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Trump, l’acclamazione dei fan dopo l’attentato. E il tycoon corre verso la presidenza

Standing ovation alla convention di Milwaukee che lo ha formalmente incoronato candidato alla Casa Bianca per i repubblicani

Lo scorso 16 luglio la convention repubblicana di Milwaukee, nel Wisconsin, ha confermato la candidatura di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. All’arrivo del tycoon, apparso sorridente e combattivo, ci sono state un’ovazione e una standing ovation. L’ex presidente, con l’orecchio destro fasciato, ha alzato il pugno in segno di vittoria e sfida e assieme alla folla ha scandito lo slogan “Usa, Usa”.

Il ritorno di Trump

L’arena, stracolma di sostenitori, è andata letteralmente in delirio per la sua prima apparizione dopo l’attentato in Pennsylvania del 13 luglio. Secondo il tycoon, “i democratici vogliono imbrogliare alle elezioni e lo faranno“. Trump ha scelto come vice il 39enne senatore J.D. Vance. Intanto Joe Biden si dice pronto a un secondo dibattito con Trump a settembre.

Donald Trump, che continua a essere una figura influente nel Partito Repubblicano pur essendo di fatto quasi un outsider, ha partecipato a una serie di eventi pubblici, culminati con il discorso d’investitura formale alla convention repubblicana di Milwaukee. La standing ovation da parte dei suoi sostenitori mostra chiaramente come il fallito attentato nei suoi confronti sia divenuto, per quanto sembri assurdo, uno ‘strumento’ di consenso. Durante il suo intervento, Trump ha ribadito le sue critiche alle politiche dell’amministrazione Biden, sostenendo che il Paese è sulla strada sbagliata.

Trump stading ovation Usa
Foto Ansa/Epa Allison Dinner

Le sfide per Biden

Nel frattempo, l’amministrazione Biden-Harris si trova a gestire diverse problematiche sia a livello nazionale che internazionale. L’economia statunitense, sebbene in ripresa, deve affrontare sfide come l’inflazione e le disuguaglianze economiche. L’amministrazione Biden ha proposto piani ambiziosi per infrastrutture e politiche sociali, cercando di ottenere il sostegno del Congresso. Tuttavia, le divisioni politiche e le pressioni interne al Partito Democratico rendono difficoltoso il raggiungimento di un consenso. E Trump sta cercando di approfittare politicamente di queste difficoltà.

Vance Trump elezioni Usa
Trump con Vance, il 39enne scelto come vicepresidente in caso di vittoria alle elezioni per la Casa Bianca. Foto Ansa/Epa Allison Dinner

Politica estera e sicurezza

A livello internazionale Joe Biden deve confrontarsi con questioni di sicurezza e relazioni diplomatiche complesse. Le tensioni con la Russia e la Cina, così come la situazione in Medio Oriente, con la guerra a Gaza che dura da 9 mesi, e la perdurante guerra di Putin in Ucraina – da 2 anni e mezzo –  richiedono una gestione attenta e strategica. L’uscita dall’Afghanistan nel 2021, inoltre, ha sollevato critiche da parte di molti, anche di Trump, e preoccupazioni sulla stabilità della regione asiatica e sulla credibilità degli Stati Uniti come alleato effettivamente affidabile sul lungo termine.

L’ombra di Trump sugli Usa

Nonostante non sia più in carica, Donald Trump potrebbe presto tornare in sella alla Casa Bianca. I sondaggi lo danno favorito nella corsa elettorale per le elezioni presidenziali del 5 novembre 2024. E continua a influenzare moltissimo la politica americana. La sua presenza mediatica e la sua capacità di mobilitare una base elettorale significativa rappresentano un elemento di cui l’amministrazione Biden deve tenere conto. Come è noto, fra i democratici crescono le pressioni per persuadere Biden a ritirarsi, favorendo l’inserimento di un nuovo candidato anti Trump: più giovane, più dinamico, con una forma psicofisica apprezzabile.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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