Toscana, allarme sul mare della Maremma: “Ambiente in costante degrado”
Esposto di centinaia di cittadini alla Procura di Grosseto e alla Regione. La Costa d'Argento e la laguna di Orbetello sarebbero sature di elementi tossici
Un’estate tutt’altro che promettente per il mare della Toscana. O meglio, per quello della Maremma. La Costa d’Argento, nella Maremma grossetana, sarebbe infatti in pericolo a causa di un forte inquinamento delle acque. L’Associazione difesa di Ansedonia e 364 cittadini firmatari hanno inviato un esposto alla procura di Grosseto, al presidente della Regione, Eugenio Giani, al sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti, ai carabinieri e all’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.
In base all’esposto, riportato dall’agenzia di stampa Agi, la Costa d’Argento è “un ambiente in costante e continuo degrado“, perciò si chiede alle autorità competenti di adottare tempestivamente “ogni iniziativa di legge” utile a evitare “danni irreparabili ad una delle perle ambientali e paesaggistiche della costa toscana“. E, ovviamente, a evitare le conseguenti prevedibili ricadute sul sistema economico “legato alle attività turistico-ricreative“. La Costa d’Argento è un lungo tratto di litorale nella Maremma meridionale, che si trova in provincia di Grosseto e si estende sino al confine fra Toscana e Lazio: fa parte del Santuario Pelagos, l’unica area marina internazionale, fra Italia e Francia, dedicata alla protezione dei mammiferi marini e dei loro habitat nel Mar Mediterraneo.
Laguna di Orbetello, cattiva cura
Ma le “criticità ambientali emerse negli ultimi anni“, secondo i promotori dell’esposto, sin qui “non sono state correttamente affrontate dagli enti competenti“. Ora il conto da pagare rischia di essere sempre più elevato. L’Associazione per la difesa di Ansedonia sostiene che in Toscana c’è una “cattiva gestione della laguna di Orbetello, con scarsa ossigenazione delle acque, mancato escavo dei fondali e dei canali di navigazione, mancata riduzione/prelievo della biomassa algale“.
Una realtà che ha “causato in passato crisi anossiche e distrofiche, che hanno portato alla morìa di quintali di pesce. Con conseguenti danni economici, ambientali, sanitari e di immagine per il territorio“. Non solo: la laguna è anche un “sistema produttivo” con stabilimenti di allevamento di alcune specie di ittiofauna che scaricano i reflui industriali e civili. E in questo modo “aumentano sia il rischio di anossie ed eutrofizzazioni lagunari che il rischio igienico-sanitario per i bagnanti, visto che tali acque, attraverso un canale, arrivano successivamente in mare“.
Spiagge tossiche in Toscana
Il 26 maggio 2023 la spiaggia della Feniglia – lato Ansedonia – fu chiusa alla balneazione per il superamento dei limiti normativi dei batteri fecali. Stessa sorte il 4 giugno scorso è toccata alla spiaggia della Tagliata. L’esposto ai vertici politici e giudiziari della Toscana denuncia ancora come “presso il Promontorio di Ansedonia, da diversi anni, sia in inverno che in estate, siano presenti in mare estese macchie di schiume galleggianti maleodoranti“. Schiume che Arpat e Capitaneria di Porto hanno analizzato facendo emergere la presenza di tensioattivi (saponi), di batteri fecali e altri elementi di tossicità.
L’origine di tale contaminazione “benché più volte segnalata agli enti competenti, è tuttora ignota“. Sempre secondo gli autori dell’esposto, il depuratore di Terrarossa funziona “solo parzialmente. Dal dicembre 2022 è sotto sequestro ed è ancora oggetto di indagini da parte della procura di Grosseto“.
Da qui la richiesta alle autorità della Toscana di svolgere “ogni opportuno accertamento attraverso controlli e campionamento delle acque antistanti le spiagge Tagliata e Feniglia. E dei luoghi limitrofi volte a scongiurare pericoli di inquinamento ambientale“. Così come quella di “accertare l’esistenza ed il funzionamento dei depuratori sia delle imprese di produzione ittica che dello smaltimento dei reflui di quella parte di costa che scarica nella zona di Ansedonia versante Tagliata“.