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Bolivia, fallisce un golpe militare: feriti e arresti

Il presidente socialista Arce resta in sella al potere e cambia subito i vertici delle forze armate

Ore di panico in Sudamerica per un tentato colpo di Stato in Bolivia, il 26 giugno. Il golpe è fallito. Il ministro della Difesa boliviano, Edmundo Novillo, ha assicurato il 27 giugno che “la situazione è sotto controllo all’interno delle Forze Armate”. E ha invitato la popolazione a “riprendere le proprie attività”.

Novillo ha reso noto l’insediamento di nuovi vertici militari. Il presidente della Repubblica, il socialista Luis Arce, li ha incontrati e ha dato loro l’incarico di assumere il pieno controllo delle forze armate. “Voglio rassicurarvi – ha infine detto il ministro ai giornalisti – che è tutto sotto controllo. Non c’è bisogno di preoccuparsi, stiamo adottando le misure di sicurezza necessarie. Le unità militari hanno ricevuto istruzioni di tornare a svolgere a partire da subito tutte le loro attività normali“.

Bolivia tentato golpe
Militari golpisti a La Paz il 26 giugno 2024. Foto Ansa/Epa Luis Gandarillas

Bolivia, la situazione

I militari dispiegati nella capitale La Paz, in Plaza Murillo dove si affacciano i principali palazzi della democrazia boliviana, avrebbero effettivamente smobilitato in seguito alla nomina del nuovo comandante dell’esercito: José Wilson Sánchez Velásquez. Quest’ultimo ha chiesto a tutti di rientrare nelle caserme. “Salutiamo i militari che portano l’uniforme con orgoglio” ha affermato il presidente boliviano, Luis Arce. Militari diversi da quelli “che ripetono la storia cercando di fare un colpo di Stato quando il popolo boliviano è sempre stato democratico“. “La nuova nomina dovrebbe placare gli appetiti incostituzionali“, ha evidenziato, invitando la popolazione a “mantenere la calma“.

Nuovi vertici militari

Stando alle prime informazioni che giungono da La Paz, ci sarebbero almeno 12 feriti. Persone raggiunte dai colpi sparati dai soldati in rivolta sulla Plaza Murillo e nelle sue vicinanze. Ma il golpe, come si diceva, è fallito. Identificati come i principali artefici del tentato colpo di Stato, gli ex comandanti dell’Esercito e della Marina, rispettivamente Juan José Zúñiga e Juan Arnez Salvador, sono agli arresti.

In una conferenza stampa, il ministro dell’Interno, Eduardo del Castillo, ha affermato che i due ufficiali andranno sotto processo. Di certo il tentativo di prendere il potere in Bolivia con le armi ha avuto un’immediata conseguenza. Arce ha nominato subito i nuovi vertici delle forze armate. Ossia il generale José Wilson Sánchez Velásquez, come comandante dell’esercito, il generale Gerardo Zabala, quale capo dell’Aeronautica militare, e il vice ammiraglio Renán Guardia, alla guida della Marina. Militari presumibilmente fedeli alla democrazia e al presidente della Repubblica.

Colpo di Stato in Bolivia fallito
Il presidente boliviano Luis Arce (a sinistra) e il vicepresidente David Choquehuanca salutano i seguaci riuniti in Plaza Murillo a La Paz, Bolivia, il 26 giugno, giorno del fallito colpo di Stato militare. Foto Ansa/Epa Luis Gandarillas

Nella giornata del 26 giugno il vicepresidente della Bolivia, David Choquehuanca, aveva denunciato che era in corso un “colpo di Stato” contro il governo di Luis Arce. E l’ex presidente della Bolivia, Evo Morales, aveva denunciato su X che “un gruppo del Reggimento speciale di Challapata ha occupato la Piazza Murillo e ha appostato franchi tiratori“. “Questo significa che il colpo di Stato è stato preparato in anticipo“, proseguiva il post di Morales che concludeva con un appello al popolo a “difendere la Patria da alcuni gruppi militari che agiscono contro la democrazia“. L’attuale capo di Stato boliviano, Luis Arce, è un economista che ha svolto il ruolo di ministro dell’Economia del Governo Morales dal 2006 al 2017 e ancora nel 2019.

Le reazioni al golpe in Bolivia

Da parte sua l’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) “condanna nella forma più energica l’azione dell’esercito” della Bolivia. Il quale deve immediatamente “sottomettersi all’autorità civile come previsto dalla carta democratica interamericana“. Lo ha detto il presidente dell’Osa, Luis Almagro, intervenendo nel corso dell’Assemblea generale dell’organizzazione, in corso ad Asunción in Paraguay. “Esprimiamo la nostra solidarietà al presidente Arce. La comunità internazionale, l’Osa e la segreteria generale dell’Osa non tollereranno nessuna forma di rottura dell’ordine costituzionale legittimo in Bolivia e in nessun altro luogo“, ha concluso Almagro.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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