Ballottaggi: al Centrosinistra Firenze, Bari, Perugia e Potenza
Se alle Europee il Centrodestra ha prevalso come da pronostici, alle Comunali PD e 'campo largo' la fanno da padrone
Si delineano i risultati dei ballottaggi per le elezioni comunali che si sono svolti il 23 e 24 giugno. Emerge in primo luogo il dato sulla bassa affluenza alle urne: 47,71%. Nel primo turno fu del 62,83%. Complessivamente il risultato dei ballottaggi arride al Centrosinistra che, sconfitto alle Europee, ha comunque mostrato la tendenza al recupero già evidenziata nel voto per l’Eurocamera. La coalizione a trazione dem si tiene Firenze e Bari e conquista Potenza e Perugia, solo per citare alcune delle maggiori città al voto.
Fra le città capoluogo di regione implicate in queste comunali, anche Firenze. Per il ballottaggio nella città toscana l’affluenza è stata del 47,96%. Al primo turno fu del 64,44%. Il Centrosinistra conferma di ‘tenere’ il sindaco. Quando restavano da scrutinare 34 sezioni su 360, il vantaggio di Sara Funaro, erede politica dell’uscente Dario Nardella, era al 60,64%: incolmabile.
Firenze, la dedica a Bargellini
“Vorrei dedicare questa vittoria a una persona che non c’è più, la vorrei dedicare a mio nonno Piero Bargellini (sindaco di Firenze durante l’alluvione del 1966, ndr.)” ha dichiarato la neo-eletta. “Da lontano gli vorrei dire che quella frase che mi è sempre rimasta nel cuore, nella mente, quando mio nonno che aveva fatto talmente dichiarazioni di amore da Firenze da doverla sposare, gli vorrei dire ‘oggi nonno la sposo anche io’ questa meravigliosa città. Darò tutta me stessa per fare il meglio per la nostra Firenze, sarò la sindaca di tutte e tutti i fiorentini“.
L’affluenza a Bari per i ballottaggi si è fermata al 37,53%. Al primo turno fu del 58,17%. Anche in questo caso, come per Firenze, il Centrosinistra conferma il sindaco ai propri colori politici. Quando restavano da scrutinare 55 sezioni su 345, il vantaggio del democratico Vito Leccese era al 70,33%, assolutamente impossibile da raggiungere per il candidato del Centrodestra.
Ballottaggi: da Perugia a Potenza
I ballottaggi arridono al Centrosinistra anche per ciò che riguarda Perugia. Nel capoluogo umbro l’affluenza è stata molto più alta delle media nazionale, attestandosi al 58,27%. Al primo turno era stata del 65,83%. Quando erano scrutinate 63 sezioni su 159 sezioni in base ai dati del Viminale pubblicati sul sito Eligendo, la candidata di Centrosinistra Vittoria Ferdinandi era avanti con il 52,70% sulla candidata di centrodestra Margherita Scoccia al 47,30%.
Situazione inedita a Potenza, dove il Centrosinistra ha ribaltato i pronostici e soprattutto il risultato del primo turno. Vincenzo Telesca, appoggiato da PD e altre liste civiche, è il nuovo sindaco del capoluogo lucano. Nelle 77 sezioni del Comune, Telesca ha raggiunto il 64,92%, mentre Francesco Fanelli, candidato del Centrodestra, con lui al ballottaggio, si è fermato al 35,08%. Fanelli si è congratulato con il suo avversario per la netta vittoria che riporta il centrosinistra alla guida di Potenza, dopo i 5 anni del sindaco leghista Mario Guarente.
I risultati da Cremona a Lecce
Ma i ballottaggi delle comunali riservano altre sorprese. È testa a testa a Cremona. Quando sono state scrutinate 74 sezioni su 76 in base ai dati del Viminale pubblicati sul sito Eligendo, è avanti il candidato di Centrosinistra Leonardo Virgilio al 50,23% sul candidato di Centrodestra Alessandro Portesani con il 49,77%.
A Lecce, quando sono state scrutinate 11 sezioni su 102, al ballottaggio è avanti la candidata del centrodestra Adriana Poli Bortone al 53,57% mentre il candidato del Centrosinistra Carlo Salvemini è al 46,43%. Per il sindaco di Campobasso, quando sono state scrutinate 29 sezioni su 56 in base ai dati del Viminale, al ballottaggio è avanti il candidato di centrodestra Aldo De Benedittis con il 50,27 % sul candidato del Centrosinistra e del M5S Marialuisa Forte al 49,73%. Complessivamente la situazione politica sembra ribaltare, almeno in parte, l’esito delle comunali dello scorso anno: questa volta l’ ‘effetto Meloni’ non c’è stato.