Un’inchiesta della procura di Milano ha portato il 4 luglio scorso all’arresto con l’accusa di corruzione di un generale dei carabinieri: Oreste Liporace. L’indagine riguarda anche un presunto traffico di influenze illecite per “appalti all’interno del Vaticano”. Fra gli indagati, scrive l’Ansa, ci sarebbe pure Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

In seguito alle investigazioni del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, e del pm milanese Paolo Storari, sono scattati gli arresti domiciliari a carico di Oreste Liporace, che oggi è generale ma all’epoca dei fatti contestati era il comandante dei carabinieri del Secondo Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri di Velletri (Roma). L’Arma ha immediatamente sospeso Liporace, attualmente direttore presso l’Istituto Alti Studi della Difesa con sede a Roma.

Oreste Liporace, il generale arrestato dalla Guardia di Finanza e sospeso dall’Arma. Foto Ansa

Il generale e le borse Luis Vuitton

Per il militare le accuse sono di corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro. Il tutto per servizi di pulizia della caserma di Velletri, affidato, fino al 2021, all’impresa Fabbro. Stando all’ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale dei carabinieri sarebbe stato corrotto con denaro per 22mila euroborse di lusso marchio Luis Vuitton del valore complessivo di 11.350 euro; noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico di Roma e per il Teatro alla Scala di Milano.

I pm: “Le prove nella chat

Ai domiciliari è finito anche Ennio De Vellis, “imprenditore collegato” a Liporace, ma anche agli imprenditori e fratelli Massimiliano e William Fabbro della Fabbro spa, che risultano indagati, sempre stando all’Ansa. L’inchiesta nasce da quella per corruzione che in passato a Milano aveva portato all’arresto di Massimo Hallecker, dipendente di Fiera Milano spa, scattata proprio dalla denuncia di quest’ultima società. Indagine dalla quale erano già venute a galla nel 2022 le “figure degli imprenditori” Fabbro. È emersa, poi, una “relazione” di interessi tra i due fratelli Fabbro e il generale dei carabinieri Liporace, documentata anche da “chat acquisite“.

Appalti dal Vaticano a Palazzo Chigi

Nell’inchiesta milanese, però, si indaga anche su un presunto traffico di influenze illecite in relazione alla “promessa“, non concretizzata, di “far ottenere” sempre alle società del gruppo Fabbro nel 2022 “appalti all’interno del Vaticano“. E anche uno gestito dai Frati Francescani.

In particolare, poi, emerge all’attenzione degli inquirenti (sempre in base all’ordinanza del gip Santoro) “un appalto triennale” nel 2020 da 15 milioni di europer il servizio di ristorazione presso alcune sedi della presidenza del Consiglio dei Ministri“.

La Gdf ha proceduto all’esecuzione delle misure di custodia cautelare. Foto Ansa.it

Appalto “effettivamente ottenuto” dalle società dei fratelli Fabbro. In una nota, il procuratore di Milano, Marcello Viola, ha spiegato che l’imprenditore Ennio De Vellis e il generale dei carabinieri Oreste Liporace sono indagati “per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti“.

Nel procedimento penale “risultano altresì indagati in stato di libertà altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di Amministrazioni centrali dello Stato“. Le indagini si sono “concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità. Nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara”.