NewsPrimo piano

Molestie sui luoghi di lavoro per 2 milioni di donne. E le subiscono anche alcuni uomini

Rapporto Istat relativo al 2022-2023. Cresce il problema delle foto e dei video intimi diffusi in rete come forma di vendetta o di proposta oscena

L’Istat ha pubblicato il rapporto ‘Le molestie: vittime e contesto’ relativo a vittime donne ma anche uomini sui luoghi di lavoro in Italia. In base ai dati dell’Istituto nazionale di statistica, sono circa 2,3 milioni le persone tra i 15 e i 70 anni che hanno subito una forma di molestia sul lavoro nel corso della propria vita. Di questi l’81,6% sono donne, pari a circa 1,8 milioni, il 13,5% del totale delle donne italiane tra i 15 e i 70 anni. L’indagine si riferisce a una ricerca svolta fra il 2022 e il 2023. 

A essere vittime di molestie sessuali sul luogo di lavoro sono soprattutto le donne più giovani, ossia le ragazze fra i 15 e i 24 anni. L’autore delle molestie è in buona parte dei casi un collega maschio (37,3%) o una persona con cui ci si relaziona nel corso della propria attività. Ad esempio un cliente, un paziente o uno studente (26,2%). Il rapporto Istat registra invece un calo nel numero dei ricatti sessuali, anche grazie al fenomeno del #metoo, ossia al movimento internazionale di opinione, nato negli Usa ma sviluppatosi anche in Europa, per denunciare abusi sessuali sui luoghi di lavoro.

Molestie sessuali Italia luoghi di lavoro
Foto X @RaiNews

Effetti positivi del #metoo per le donne

L’Istat stima che negli ultimi tre anni precedenti la rilevazione le donne tra i 15 e i 70 anni sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un impiego, per mantenerlo o per una promozione siano state circa 65mila. Pari allo 0,5% (rispetto all’1,1% della precedente rilevazione). La percentuale è più alta fra le più giovani (2,9% in età 15-24 anni) e l’1,1% (tra le 25-34enni).

A incidere sulla riduzione del fenomeno, si legge nel rapporto, “l’ampio impatto delle azioni di denuncia come la campagna #metoo e la disponibilità di un sistema di protezione legislativa e istituzionale delle vittime“. Bisogna considerare, inoltre, che il periodo analizzato corrisponde agli anni 2020-2023 e include, dunque, la pandemia e il conseguente lockdown in cui le occasioni di lavoro in presenza si sono fortemente ridotte.

Molestie di donne su uomini

Non ci sono però soltanto donne fra le vittime di molestie sessuali. Ci sono anche uomini che, sui luoghi di lavoro, le subiscono da donne, nel 26,4% dei casi. In un altro 20,6% dei casi le subiscono da altri uomini.

Molestie sessuali sui luoghi di lavoro
Foto X @MediasetTgcom24

Le denunce di molestie sessuali? Arrivano di rado: solo il 2,3% delle donne ha contattato le forze dell’ordine e il 2,1% altre istituzioni ufficiali. Nell’8% dei casi si sono rivolte a consulenti, nel 14,9% direttamente al datore di lavoro o al loro superiore oppure si confidano con i colleghi di lavoro (16,3%). Allargando lo sguardo alle situazioni extralavorative le donne che hanno subito molestie sono 1,3 milioni; di queste 743mila soltanto negli ultimi 12 mesi.

Molestie sui social media

Le forme di molestia più diffuse sono le proposte indecenti di natura sessuale e i commenti offensivi sul proprio corpo. Con lo sviluppo dei social e delle tecnologie – evidenzia l’Istat – il rischio si è esteso alla dimensione virtuale. I social media e le chat di microblogging, come WhatsApp, Messenger e altri, sono canali dove si possono ricevere proposte inappropriate, foto o video a contenuto sessuale, o dove possono essere diffusi o pubblicati foto e video a sfondo sessuale senza consenso. Nel periodo analizzato dall’indagine il 3,1% delle donne ha subito almeno una molestia reale; l’1,7% tramite messaggi da una singola persona e l’1,9% attraverso piattaforme social in cui la vittima è di fronte a un pubblico indefinito.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio