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Elezioni nel Regno Unito, i laburisti verso una vittoria senza precedenti?

Il 4 luglio Starmer potrebbe stravincere mentre Sunak sembra sull'orlo del tracollo. I pro-Brexit di Farage potrebbero non ottenere neppure un seggio

Giovedì 4 luglio urne aperte nel Regno Unito per le elezioni politiche anticipate che il premier conservatore Rishi Sunak ha convocato lo scorso maggio. Come avvenuto lo scorso anno in Spagna, come ora accade in Francia, dove il prossimo 7 luglio si svolgerà il secondo turno di ballottaggio delle legislative. Ma mentre Oltralpe è già certificata la vittoria, quantomeno al primo turno, dell’estrema destra, in Gran Bretagna, dove i cittadini eleggeranno i 650 nuovi membri della Camera dei Comuni, è la sinistra moderata dei laburisti a essere ampiamente favorita nei sondaggi.

Le elezioni anticipate nel Regno Unito si tengono 6 mesi prima rispetto alla scadenza naturale della legislatura. I Tories, il partito conservatore del primo ministro Rishi Sunak, rischia di rimediare un cocente sconfitta senza appello. Il leader laburista, Keir Starmer, potrebbe ottenere la più ampia maggioranza di sempre nel Dopoguerra. Per la prima volta dopo più di un decennio, i sondaggi indicano infatti un netto vantaggio dei laburisti rispetto ai conservatori.

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Rishi Sunak (a destra) e Keir Starmer (a sinistra) durante un dibattito in vista delle elezioni. Foto Ansa/Epa Jonathan Hordle Itv

Elezioni, i due grandi rivali

La più che realistica vittoria di Starmer riporterebbe quindi al potere il Labour party dopo ben 14 anni. L’ultima volta fu nel 2010, quando a guidare il Paese era Gordon Brown. Sull’altro fronte, invece, il partito conservatore di Sunak potrebbe assistere al peggior risultato della sua storia. Secondo alcuni sondaggi, infatti, i laburisti sarebbero addirittura in vantaggio di 20 punti rispetto ai Tories: se così fosse, Starmer potrebbe ottenere un risultato storico, con più di 200 seggi su 650.

Oltre ai due grandi rivali, le elezioni in Regno Unito vedranno protagonista anche John Swinney, candidato con il Partito Nazionale Scozzese, che rappresenta il terzo partito partito politico più grande nel Regno Unito, dopo quello il Tory e il Labour.

Da Farage ai Verdi

Segue poi Nigel Farage, fermo sostenitore della Brexit e candidato con il suo partito di destra Reform Uk.  Come specifica Euronews, tra le proposte che Farage avanza troviamo il congelamento dell’immigrazione “non essenziale“. Ma anche l’eliminazione degli obiettivi climatici dall’agenda del Regno Unito, così come l‘uscita della Gran Bretagna dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Secondo i sondaggi, però, Reform Uk potrebbe non ottenere neppure un seggio.

Al contrario, in lizza per guadagnare più seggi possibile, sebbene non molti, ci sono i liberaldemocratici di Ed Davey. Si tratta di un deputato della Camera dei Comuni per i collegi di Kingston e Surbiton, nonché attuale leader del partito dal 2020.

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Attivisti contro Keir Starmer a Londra. Foto Ansa/Epa Neil Hall

Tra le più significative forze politiche in competizione alle elezioni del 4 luglio nel Regno Unito c’è infine il Green Party. I verdi ecologisti e ambientalisti inglesi si presentano capitanati dal duo Carla Denyer e Adrian Ramsay. Chiudono infine la lista il partito gallese di Plaid Cymru che sostiene la costituzione di un Galles repubblicano indipendente all’interno dell’Unione Europea, guidato da Rhun ap Iorwerth. E infine il partito nazionalista e indipendentista scozzese di Alba, con il suo leader Alex Salmond.

Il disastro della Brexit

Si tratta di formazioni che potranno provare, se ne avranno la forza, a contrattare coi partiti maggiori per tentare di raggiungere qualcuno dei propri obiettivi offrendo in cambio appoggio politico. Di certo, però, in questo momento i laburisti pensano ad altro: come preparare la squadra di Governo dopo le elezioni. Quali strategie mettere in campo immediatamente per invertire la rotta di un Paese in ginocchio dopo 4 anni di Brexit. Un essersi separati dall’Unione europea che si sta risolvendo in un incubo per agricoltori e pescatori come per medici e professori.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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