In corrispondenza dell’ultimo vertice NATO tenutosi a Washington, la scorsa settimana Pechino ha organizzato un esercitazione militare in Bielorussia, inviando truppe militari cinesi ad un passo dal confine orientale del Patto Atlantico. E intensificando le proprie esercitazioni aero navali nel Pacifico.
L’esercitazione in Bielorussia sarebbe da ricondursi al quadro della SCO, Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, alla quale ha da poco aderito anche Minsk. Al principio questa Organizzazione, nata nel 2001, era sorta dalla volontà di Shangai e Mosca di andare incontro alle preoccupazioni espresse dai paesi membri dell’Asia centrale, relative ai problemi di sicurezza scatenati soprattutto da fenomeni come il terrorismo, il separatismo e il fondamentalismo. Ma con l’adesione della Bielorussia nel continente europeo, e di altri Paesi osservatori, la SCO prende oggi sempre più le sembianze di un’importante influenza militare sino-russa a livello globale pronta ad espandersi a macchia d’olio. Il tempismo dell’esercitazione cinese dopotutto, a pochi Km dal confine con la Polonia, durante il vertice NATO, è un chiaro messaggio politico di Pechino.
Pechino e l’espansionismo della SCO al continente europeo: Bielorussia e Turchia
Nel 2001 venne costituito a Shanghai un centro per l’anti-terrorismo nell’Asia centrale, fra Cina, Russia, Tajikistan, Kyrgyzstan, Kazakistan, e Uzbekistan. Successivamente l’Organizzazione si impegnò anche a combattere i crimini relativi alla produzione ed al commercio di droga. Nel tempo però gli ambiti della SCO si sono via via ampliati, e nell’aprile del 2006 Grigory Logninov, membro permanente russo, dichiarò che nonostante l’Organizzazione non avesse in programma di trasformarsi in un blocco militare, il crescente aumento delle minacce di “terrorismo, fondamentalismo e separatismo” nella regione rendeva necessario un massiccio coinvolgimento delle forze armate. La SCO ha infatti effettuato negli anni numerose esercitazioni militari, e dal 2017 ha ampliato la propria cooperazione con altri Stati, in vari ambiti e a più livelli. Prendendo la forma oggi di una possibile futura “avversaria” della NATO. Nonostante come Paese osservatori figurano membri del Patto Atlantico, come la Turchia.
La Bielorussia è ufficialmente entrata a far parte della SCO da circa un anno. Nell’organizzazione ad oggi fanno parte dieci Paesi tra cui l’India, l’Iran e il Pakistan. E vi sono inoltre 14 “partner di dialogo” tra cui: Arabia Saudita, Azerbaigian, Armenia, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Cambogia, Kuwait, Maldive, Myanmar, Nepal, Qatar, Sri Lanka e Turchia. Il blocco rappresenta circa il 60% della popolazione mondiale. L’ingresso nella SCO della Bielorussia è arrivato a pochi giorni dalle dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che avevano auspicato al tempo la possibilità che anche Minsk potesse aderire un giorno all’Unione europea. Ma la Bielorussia ha ben chiaro quale sia il proprio blocco politico di riferimento. E durante l’ultimo vertice NATO tenutosi a Washington, ha concesso sul suo territorio delle esercitazioni congiunte a pochi km dalla Polonia, con l’esercito cinese. Che ovviamente non sono passate inosservate.
L’alternativa cinese all’egemonia militare USA
Seppur il numero di soldati cinesi non sia rilevante, il segnale politico è inequivocabile. La Cina ha voluto platealmente mostrare la propria capacità di penetrazione militare nel Vecchio Continente. E considerando che i rapporti oggi tra la NATO da una parte e la Cina e la Russia dall’altra sono ai minimi termini, gli analisti ritengono che Pechino non abbia affatto scelto a caso la tempistica, né il luogo. Le esercitazioni infatti sono iniziate l’8 luglio a Brest, una città proprio al confine con la Polonia. Dove entrambe le parti stanno lavorando per “migliorare le tecniche di combattimento e approfondire la cooperazione e la comunicazione tra i due eserciti”, si legge nella dichiarazione del governo cinese. La Cina aveva già condotto esercitazioni antiterrorismo in Bielorussia quattro volte tra il 2011 e il 2018, ma da allora non ne erano avvenute più altre.
Non sarebbe la prima volta che il Dragone acconsente a delle esercitazioni militari in concomitanza di eventi politici chiave, per mandare un segnale al proprio competitor. Allo stesso modo infatti, la Cina aveva organizzato manovre militari nel Mar Cinese Meridionale nel maggio 2024, mentre era in pieno svolgimento l’incontro tra Stati Uniti, Giappone, Filippine e Australia. Sicuramente ad oggi la SCO, non è paragonabile né alla potenza di fuoco, né alla capacità organizzativa della NATO. Ma ha tutte le carte per proporsi nel tempo come una papabile alternativa, trasformandosi in un alleanza militare Euro-asiatica alle porte del Patto Atlantico. Pechino sta dimostrando dunque al livello globale, non solo nell’ambito economico e politico, ma anche quello militare, di poter realmente essere il perno del blocco anti-USA.