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Lo strappo di Orban che va a Mosca da Putin

Il premier ungherese è presidente di turno dell'Unione europea ma agisce senza alcun mandato di rappresentanza per la politica estera comune

Appena entrato in carica come presidente di turno dell’Unione europea, il premier ungherese Viktor Orban si è recato in visita a Kiev da Zelensky ma il 5 luglio era già a Mosca da Putin. Notoriamente non amico dell’Ucraina, anzi piuttosto della Russia, Orban afferma di aver compiuto “missioni di pace” relativamente alle quali, però, non ha alcun mandato europeo.   

Da parte sua Putin ha detto al primo ministro ungherese Viktor Orban di essere pronto a discutere con lui i “dettagli” delle sue proposte per la pace in Ucraina. Il capo del Cremlino ha fatto riferimento al suo recente discorso al ministero degli Esteri, in cui ha affermato che Mosca è pronta a cessare le ostilità. Ma a patto che gli ucraini ritirino le truppe dalle 4 regioni rivendicate dalla Russia e si impegneranno a non entrare nella NATO. In buona sostanza La Russia rivendica per sé il 20% circa del territorio dell’Ucraina invasa: il Donbass con Lugansk e Donetsk; la regione di Zaporizhzhia e quella di Kherson.

Putin Orban visita Cremlino 5 luglio 2024
Putin (a destra) stringe la mano al primo ministro ungherese Viktor Orban a Mosca il 5 luglio 2024. Foto Ansa/Epa Valeriy Sharifulin

La Commissione Ue in rivolta

Condizioni che semplicemente non sono accettabili per l’Ucraina. Così come non sono accettabili per l’Unione europea, al fianco di Kiev con aiuti militari, strategici e umanitari fin dall’inizio dell’invasione militare russa, il 24 febbraio 2022. L’Unione dei 27 è anche autrice di un’ondata di sanzioni a più riprese contro l’economia russa che ancora non è cessata.

È per queste ragioni che la visita di Orban a Moscamette in dubbio” il tradizionale viaggio della Commissione europea nel Paese che ha la presidenza di turno, ovvero l’Ungheria. Una visita in programma “per dopo l’estate” e che adesso rischia di saltare. Lo ha detto il portavoce dell’esecutivo europeo, Eric Mamer.

La posizione di Orban

Orban ha riconosciuto di non avere un mandato dell’Unione a trattare sul conflitto in Ucraina. “Non ho un mandato, sto semplicemente visitando posti dove è in corso una guerra che può avere un impatto sull’Ungheria e pongo delle domande” ha detto Orban in un’intervista a Radio Kossuth, ripresa dall’agenzia russa Tass. L’Ungheria sa qual è il suo posto e che saranno “i grandi Paesi” a decidere, ma vorrebbeincoraggiare le parti” a trovare una soluzione, ha aggiunto il presidente di turno della Ue.

Borrell visita di Orban in Russia
Josep Borrell. Foto Ansa/Epa Olivier Matthys

La visita del premier ungherese a Mosca avviene “su sua iniziativa” ed è stata concordata “due giorni fa“, ha precisato il 5 luglio il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Orban ha detto di essere arrivato a Mosca per continuare la sua “missione di pace”, dopo avere incontrato il 2 luglio a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’ultima volta Orban era stato a Mosca nel settembre del 2022, sei mesi dopo l’inizio dell’intervento armato russo in Ucraina, per prendere parte ai funerali dell’ultimo leader sovietico, Mikhail Gorbaciov.

Borrell: “Orban non rappresenta la Ue

La presunta missione di pace del premier ungherese ha avuto l’effetto di minare alla radice, fin dall’inizio, i 6 mesi di turno spettanti a Budapest alla testa dell’Unione europea. “La visita del primo ministro Viktor Orbán a Mosca si svolge esclusivamente nel quadro delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Russia” si è affrettato ad affermare l’Alto rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell. In quanto presidente di turno della Ue, Orban non ha “alcuna rappresentanza esterna dell’Unione“. “La posizione dell’Ue sulla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina si riflette in molte conclusioni del Consiglio europeo. Tale posizione esclude i contatti ufficiali tra l’Ue e il Presidente Putin“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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