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Caduta di Starlink: problemi per la rete satellitare di Elon Musk

Venti satelliti della 'costellazione' per l'Internet globale stanno precipitando sulla Terra a causa di un guasto al motore del lanciatore Falcon 9

La recente caduta di satelliti Starlink ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e l’affidabilità della rete satellitare di SpaceX, l’azienda del miliardario americano Elon Musk. Questo evento mette in luce alcune delle sfide tecniche e operative che l’azienda deve affrontare nel suo ambizioso progetto di fornire internet globale attraverso una costellazione di satelliti. Il problema è serio. Una pioggia di detriti spaziali è infatti diretta in queste ore verso il pianeta Terra. Sono in arrivo i 20 i satelliti della costellazione Starlink che lo scorso 12 luglio sono stati rilasciati su un’orbita sbagliata per un guasto al motore del lanciatore Falcon 9.

Dei 20 satelliti rilasciati, già due sono rientrati, come indicano le informazioni e i dati del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad). Per i 18 rimanenti, il rientro nell’atmosfera è previsto nelle prossime ore. Alcuni frammenti sono stati avvistati nei cieli di Cile e Argentina, come riferiscono alcune testimonianze su X. Starlink è un progetto di SpaceX, l’azienda aerospaziale fondata da Elon Musk, con l’obiettivo di creare una rete globale di satelliti in orbita bassa terrestre (LEO) per fornire connettività internet ad alta velocità e bassa latenza in tutto il mondo, specialmente in aree rurali e remote dove le infrastrutture tradizionali sono carenti.

Starlink satelliti caduta
Foto X @fattoquotidiano

Starlink, impatti sulla missione

La caduta del satellite Starlink è avvenuta a causa di un malfunzionamento tecnico che ha impedito al dispositivo di mantenere la sua orbita programmata. In seguito a questo problema, il satellite è rientrato nell’atmosfera terrestre, disintegrandosi. Sebbene SpaceX abbia progettato i satelliti Starlink per bruciare completamente al rientro, evitando così detriti spaziali, l’evento ha comunque generato preoccupazione.

L’incidente rappresenta una battuta d’arresto per SpaceX, che punta a lanciare migliaia di satelliti nei prossimi anni per completare la rete Starlink. Ogni caduta o malfunzionamento non solo influisce sulla copertura e sulla qualità del servizio, ma comporta anche costi aggiuntivi e potenziali ritardi nella tabella di marcia del progetto.

La caduta di satelliti può comportare rischi sia per le operazioni spaziali sia per la sicurezza pubblica. Anche se la maggior parte dei satelliti brucia nell’atmosfera, esiste una piccola possibilità che frammenti possano raggiungere la superficie terrestre. Questo scenario, sebbene raro, sottolinea l’importanza di rigorosi controlli di sicurezza e di gestione dei rischi da parte delle aziende spaziali.

Elon Musk Starlink Satelliti
Elon Musk. Foto Ansa/Epa Made Nagi

SpaceX ha comunicato che sta indagando sull’incidente per capire le cause del malfunzionamento e prevenire futuri problemi simili. L’azienda ha anche ribadito il suo impegno nella sicurezza e nella sostenibilità delle operazioni spaziali, adottando misure per migliorare la resistenza e l’affidabilità dei suoi satelliti.

Quale futuro per la Rete?

Nonostante questo incidente, il progetto Starlink continua a rappresentare una delle iniziative più promettenti per ridurre il divario digitale globale. Con oltre 1.500 satelliti già in orbita e migliaia di clienti in tutto il mondo, SpaceX sta facendo significativi progressi verso la realizzazione della sua visione.

La recente caduta dei satelliti evidenzia le sfide tecniche che SpaceX deve affrontare nel suo ambizioso progetto. Tuttavia, con continue innovazioni e miglioramenti, l’azienda mira a superare questi ostacoli e a fornire un servizio internet globale e affidabile. La comunità scientifica e tecnologica osserverà attentamente i prossimi sviluppi, poiché il successo di Starlink potrebbe rivoluzionare il modo in cui accediamo a internet. Sempre che alla fine questo successo rimanga confermato.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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