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Duello Biden-Trump, il presidente vacilla. I democratici pensano a un altro candidato

Dopo il dibattito alla Cnn, disastroso, si fa largo l'ipotesi di un cambio in corsa: Michelle Obama o Gavin Newsom

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è apparso in seria difficoltà nel corso del primo dibattito televisivo contro Donald Trump in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre. E adesso nel Partito Democratico americano cresce il desiderio di sostituire in corsa il candidato alla Casa Bianca, nel timore di dover assistere, altrimenti, a una débâcle senza precedenti.       

Del resto, media e analisti americani sono pressoché concordi: nel primo duello presidenziale in tv del 27 giugno, Joe Biden è andato male. È noto, e tema di dibattito da tempo in America, che lo stato di salute psicofisica del presidente lasci molto a desiderare. Nel dibattito contro Trump l’inquilino della Casa Bianca aveva voce debole e roca (per un raffreddore, ha spiegato tardivamente a metà dibattito la sua campagna), balbuzie più frequenti del solito. Frasi confuse o ripetute meccanicamente, sguardo nel vuoto.

Biden Trump dibattito Cnn
Joe Biden (a destra) e Donald Trump nel corso del primo dibattito in tv il 27 giugno 2024. Foto Ansa/Epa Michael Reynolds

Biden e Trump, il confronto

Tanto che tra i democratici è già “forte panico” per la prestazione. Dai primi sondaggi post-dibattito Biden affonda: 33% contro 67% a favore di Trump. Qualcuno avrebbe persino commentato “siamo fottuti“, riporta la Cnn, organizzatrice del confronto. Qualcun altro avrebbe ventilato l’ipotesi che il presidente si faccia da parte. Nel mirino anche lo staff della campagna elettorale di Biden, che ha insistito per la sfida in Tv, e che lo ha preparato per una settimana nel ‘ritiro’ di Camp David.

Sui media statunitensi analisti e osservatori fanno i nomi della vicepresidente Kamala Harris, dell’ex first lady Hillary Clinton, del governatore della California Gavin Newsom e dell’ex first lady Michelle Obama come possibili sostituti di Biden per la corsa alla Casa Bianca.

Donald Trump, che ha 78 anni mentre Biden ne ha 81, al confronto è sembrato un leone pieno di energia. Ha controllato la sua consueta aggressività, ha dribblato molte domande e ha ripetuto parecchie fake news. Ma quello che contava di più nella sfida tra i due candidati più vecchi di sempre alla presidenza degli Stati Uniti era il test sull’età. Ossia sulla lucidità e l’apparenza fisica.

Appena arrivati nello studio della Cnn, fra i due è stato subito gelo. Biden e Trump non si sono stretti la mano e non si sono guardati neppure durante i due stacchi pubblicitari: una conferma della astiosa distanza che li separa e della polarizzazione di un Paese che non riconosce più l’avversario. Ma se si considera anche il basso livello della discussione, a uscirne male è l’America intera, sostiene sull’Ansa Claudio Salvalaggio.

Hunter Biden dibattito presidenziale
Hunter Biden con sua moglie Melissa Cohen. Foto Ansa/Epa Jim Lo Scalzo

La condanna di Hunter Biden

I due candidati si sono scontrati duramente su tutto, accusandosi reciprocamente di mentire, dall’economia all’immigrazione, dal clima all’aborto. Biden ha vantato i suoi successi dopo il “caos” lasciato dal suo predecessore. Il tycoon ha ripetuto che la guerra in Ucraina non sarebbe scoppiata se gli Usa avessero avuto un vero leader ma non ha illustrato la sua ricetta per la pace. The Donald ha vantato la sua splendida forma e ha sfidato il rivale a fare un test cognitivo. E come su Trump pesano le condanne giudiziarie e le inchieste ancora in corso, su Joe Biden pesa il verdetto di colpevolezza a carico del figlio Hunter per possesso illegale di arma da fuoco.

Pesa così tanto che ora il presidente deve guardarsi le spalle dal ‘fuoco amico’. La ex first lady Michelle Obama avrebbe da tempo “privatamente” espresso “frustrazione” nei confronti della famiglia Biden. Una delusione cresciuta dopo il divorzio tra la sua amica Kathleen Buhle e Hunter Biden, figlio del presidente. Lo hanno detto fonti anonime al portale di informazione Axios, aggiungendo che le tensioni interne alla famiglia del presidente hanno contribuito alla scarsa presenza degli Obama al fianco di Biden durante la campagna elettorale.

Michelle Obama porrebbe condizioni

E ora, secondo il deputato repubblicano Andy Ongles, il verdetto giudiziario contro Hunter Biden potrebbe creare uno “spiraglio” per la discesa in campo di Michelle Obama. “La famiglia Biden potrebbe dire di volersi prendere cura del figlio, consentendo all’ex first lady di correre. Joe Biden non può vincere queste elezioni e i democratici sono disperati“.

Michelle Obama ha ripetuto più volte che non intende candidarsi ma l’idea che possa scendere in campo circola fra i repubblicani. E adesso sembra farsi largo sempre di più fra i democratici. È chiaro che in uno scenario di questo genere gli Obama chiederebbero garanzie e porrebbero condizioni. Per il Partito Democratico, tuttavia, non c’è scelta: l’alternativa è il rischio di subire a novembre una sconfitta storica.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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