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Ursula von der Leyen, cosa promette all’Europa

Leadership nei settori industriali ad alta tecnologia ma anche transizione ecologica, le parole d'ordine della presidente della Commissione

Ursula von der Leyen ha ottenuto il 18 luglio il via libera definitivo al suo secondo mandato come presidente della Commissione Europea grazie al voto di fiducia dell’Europarlamento. Il suo nuovo corso si basa su due pilastri fondamentali: l’incremento degli investimenti strategici e la transizione verso un’economia sostenibile.

Von der Leyen, investimenti strategici

L’elezione di von der Leyen è stata accolta con entusiasmo da gran parte dei membri del Parlamento Europeo. La presidente ha ottenuto 401 voti a favore su 720 in totale. Gli eurodeputati di Fratelli d’Italia le hanno alla fine votato contro. La delegazione europea dei Verdi ha invece votato a favore. La presidente ha dichiarato che questo secondo mandato sarà caratterizzato da una politica di investimenti strategici mirati a rafforzare la competitività dell’Ue su scala globale. In particolare, von der Leyen ha sottolineato l’importanza di creare un nuovo fondo per la competitività, destinato a sostenere le piccole e medie imprese (Pmi) e a stimolare l’innovazione tecnologica.

Von der leyen rieletta presidente
Ursula von der Leyen. Foto Ansa/Epa Roland Wittek

Ecologia e sostenibilità

Un altro elemento cardine del nuovo corso è la sostenibilità. Ursula von der Leyen ha ribadito l’impegno dell’Ue nel perseguire gli obiettivi del Green Deal europeo, una serie di iniziative politiche volte a rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. La presidente ha annunciato nuove misure per incentivare l’uso di energie rinnovabili e promuovere pratiche agricole sostenibili, riducendo l’impronta ecologica dell’Ue.

La Politica agricola comune

Nel contesto della politica agricola, von der Leyen ha proposto una nuova Politica agricola comune (Pac) che mira a sostenere gli agricoltori europei nella transizione verso pratiche più sostenibili. Questo include incentivi finanziari per coloro che adottano tecniche agricole ecocompatibili e la promozione della biodiversità.

Le sfide di von der Leyen

Non mancano però le sfide. Il rapporto tra Ursula von der Leyen e alcuni leader politici, come la premier italiana Giorgia Meloni, è stato segnato da tensioni e divergenze. Recentemente, il Governo italiano ha espresso riserve sulla rielezione di von der Leyen, citando disaccordi su questioni chiave come l’immigrazione e la gestione dei fondi europei.

Il sostegno degli Stati

Nonostante le criticità, la presidente della Commissione ha ricevuto un ampio sostegno da parte di molti Stati membri. Paesi come la Germania e la Francia hanno manifestato il loro appoggio incondizionato, riconoscendo il valore delle sue proposte per il futuro dell’Unione. La coesione tra gli Stati membri sarà fondamentale per il successo del nuovo corso intrapreso da von der Leyen.

von der Leyen Metsola parlamento Ue
Von der Leyen con la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola. Foto Ansa/Epa Ronald Wittek

Innovazione e competitività

Un aspetto innovativo del mandato di von der Leyen è l’enfasi posta sulla competitività dell’Ue nel settore tecnologico. La presidente ha annunciato la creazione di un programma volto a formare e assumere 200.000 ingegneri informatici, superando il numero di esperti presenti negli Stati Uniti e in Cina. Questo progetto mira a posizionare l’Europa come leader mondiale nell’innovazione tecnologica e nell’intelligenza artificiale.

L’Europa si trova di fronte a un periodo di grandi cambiamenti e opportunità. Il nuovo corso di Ursula von der Leyen rappresenta una visione ambiziosa per un’Unione Europea più coesa, competitiva e sostenibile. Le sfide non mancheranno, ma con il sostegno degli Stati membri e un piano strategico ben definito, l’Ue può aspirare a un futuro di prosperità e leadership globale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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