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Euro 2024, Italia troppo scarsa: cosa farà adesso Spalletti?

Il ct è il valore aggiunto assieme al capitano Donnarumma. Ma non basta per svegliare una Nazionale che ora deve affrontare la Croazia

L’Italia messa a terra dalle furie rosse della Spagna pensa alla prossima avversaria: la Croazia. C’è da svegliarsi e rapidamente. Prima l’esordio stentato con una vittoria di misura sull’Albania (2-1), poi il ko per 1-0 rimediato da Morata e compagni, nettamente superiori nel gioco al di là del risultato. Insomma, per Luciano Spalletti ci son gatte da pelare e non sono poche.   

In campo si salva quasi soltanto Gigio Donnarumma: giovedì 20 giugno il capitano azzurro ha evitato che i nostri fossero travolti da una goleada spagnola. Non a caso è uno dei migliori portieri del mondo. Il problema è che adesso non si svegli troppo anche la Croazia. L’Italia affronterà gli slavi lunedì sera 24 giugno a Lipsia. A noi basta un pari per passare il turno; loro invece devono vincere. Perciò c’è il rischio che abbiamo più fame di risultato degli azzurri.

Spalletti Italia Euro 2024
Luciano Spalletti. Foto Ansa/Epa Friedemann Vogel

Italia, confronti impietosi

Contro la Spagna sono emersi ancora una volta i limiti dell’Italia, per altro già noti. Stanno nella qualità della rosa, nella personalità, nella disponibilità al sacrificio. In parte anche nella gestione tecnica. Non abbiamo scoperto nulla di nuovo. Contro l’Albania era sembrata una buona gara, in realtà era stata una vittoria sofferta in cui alcuni difetti erano già venuti a galla. Ad esempio: il palleggio troppo lento; nessuno davvero in grado di buttarla dentro. E poi in difesa siamo solidi come da nostra tradizione? L’autogol di Calafiori che ha consentito alla Spagna di prevalere è un indizio che va in senso contrario.

Adesso ci si prepara alla Croazia. Ebbene, in questo senso non è cambiato niente: con un pareggio siamo matematicamente secondi. Con una sconfitta non certamente fuori, ma con possibilità che questo accada. Anche in caso di passaggio di turno, la sensazione è però che la strada davanti all’Italia in questo Euro 2024 non sia troppo lunga. A parte la Spagna e forse la Germania non ha impressionato nessuna delle big d’Europa, ma è evidente che noi veniamo un gradino sotto a iberici e tedeschi, ma anche a Inghilterra, Francia e Portogallo. Pensare di potersela giocare con loro è piuttosto dura.

Ripartire subito con grinta

Quel che conta, in ogni caso, in questo momento è ripartire. Come lo sceglierà Spalletti. Visto però che la tecnica è quella che è, forse sarà il caso di puntare sulle energie. Gli esterni devono rifiatare, due uomini che saltano l’avversario come Zaccagni e Chiesa dovrebbero entrambi trovare spazio, il centrocampo non ha molte alternative. Servirà coraggio. Il coraggio di giocarsi tutto a viso aperto. Perché come aveva detto Spalletti prima della Spagna, se li facciamo giocare e aspettiamo finisce male.

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Gianluigi Donnarumma all’ultima azione dell’Italia si è catapultato in area avversaria per tentare di segnare (invano) il gol del pareggio. Foto Ansa/Friedemann Vogel

La situazione del gruppo B di Euro 2024 vede le furie rosse a quota 6 punti dopo due partite e qualificate direttamente agli ottavi di finale come prime del girone grazie al vantaggio nello scontro diretto con l’Italia. Occasione sprecata per gli Azzurri che restano fermi a 3 punti e che ora si giocheranno il passaggio del turno nell’ultima sfida contro la Croazia. Contro la Croazia, reduce da pareggio per 1-1 contro l’Albania e con un punto in classifica (così come la Nazionale di Sylvinho) all’Italia basterà non perdere per essere sicura del secondo posto e dell’accesso agli ottavi di finale. A prescindere dal risultato di Spagna-Albania. La nostra Nazionale ha dunque a disposizione due risultati su tre, ma potrebbe sperare pure perdendo. A seconda degli incastri degli altri gironi c’è la chance di rientrare nelle quattro migliori terze.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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