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Stop al lavoro nelle ore più calde in Sicilia: l’ordinanza per l’estate 2024

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La Regione Sicilia ha emesso un’ordinanza straordinaria per fronteggiare le emergenze legate alle ondate di caldo estremo che caratterizzano anche questa estate, come le precedenti. La misura, voluta dal presidente della Regione Renato Schifani, impone il divieto di lavorare all’aperto nelle ore più calde della giornata, dalle 12.30 alle 16 per proteggere la salute dei lavoratori esposti a condizioni climatiche particolarmente rischiose.

L’ordinanza e i settori coinvolti

L’ordinanza, in vigore dal 17 luglio 2024, si applica a vari settori, tra cui quello edile, agricolo e florovivaistico, che sono particolarmente vulnerabili agli effetti del caldo. La decisione è arrivata in seguito a un periodo di temperature eccezionalmente alte, con punte che superano i 40 gradi Celsius, mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori.

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Renato Schifani. Foto Ansa/Igor Petyx

Le ragioni della misura

L’aumento delle temperature ha portato a un incremento significativo dei casi di colpi di calore e di altre problematiche legate allo stress termico. Le associazioni sindacali e le organizzazioni dei lavoratori hanno esercitato una forte pressione sulle autorità regionali per adottare misure adeguate a tutelare chi lavora. Secondo il presidente Schifani, “è un atto dovuto per proteggere i nostri lavoratori dalle conseguenze potenzialmente letali del caldo estremo“.

Il ruolo dei sindacati

Le principali sigle sindacali, tra cui Cgil e Uil, hanno accolto con favore l’ordinanza, sottolineando l’importanza di garantire condizioni di lavoro sicure. Hanno inoltre espresso la necessità di monitorare attentamente l’applicazione della misura, per assicurarsi che gli imprenditori rispettino le nuove disposizioni. “Abbiamo lavorato duramente per questo risultato” ha dichiarato un portavoce della CGIL. “È fondamentale che i lavoratori possano svolgere le loro attività in sicurezza, senza mettere a repentaglio la loro salute”.

Lavoro, le sanzioni

L’ordinanza prevede sanzioni severe per i datori di lavoro che non si conformano alle nuove regole. I controlli saranno effettuati da ispettori del lavoro e altre autorità competenti per garantire il rispetto delle disposizioni. I trasgressori rischiano multe significative e, in casi estremi, la sospensione delle attività lavorative.

Le reazioni

Le reazioni all’ordinanza sono state varie. Mentre la maggior parte delle forze politiche ha espresso supporto per la misura, riconoscendo la necessità di proteggere i lavoratori, alcune associazioni di categoria hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto economico della sospensione delle attività. Tuttavia, la priorità rimane la salvaguardia della salute pubblica.

Foto Ansa/Luca Zennaro

Prospettive su lavoro e clima

L’ordinanza rappresenta un passo importante nella gestione delle emergenze climatiche. Gli esperti climatologi avvertono che le ondate di caldo estremo diventeranno sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico. Pertanto, misure come questa potrebbero diventare parte integrante della normativa su mestieri e professioni in futuro.

L’ordinanza della Regione Sicilia per il 2024 rappresenta un’importante misura di prevenzione contro i rischi legati al caldo estremo. Proteggere i lavoratori dalle condizioni climatiche avverse è una priorità che richiede l’impegno congiunto di istituzioni, imprenditori  e sindacati. La salute e la sicurezza sul lavoro devono essere sempre garantite, soprattutto in contesti di emergenza climatica come quello attuale. Si tratta comunque di un provvedimento che ha preso non soltanto la Regione Sicilia, ma anche altre regioni italiane come la Calabria. Stesso discorso vale le altre 4 regioni: Puglia, Lazio, Toscana e Molise.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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