Massimo Galli. Foto Ansa/Mourad Balti Touati
Massimo Galli, uno degli infettivologi più noti d’Italia, ha subito nei giorni scorsi una condanna dal tribunale di Milano. Il docente universitario era diventato un celebre volto televisivo fra il 2020 e il 2022, al momento del dilagare della pandemia di Covid-19 che colpì l’Italia e il mondo intero. La vicenda della condanna penale di Galli sta scuotendo sia il mondo medico che l’opinione pubblica, e porta a una riflessione più ampia sulle responsabilità e le etiche professionali.
L’infettivologo Massimo Galli è l’ex primario dell’ospedale Sacco di Milano. È stato inoltre, come sottolineato, tra i professori di infettivologia più noti durante la pandemia Covid. La condanna che ha ricevuto dal tribunale di Milano ammonta a 1 anno e 4 mesi: le accuse sono di falso, con pena sospesa e non menzione. Lo scienziato, che fu in prima linea durante le fasi più drammatiche della pandemia dovuta al virus Sars-CoV-2 e ora in pensione, era stato rinviato a giudizio lo scorso 3 ottobre.
Al tempo stesso, tuttavia, il professor Galli è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di turbativa d’asta o in alternativa dall’abuso di ufficio. La sentenza è arrivata il 16 luglio dalla decima sezione penale del Tribunale del capoluogo lombardo che ha assolto Agostino Riva, ai tempi stretto collaboratore di Galli.
Il processo per turbativa d’asta – o in alternativa abuso d’ufficio – e per falso riguarda un filone dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pubblici pilotati. Si parla di concorsi universitari per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano.
“Sul falso l’unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario“ ha detto il medico commentando il verdetto. Il professore, che ha detto di essere “assolutamente sereno“, ha aggiunto: “Se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso”. L’infettivologo ha annunciato che presenterà ricorso in appello.
La commissione concorsuale di cui Galli ha fatto parte nel 2020 – oltre al fatto che era anche membro dell’Università interessata dal posto bandito – avrebbe fraudolentemente preferito un candidato rispetto a un altro. Questa in sostanza l’accusa dei giudici. Lo scorso 10 luglio la difesa del professor Galli aveva presentato un’ultima memoria difensiva per spiegare le ragioni del celebre infettivologo.
“Essendo membro di una comunità scientifica fatta da poco più di un centinaio di persone che si vedono più spesso dei parenti stretti conoscevo bene entrambi i candidati” aveva dichiarato Galli in aula il giorno del suo esame a marzo, negando ogni addebito. Ma per i magistrati la situazione è più complessa ed è alla fine scattata la condanna per falso ideologico.
Galli avrebbe cioè contribuito a ‘correggere’ in senso a lui favorevole l’esito di un pubblico concorso. Il tutto con il fine di favorire un suo collaboratore a discapito di un altro concorrente al posto accademico in palio. Una brutta storia (peraltro purtroppo diffusa nel mondo accademico e universitario) dalla quale il professor Galli cercherà di uscire indenne in sede di processo di appello.
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