Menia e il pentastellato Marco Croatti, fermati a un passo dallo scontro fisico, la tensione nell’emiciclo non è mai mancata. Pur senza arrivare a quanto visto alla Camera per l’autonomia. Il 12 giugno il deputato Leonardo Donno del M5S si è avvicinato al ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli, per gettargli addosso una bandiera tricolore ed è stato aggredito da alcuni deputati fra cui il leghista Igor Iezzi.

La destra sulle riforme sta dimostrando un atteggiamento aggressivo” accusa Boccia del PD. “Per questo dopo il voto saremo in piazza con le altre forze di opposizione contro le riforme del Governo di Giorgia Meloni. E se non si fermeranno lavoreremo per raccogliere le firme perché a decidere sia il popolo italiano”.

Donno Iezzi rissa Camera deputati
Il 12 giugno 2024 alla Camera una rissa tra parlamentari è scoppiata nell’Aula durante la discussione dell’autonomia differenziata. Il deputato del M5S, Leonardo Donno, stava cercando di dare a forza una bandiera tricolore al ministro Calderoli quando alcuni deputati lo hanno colpito facendolo cadere a terra. Foto Ansa/Massimo Percossi

Ddl autonomia in Aula dopo le tensioni

Sul ddl Calderoli l’intenzione della maggioranza sarebbe quella di provare a chiudere la prima partita il prima possibile, così come per il premierato. Mercoledì 19 giugno potrebbe essere chiesta un’inversione dell’ordine dei lavori per partire subito con l’esame del disegno di legge sull’autonomia. Ma i fatti di mercoledì 12 giugno hanno lasciato strascichi e non solo a livello di sanzioni disciplinari (sono 11 i deputati sospesi temporaneamente dai lavori dopo i disordini).

Le immagini della bagarre con l’aggressione ai danni del deputato pentastellato Leonardo Donno hanno fatto il giro del mondo. Per questa ragione, scongiurare il ripetersi di episodi simili è diventata la premura di tutti i gruppi parlamentari. In casa FdI giovedì, all’indomani della rissa, i vertici del gruppo parlamentare di Montecitorio hanno invitato i deputati meloniani a non cadere in “provocazioni” e a mantenere la calma.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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