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Ucraina, Orban in visita a Kiev chiede “subito una tregua nella guerra”

Il premier ungherese è presidente di turno della Ue. Ma Zelensky reclama "una pace giusta" e un "sostegno contro il terrore russo"

Il premier ungherese e presidente di turno dell’Ue, Viktor Orban, ha visitato l’Ucraina in guerra lo scorso 2 luglio e ha detto di voler reclamare “un cessate il fuoco immediato per accelerare i negoziati di pace”. Volodymyr Zelensky ha risposto che l’Ucraina, massacrata dalla guerra, ha bisogno di “una pace giusta”. Orban, guardato con sospetto se non con aperta ostilità da molti leader europei, e considerato filorusso, si è recato a Kiev per la prima volta dall’inizio dell’invasione delle truppe di Putin. In questi anni ha dichiarato che la guerra in Ucraina non è una questione dell’Ungheria, stando attento salvaguardare i rapporti con Mosca per le forniture di energia e idrocarburi. 

Tuttavia il presidente ucraino Zelensky si è mostrato grato a Orban. “Apprezziamo che la visita avvenga subito dopo l’inizio della presidenza ungherese dell’Unione europea” ha dichiarato in conferenza stampa. E ha quindi sostenuto che “questa è una chiara indicazione delle nostre priorità europee comuni. Di quanto sia importante portare una pace giusta in Ucraina“. L’Ungheria, in particolare, intende firmare un accordo di cooperazione con l’Ucraina, simile a quelli in vigore tra Budapest e alcuni paesi vicini, ha dichiarato da parte sua Viktor Orban.

Ucraina Orban Zelensky
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky col primo ministro ungherese Viktor Orban a Kiev il 2 luglio 2024. Foto Ansa/Epa Sergey Dolzhenko

Zelensky e Orban

Vogliamo migliorare le relazioni tra i nostri Paesi – ha affermato ancora – vogliamo firmare un accordo di cooperazione globale con l’Ucraina. Simile agli accordi che abbiamo con gli altri vicini dell’Ungheria“. Volodymyr Zelensky ha sottolineato l’importanza del bisogno dell’Ucraina che il sostegno dell’Europarimanga a un livello sufficiente, in particolare per la difesa dell’Ucraina dal terrore russo“. Così si è espresso incontrando il primo ministro ungherese Viktor Orban, in visita a Kiev.

Abbiamo già avviato i negoziati per l’adesione dell’Ucraina” all’Unione europea, ha aggiunto Zelensky. “Stiamo preparando le condizioni per l’accordo di adesione dell’Ucraina. Questo processo è lungo e molto scrupoloso, ma richiede costantemente progressi, dinamismo, senza perdere un solo mese“.

La NATO e l’Ucraina

Si apprende inoltre che la NATO invierà un alto funzionario civile a Kiev nell’ambito delle nuove misure pensate per sostenere a lungo termine l’Ucraina in guerra. Misure che dovrebbero essere annunciate al vertice dell’Alleanza atlantica a Washington la prossima settimana. Lo scrive il Wall Street Journal citando dirigenti statunitensi e dirigenti della NATO. L’organizzazione transatlantica intende istituire anche un nuovo comando a Wiesbaden, in Germania, per coordinare la fornitura di equipaggiamento militare a Kiev e l’addestramento delle truppe ucraine.

NATO Rutte nuovo segretario generale
In bicicletta l’ex premier olandese Mark Rutte, da ottobre nuovo segretario della NATO. Foto Ansa/Epa Remko De Waal

L’operazione, che si chiamerà Assistenza alla sicurezza e all’addestramento della NATO per l’Ucraina, si comporrà di quasi 700 membri del personale statunitense. Ma non solo perché ci saranno anche altri esperti militari provenienti da tutti i 32 paesi dell’alleanza. Prenderà il posto di gran parte della missione gestita finora dall’esercito americano dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Le misure mirano a rafforzare le prospettive dell’Ucraina di aderire all’Alleanza atlantica senza offrirle l’adesione tout-court.

Questo è infatti uno dei punti più delicati in assoluto perché La Russia rifiuta categoricamente una prospettiva del genere. E anzi nel suo cosiddetto ‘piano di pace’ per l’Ucraina chiede la non adesione del Paese alla NATO, di cui dal prossimo 1 ottobre sarà nuovo segretario l’ex premier olandese Mark Rutte. Comunque sia, la svolta di un rafforzamento del sostegno a Kiev arriva nel contesto di un’impennata politica di destra in tutta Europa (ma non in Gran Bretagna). E anche, se non soprattutto, della crescente possibilità che l’ex presidente Donald Trump torni alla Casa Bianca riducendo drasticamente il sostegno americano a Kiev.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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