A pochi giorni dalle elezioni in Francia si accende lo scontro elettorale e cominciano a definirsi anche le intenzioni di voto dei cittadini. Uno degli ultimi e più autorevoli sondaggi, pubblicati dal quotidiano Le Figaro, attesta l’estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen primo partito al 34%, seguita dal Nuovo Fronte Popolare, che raggruppa la sinistra, al 29%.
Al terzo posto c’è Renaissance, il partito del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, dato a un 22% dei consensi fra la popolazione. La formazione del presidente, e del primo ministro Gabriel Attal, ha guadagnato nelle intenzioni di voto 4 punti in pochi giorni. Alle Europee dello scorso 9 giugno ha raccolto meno del 15%.
La situazione dei partiti in Francia
Sempre stando ai sondaggi, il 64% degli elettori afferma che si recherà alle urne. Si tratta di un valore significativo perché pari a 5 punti in più rispetto all’affluenza registrata alle legislative del 2022. Alle elezioni europee il Rassemblement National di Le Pen ha preso il 32% di voti, record assoluto nella storia del partito, pari al doppio della lista della maggioranza macroniana, che si è fermata appunto al 14,9%. In Francia quasi un francese su tre ha votato per l’estrema destra, così spingendo Emmanuel Macron a sciogliere il Parlamento e a indire elezioni legislative anticipate a stretto giro.
Dopo giorni di trattative intese, le sinistre, i verdi e i socialisti hanno accettato di unirsi in un fronte popolare per fermare l’avanzata dell’Rn. “Mi importa solo che il Rassemblement National non vinca le elezioni e vada al Governo” ha spiegato il leader socialista Raphaël Glucksmann, capo di Place Publique, in forte ascesa. Con lui i socialisti, che erano quasi spariti dalla politica francese sono adesso al 14-15%. Per Glucksmann l’unico modo di fermare il Rassemblement National è “di unirci. Abbiamo una responsabilità storica” ha chiosato rivolto alle altre forze delle sinistra.
Macron alla riscossa
Ma Perché Macron, in quanto capo dello Stato, ha sciolto il Parlamento della Francia e ha indetto nuove immediate elezioni spiazzando completamente la sua stessa maggioranza politica? Dopo aver annunciato, la sera dei disastrosi risultati delle europee, domenica 9 giugno, la “dissoluzione” dell’Assemblea nazionale, mercoledì 12 giugno ha spiegato il perché. E se n’è assunto l’intera responsabilità. Ha inoltre rilanciato una battaglia politica che sembrava perduta in partenza. Grazie all’azzardo di nuove elezioni legislative in Francia il 30 giugno (col ballottaggio al 7 luglio), la scommessa del capo dello Stato potrebbe rivelarsi vincente.
Macron ha detto che la sua maggioranza centrista deve “andare a dialogare con personalità e forze che oggi non ne fanno parte“. “Da domenica (cioè dai risultati del voto delle europee, ndr.) stanno cadendo le maschere. È una prova di verità“. “Si vede la differenza fra chi difende i propri interessi e chi difende quelli comuni“, ha aggiunto. Le alleanze a sinistra e a destra sono “delle costruzioni di apparati, in nessun caso delle maggioranze per governare” ha dichiarato il presidente, invitando a unirsi “al blocco centrale, progressista, democratico e repubblicano”.
Un attacco, dunque, su tutta la linea. Che il capo dello Stato della Francia ha presentato con fermezza e determinazione. Non ha alcuna intenzione di dimettersi, quand’anche il Rassemblement national di estrema destra – che alle Europee ha raccolto oltre il 30% dei consensi doppiando Renaissance (i macroniani) – vincesse le legislative del 30 giugno e 7 luglio (turno di ballottaggio). Elezioni che saranno un momento di “chiarimento” per la Francia. In un contesto in cui “le forze dell’estrema destra sommate a quelle dell’estrema sinistra sono intorno al 50%“.